Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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venerdì 29 marzo 2019

12.000 auto in meno e la zappa sui piedi

A volte quelli che si credono furbi non si rendono conto che si stanno tirando la zappa sui piedi.
E' il caso di quelli che ironizzano sulle 12.000 auto in meno dopo la recente entrata in esercizio di nuove linee tranviarie, con cazzate del tipo "ma allora le restanti erano tutte in coda con me",  nel posto tale, quel giorno e a quell'ora.
Un po' come dire io vedo che il sole gira intorno alla Terra, quindi secoli di scienza erano favole.
Fin troppo facile far notare che quelle 12.000 auto in meno non se le inventa il Sindaco o i paladini delle tramvie (chiaramente prezzolati, come noi, che neanche amiamo Nardella), sono dati reali da rilevazioni fatte.
Sfugge a questi imbecilli il vero punto su cui si potrebbero fare le pulci alle politiche della mobilità della Giunta e di decenni: 12.000 auto in meno è piuttosto poco!
    

lunedì 25 marzo 2019

Comitati, professori e loro fedelissimi - intervista

Pochi giorni fa sono tornati alla ribalta vari Comitati contro le grandi opere inutili, con varie uscite in pubblico. L'ultima al Parterre, con il prof. Ziparo e altri accademici in ruoli di primo piano.
La vorremmo intervistare, se ha una decina di minuti da dedicarci.
    
R.: Ma certo, un po' di tempo glielo dedico volentieri
D.: Che impressione ha avuto dal recente seminario dei Comitati al Parterre, e dalle esternazioni che l'hanno preceduto di poco?
R.: Ci sono andato per sentire qualcosa di più su un tema serio posto dai comitati: la pianificazione, la mancanza di un piano della mobilità dell'area metropolitana fiorentina. Non  mi aspettavo qualcosa di pronto, ma almeno delle grandi linee, di proposte su cosa dovrebbe contenere quel piano. Invece nulla, a parte ripetere all'infinito che manca, che così non si fa ecc, nessuna indicazione. La fatica si è rivelata sprecata.
D.: Forse si sono concentrati più sui loro cavalli di battaglia, TAV, aeroporto, inceneritore, e su quello del momento, la tramvia
R.: Già mettere in un calderone TAV qui e in Val di Susa, autostrade, giardini di quartiere, aeroporto, inceneritori e tramvie mi pare assurdo. Una notte in cui tutte le vacche sono nere, su argomenti ognuno decisamente complesso da solo (eccetto forse i giochi per bambini in qualche piazza). E saltellare dall'uno all'altro in poche frasi ... bah!
D.: Ma che impressione ha avuto dalle relazioni?
R.: Le farò qualche esempio. Secondo Ziparo a Firenze si è rinunciato all'innovazione delle tramvie senza linea aerea. Le quali non esistono neanche su Urano. In qualche città si è ricorsi a tratti più o meno brevi a batteria o simili, nei centri storici (come quelli previsti per il Duomo a Firenze), per il resto sempre cavi, pali, ecc. Mi domando se il professore parli a vanvera, oppure conti su di un (ristretto) uditorio sempre disposto a credergli sulla parola.        

domenica 24 marzo 2019

Padova bel suol d'amore

Veramente nel titolo della canzone c'era Tripoli, non Padova, e celebrava l'occupazione della Libia nel 1911 come conquista di progresso e di uscita dalla miseria per molti italiani. Sappiamo come andò a finire, nel giro di alcuni decenni.
La tramvia di Padova, un Translohr su gomma e rotaia unica centrale, fu anche essa salutata come innovativa, meno costosa, meno invasiva, un'alternativa alle scelte "pesanti" di Firenze (che sono le stesse di tutto il resto del mondo).
L'esito è stato molto simile alla guerra in Libia: il produttore (del gruppo Alstom), dopo neanche un decennio di strabilianti successi (oltre a Padova e Mestre un altro paio di città francesi o di terre lontane) ha ammesso che si è trattato di un fallimento planetario e ne ha cessato la produzione.   
L'abbandono dell' "innovativo" tram su gomma è un dato di fatto, noto anche al grande pubblico dalla stampa locale di Padova e Mestre e da periodici specializzati (vedi qui per es.).
    

venerdì 22 marzo 2019

elezioni, che fare?

Le tram-bufale continuano, anche se mille volte smentite, del resto è la loro natura quella di essere del tutto impermeabili ad ogni raziocinio, e i loro diffusori a figure ridicole, vergogna, sputtanamenti.
Anzi, con l'avvicinarsi delle elezioni comunali è inevitabile che aumenti il loro numero, entità favolistica, ecc in modo esponenziale.
  
Il clima pre-elettorale ha anche portato il gruppetto che scrive su Firenze Immobile ed alcuni amici e suggeritori ad avviare una sconvolgente discussione sull'angosciante tema "cosa votare".
I punti di partenza erano poco omogenei, al di là dei temi della mobilità, che ovviamente è solo uno dei criteri che orientano il voto. Ma certo di grande peso per la città di Firenze, attanagliata da decenni dalla paralisi del traffico (e relativo inquinamento).
Fin troppo facile scartare i paladini dell'immobilità e del panorama quotidiano da terzo mondo, Lega, Fratellastri, Sforza Italietta e Casette fascistoidi varie: sia quelli che si identificano con il peggiore status quo per convinzione, sia i tanti opportunisti che cercano facili bacini elettorali nell'insoddisfazione o nel mugugno, e nella oramai radicata sfiducia in qualsiasi cosa odori anche solo di lontano di "istituzionale".
In breve:

No tramvie, no voto 

(e anche tutto il resto della mobilità)
   

sabato 9 marzo 2019

Come nasce e cresce una bufala

Su una delle tante pagine Feisbucc compare la ferale notizia:
l'orrido tram , anzi tramvia, non riusciva a salire sul ponte del S. Donato. La gente ha dovuto scendere e prendere un altro mezzo.
La notizia viene resa incontrovertibile con una testimonianza "me l'ah detto mio cuggino che lo ha saputo dal barista della ganza del cognato del mio barbiere".
Vabbè, di gente che crede a qualsiasi scemenza ce n'è tanta in giro, e i social network fanno da calamita e da raccoglitori.
Non c'è bisogno di scomodare i ponderosi studi sull'analfabetismo funzionale in cui l'Italia è ai vertici mondiali. (*) Troppi credono agli asini che volano, esagerato chiedere che si pongano delle domande: i tram prima e quelli dopo, come mai sono saliti senza problemi? E lo fanno da mesi?
Vabbè, una colossale cazzata a cui crederà qualche avventore del bar, magari digitale.