Salve a tutti, sono un nuovo acquisto della "redazione" (mamma mia come mi sento importante ...) di Firenze Im-mobile. Diversamente da altri qui, userò il mio stile che è essenzialmente autobiografico.
La settimana scorsa ho fatto di nuovo, dopo quasi un anno, la terrificante esperienza di portare mia nonna a Careggi in orario "di punta", cioè al mattino presto. In auto.
Ho impiegato tempi biblici per un tragitto (da Viale Europa) di circa 8 km, che a velocità ordinarie di città si dovrebbe percorrere al massimo 15 minuti.
Mi hanno molto colpito i comportamenti degli automobilisti che danneggiano la loro stessa categoria, salvo poi lamentarsi che "non si circola": strade che perdono una se non due corsie per sosta iper-selvaggia, in doppia o settupla fila, o dove capita etc.; ostruzione di incroci per guadagnare un metro, incastrandosi e aggravando la situazione; semafori o precedenze che hanno si e no valore di raccomandazione (ignorata); e poi, un classico, corsie preferenziali quasi totalmente invase in tutti i modi possibili e immaginabili: e ci si stupisce che il trasporto pubblico non funzioni come dovrebbe?
Ma torniamo ai tempi folli per un percorso così: da precedenti esperienze so che in autobus ci si mette ancora di più che in auto, nelle fasce orarie a grande traffico. Mentre in momenti con poco traffico (es. ora di pranzo), "stranamente" con l'Ataf ci si mette circa lo stesso tempo e i passaggi sono addirittura molto vicini agli orari affissi. Qualcosa vorrà dire?
La risposta è tragicamente semplice: lo strapotere perverso del traffico "ognun per se" paralizza tutti, e rende impossibile o non conveniente usare i mezzi pubblici. E questo spinge altra gente, già di suo poco propensa a cercare soluzioni meno invasive, a prendere auto e motorini in una spirale perversa senza fine.
Ma evidentemente la situazione è folle: come altri dicono qui, viviamo nella immobilità insostenibile.
Le vie di uscita possono essere soltanto sistemi di trasporto collettivo che scorrono su percorsi propri, non facilmente ostruibili dalle orde fameliche di forzati dell'auto.
E dunque più vantaggiosi, nei tempi, nella salute mentale e fisica etc, rispetto alla macchina: tramvie, busvie libere davvero e senza interruzioni, e anche molto più spazio per muoversi a piedi (o in bici, che è uno stadio intermedio fra pedone e veicolo).
Io sono convinta che offrendo questa scelta reale, veramente competitiva, la gente poi si accorga dei tanti vantaggi: meno stress, meno perdite di tempo, meno costi, meno incidenti, una vita quotidiana migliore.
Voglio tutte queste cose, e voglio cominciare già ora, non aspettare soluzioni miracolose domani o fra 10 anni.
PS sono agli inzi della mia carriera giornalistica, devo chiedere agli altri redattori di trovarmi e inserire alcune foto che illustrino quanto dico, come ben fatto negli altri articoli.