Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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La paralisi della mobilità

Quale mobilità per Firenze, fuori dalla paralisi - Introduzione

Firenze è attanagliata da decenni da un traffico da terzo mondo, che è alla base di molte problematiche, di cui l'inquinamento è solo una. La paralisi quotidiana, fino all'immobilità, sottrae ai cittadini ore al giorno e quote di reddito. L'alta incidentalità, forte su bambini e anziani, l'incidenza di malattie da smog, gli alti costi sanitari per l'intera comunità, e l'impatto sulla vivibilità dell'ambiente urbano sono altri esempi tangibili.
I numeri parlano chiaro, e non ci fanno onore: Firenze è ai vertici mondiali per il numero di automezzi per abitante, e ancora più grave, per il suo utilizzo negli spostamenti quotidiani, intorno al 70%.
Da decenni vediamo strategie deboli, esitanti, fortemente depotenziate da un coacervo di interessi particolari, lobby e corporazioni, o semplicemente dalla resistenza ad ogni cambiamento, visto come minaccia.
Alcuni esempi: la realizzazione della ZTL nel 90 fu all'avanguardia in Europa, con grande risonanza internazionale. Molte città del continente hanno seguito quella strada, sono andate avanti e ben oltre nella riduzione del traffico sulle aree urbane. Firenze si è fermata, e ha visto anzi una progressiva corrosione del modello, oggi colabrodo e terreno fertile per schiere di furbi più o meno tollerati.
Due altri esempi di strategie esitanti e in grande ritardo: la rete tramviaria, lanciata ai tempi della Giunta Morales (89) ed oggi, dopo 28 anni, limitata alla sola linea Scandicci-SMN, recentemente prolungata fino a Careggi. La rete ciclabile, partita con i mondiali del 90, e rimasta quasi la stessa per lunghi anni,  o peggiorata, o con ampliamenti frammentati e sconnessi, fino a renderla spesso inutile e dannosa per chi la usa.
Nel primo caso si tratta di massicci investimenti e grossi impatti sull'intera viabilità , nel secondo di costi modestissimi con grande ritorno in mobilità. La sorte simile indica la scarsa volontà politica, strategie deboli o inesistenti, mancanza di coraggio nell'affrontare trasformazioni che hanno avuto luogo e proseguono a grandi passi in tutta Europa. Ed è da lì che possono provenire modelli e soluzioni già sperimentate e ampiamente replicabili, con modesti adattamenti. Alla faccia del “prima gli itaGliani”.

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