Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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lunedì 31 dicembre 2018

Corriere (fiorentino): rivelazioni sulla tramvia per Bagno a Ripoli

Caro Corriere Fiorentino, l'anno volge al termine con tue parole scolpite nella pietra sul rovente tema della tramvia fiorentina. Dopo che la strada era stata aperta dal Direttore con un editoriale, anche un suo giornalista si è lanciato in proposte concrete. Un buon segno, nel desolante quadro di sbraitamenti a vanvera a destra e a manca. Passano in secondo piano affermazioni di corrosivi critici, a sentir i quali le autorevoli penne parlano di cose che non conoscono, ma facendo finta di saperne molto e di avere geniali soluzioni in tasca. Che sfacciataggine!! Altri commentatori però suggeriscono che la prestigiosa testata disponga di ottimi esperti, che i giornalisti e lo stesso direttore consultano prima di uscire con articoli ed editoriali su temi complessi e di grande attualità, come appunto la mobilità cittadina, le tramvie, l'urbanistica ecc.
Oggi su queste modeste pagine web, dopo le lodi sperticate al Piccolo Scrivano Fiorentino (clicca per leggere) per il suo articolo sulle "alternative alla tramvia", non possiamo esimerci dal prendere in esame quanto scriveva pochi giorni prima il Direttore in persona, in autentiche arringhe ai suoi numerosissimi e affezionati lettori, con un memorabile pezzo (reperibile  in originale con un click verso il sito del quotidiano).
Ma veniamo al succo, cominciando dalle  considerazioni estetiche.

La tramvia per Bagno a Ripoli, secondo il Direttore, comporta "lo stravolgimento urbanistico e scenografico della città ottocentesca realizzata dall’architetto Giuseppe Poggi".  
Ma i viali e l'intera città non erano già deturpati da binari, pali, cavi, ai tempi del grande urbanista fiorentino? E lui, il grande architetto, ha sventrato Firenze e fatto abbattere le mura medievali, per inorridire poi nel far circolare tram (sferraglianti, prima a cavalli, poi a vapore e infine elettrici) fin dentro l'opera della sua vita, carne della sua carne?



Pare che però il suddetto Poggi non abbia niente da eccepire che i suoi viali siano diventati da decenni orride superstrade saturate da un traffico bestiale che quasi ad ogni ora ne deturpa la visuale, con frastuono assordante, lamiere, gas di scarico e un fantastico divisorio in cemento al centro per ridurre le stragi che funestano le idilliache visuali prospettiche mitteleuropee.
Certo che i trammini dei tempi antichi colpiscono sempre l'immaginario.. Ed ecco che leggiamo  " questa non è una tramvia leggera (magari fosse stato deciso il ritorno dei tram, come Milano ha ancora), ma un treno vero e proprio, che necessita di spazi larghi"

L'esperto o gli esperti che consigliano il direttore del Corriere Fiorentino prenda nota di un paio di fatti:
  • anche un secolo fa i binari avevano lo scartamento di 1435 mm con sagoma dei tram (quindi ingombro) molto simile per marche, modelli, tempi  
  • non esistono tram di nuova costruzione di quel genere (per buoni motivi), il Sirio fiorentino è anzi fra i più corti (32 metri)
  • il "ritorno" ai tram di quel genere, oltre che impossibile, è insensato specie se si pretendono (assurdi) binari in promiscuo col traffico, che ai tempi del Poggi era minimo. Significherebbe spendere milioni di euro a km per non avere nessun effetto, cioè tram imbottigliati nel traffico, come succede per i bus 
  • ci spiega cosa sarebbe la "tramvia leggera"? O forse poco pesanti, e volatili, sono solo le parole?
  • Milano si è tenuta alcune tramvie obsolete (caso rarissimo in tutta Europa), con funzione analoga ai bus, perché la rete di mobilità di massa è fatta dalle metropolitane
Va detto che il Corriere Fiorentino garantisce un certo pluralismo però: mentre l'articolo del 29 dicembre come alternativa per Bagno a Ripoli proponeva i filobus in centro (vedi qui i dettagli) l'editoriale del Direttore è ben più ardito: la busvia invece del tram per arrivare alla stessa Bagno a Ripoli, facendo forse riferimento all'idea del jumbo bus ventilata molti mesi fa. Anche qui, carta e penna sig. Direttore, o meglio lo facciano i suoi consulenti:
  • la "busvia" occupa lo stesso spazio della tramvia, anzi un po' di più, e quindi ha gli stessi effetti "invasivi" sul traffico: per es. due corsie su viale Matteotti o Amendola - in compenso capacità di trasporto molto minori e vulnerabilità ad imbottigliamenti  
  • richiede cantieri simili alla tramvia: spostamento dei "sottoservizi", sede propria in calcestruzzo per la marcia e il peso del veicolo ecc.
l'incanto dei viali voluti dal Poggi ...
C'è poi una nota malinconica nel fiammeggiante editoriale: "quanto sia stata sbagliata per questa città la scelta di rinunciare alla metropolitana, che avrebbe lasciato la città intatta (a parte gli inevitabili cantieri)".  Strano che l'idea sia condivisa con schiere di NoTram popolari e da bar, in un certo senso un po' scusati se parlano a vanvera. Un po' meno nel caso di autorevoli giornalisti e dei loro consulenti che, si presume, si documentino prima di esprimersi su faccende complesse. Caro Direttore, l'ipotesi sotterranea è stata più volte bocciata da tutti gli studi di fattibilità, riportati anche dal suo giornale. I motivi sono molti, e vanno ben oltre i costi, che sono fra i 100 e i 200 milioni a km invece dei 20-40 per una tramvia, che fra l'altro è più capillare, con fermate ogni 300 metri, ben più accessibili di quelle sotterranee. O forse non ha sentito dire che i metrò si costruiscono per ben altre masse da trasportare, distanze, dimensioni della città? 
Su direttore, legga un po', prima di tenere sermoni. E magari dia un'occhiata a Milano, riguardo ad impatto e durata dei cantieri della M4 ed M5. Non crederà mica, come quelli che chiacchierano al bar, che si lavori solo sotto terra e sopra non succeda nulla? I suoi esperti meritano una bella lavata di capo per tanta faciloneria, che le fa fare brutte figure
Resta quel "avrebbe lasciato la città intatta", nel senso che si potrebbe continuare a scorrazzare e sostare in auto nei modi più insensati e devastanti, restando peraltro in coda per ore ogni giorno, come da decenni, anche prima della tramvia, o dove non ce n'è traccia. Ma i suoi esperti non le hanno detto che è proprio quello che va radicalmente cambiato, sulla scia di tutte le città d'Europa? Auto ridotta a ruolo residuale, per i (pochi) casi e categorie che avranno gran sollievo di trovare strade meno intasate e paralizzate, con decine di migliaia di persone che si muovo su ferro ogni giorno.
Li richiami:

hanno studiato poco i suoi consulenti, signor Direttore!

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Qualche lettura utile per giornalisti di professione (e altri, per es per vari dilettanti) al costo di un click. In alternativa consultare qualche esperto, prima di scrivere.
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