Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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martedì 12 febbraio 2008

il micrometrò e la bacchetta magica

Ci siamo già occupati varie volte della metropolitana "tradizionale" come alternativa alla tramvia, soppesando vantaggi e svantaggi. Una sintesi di queste valutazioni la si trova sul sito www.noTraffico.org (vedi l'articolo). La soluzione sotterranea ne esce con molti difetti e pochi pregi, riassumibili nel tanto amato "lasciar le strade libere" per il traffico e la sosta.

Soprattutto per la campagna razzanelliana da più parti torna di moda il "micrometrò" come soluzione in grado di soddisfare tutti, ovviamente al posto della tramvia. Una specie di bacchetta magica tipicamente italica. Siamo o no il paese dei miracoli di Padre Pio e delle Madonnine che piangono sangue?

Le informazioni sul "progetto micrometrò" (che un progetto non lo è, tutt'al più uno studio preliminare) non sono affatto facilmente reperibili: il sito www.micrometro.it non era più visualizzabile da tempo; poi c'è stata una recente resurrezione che però è priva di qualsiasi informazione sul progetto stesso: neanche la pianta dei tracciati e delle fermate, per non parlare di aspetti realizzativi o della stima dei costi. In compenso c'è però la campagna elettorale di Razzanelli contro la tramvia. Per fortuna le meraviglie del web consentono di ripescare anche le tracce del passato, di ciò che è stato cancellato, e con un pò di fatica qualcosa abbiamo ritrovato.

In sintesi si tratta di una metropolitana tutta in sotterranea, a 20 metri di profondità, su binario unico monodirezionale in tunnel di circa 5 metri di diametro. I percorsi sono dei "cappi" che attraversano tutta la città su e giù: per raggiungere per es. Careggi partendo da Gavinana si passa per Rovezzano, Campo Marte poi si riscende a Beccaria, si risale verso Libertà, si riscende ancora fino a p.za Repubblica, per rilanciarsi verso ovest (Vittorio Veneto) poi verso nord e arrivare via Fortezza e Leopoldo a Careggi. Viene avanzata l'ipotesi di guida automatica, escludendo la possibilità di tratti in superficie.




La prima domanda naturalmente è: quali degli svantaggi già appurati per la sotterranea tradizionale dovrebbero diventare vantaggi nel caso del micrometrò? Se li esaminiamo si scopre che l'unico punto a favore è lo stesso della metropolitana "classica": minore occupazione di spazio in superficie. Vantaggio peraltro assai opinabile, dato che il problema è proprio quello di sottrarre fette di mobilità e anche di spazio al traffico invasivo.
Tutti gli altri fattori (capillarità, impatto ambientale e cantieristico, tempi di realizzazione, accessibilità etc) rimangono uguali o simili al metrò tradizionale, e quindi in svantaggio rispetto alla tramvia. Di facile leggibilità già dalla pianta è la questione capillarità: nonostante si tratti di una metropolitana "ultraleggera" il numero di fermate (e quindi la capacità di raccogliere utenza, far salire e scendere gente vicino a casa o al lavoro) è molto minore della tanto vituperata tramvia. Fra la Fortezza e Careggi si preveda una sola stazione (Leopoldo) dove l'osteggiata linea 3 del tram ne farà invece ben sei. In linguaggio calcistico "tram batte micrometrò 6:1" (ma assomiglia di più ad un punteggio tennistico)

I sostenitori del micrometrò però hanno un asso nella manica: i costi pari a quelli della tramvia, si afferma. Come ci si arrivi è però misterioso: in nessuna parte del mondo un metrò sotterraneo, anche leggero come una piuma, è mai costato meno di 5-10 volte di una tramvia. Del resto come è possibile sostenere che lo scavo di tunnel di 5 metri di diametro a 20 metri di profondità, le relative stazioni (banchine, scale mobili, ascensori etc) costi quanto posare binari sulle carreggiate?

Altri aspetti molto probleamtici, mai accennati ovviamente da Razzanelli&consorti :
  • niente del genere è mai stato realizzato nel mondo
  • i convogli di ridotte dimensioni (asimmetrici a causa della sezione del tunnel) non vengono prodotti da nessuna industria e andrebbero progettati e fabbricati appositamente
Ma insomma, siamo nel paese dei miracoli, quello che nessun'altro al mondo ha pensato di realizzare, da noi sono pinzillacchere!!

Scendiamo però sul banale: anche dando per validi i percorsi "gironzolanti" (monodirezionali) tutto si focalizza sul centro cittadino: una delle critiche alla tramvia è proprio questa, che qui si accentua e si aggrava.

Francamente non sembra una prospettiva realistica, se non come clava per fermare la realizzazione della tramvia.