Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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lunedì 3 dicembre 2018

Il metrò, un mantra fiorentino

Il "mantra" è "nell'induismo una formula che viene ripetuta molte volte come pratica meditativa" (vedi qui).
Le sfuriate in web e nei social hanno carattere ciclico, si riparte sempre da zero, non solo quelle sulla tramvia, la devastazione di Firenze, ponti che crolleranno o su possibili alternative.
Finite temporaneamente quelle su (fantasiose) tramvie senza pali, si passa ai terrificanti sferragliamenti, poi alle mamme con bambini che verranno stritolate in piazza Dalmazia o agli ingorghi di benefattori del mondo motorizzati.
Particolarmente pervicaci sono le serenate sul metrò invece della tramvia.
La soluzione "sotterranea" è stata già più volte scartata in tutti gli studi di fattibilità: per es. quello inventato Renzi per guadagnar tempo e portare a termine le sue spropositate ambizioni. O più di recente dal parere della tanto amata e citata Unesco, che aveva invece, in passato, approvato la tramvia in superficie a fianco del Battistero.
Cosa attira tanto allora del metrò? Tristemente banale: la convinzione che passando "sottoterra" tutto ciò a cui si è abituati resterebbe intoccato, e che ad usarla sarebbero "altri", mentre i propugnatori del tunnel continuerebbero a stare chiusi nel loro rassicurante abitacolo a motore, ogni giorno da casa al posto di lavoro e viceversa, per andare al cinema o a comprare le sigarette.
Si tratta al tempo stesso di una illusione sia per la fase di cantierizzazione (vedi qui, ) che per la realizzazione finita (vedi qui)  e di una perversione, al cui confronto i giochi sado-maso sono innocenti e timorati di dio.

La motivazione principale è sbagliata: lasciare le strade libere per il traffico veicolare.
Tutto il contrario, lo spazio stradale e urbano va redistribuito, sottraendolo in buona parte all'occupazione monopolistica di decenni, che è all'origine del male che si vuole curare: la paralisi da traffico motorizzato, oltre ad inquinamento, incidenti, costi sanitari, invivibilità di intere città ecc.

Esempio dalla medicina

Se un paziente è affetto da setticemia, con cancrena che avanza in vari arti, invece di combattere l'infezione del sangue e le sue conseguenze, si crea un circolazione extracorporea per non colpire i poveri batteri (cioè i veicoli motorizzati). Un assurdo terapeutico che aggrava la malattia e conduce alla morte.
Una metafora che illustra molto bene le geniali proposte "invece della tramvia" , o anche "di questa tramvia": tenersi la malattia, ad ogni costo, cercando di deviarne il flusso su arterie create artificialmente.

Metrò e tramvie, cosa cambia in Europa

Uno dei motivi della grande crescita delle tramvie in Europa, oltre a costi e servizio più capillare rispetto alle metropolitane (se ne realizzano sempre meno), è proprio l'aspetto urbanistico: redistribuire lo spazio stradale, togliendolo alla causa della paralisi (auto) e utilizzandolo per sistemi più efficienti: 280 persone ogni 4 minuti in 32 metri nel caso di Firenze. Basta provare a mettere 280 auto in fila, oltre 1 km e 200 metri, per rendersi conto di cosa è invasivo: la tramvia o il traffico.
Quando poi si scende nelle motivazioni prettamente trasportistiche, raramente considerate nelle discussioni e nelle bufale popolari, si giunge conclusioni simili, di cui è possibile fare una sintesi quasi telegrafica.
  • il metrò ha minore capillarità rispetto ad una tramvia, fermate distanziate circa il doppio, mediamente ogni chilometro (o poco meno, nelle periferie di più) invece di 300-400 metri
  • le stazioni sono meno accessibili delle fermate in superficie: ascensori, scale mobili ecc
  • l'impatto cantieristico e la durata dei lavori (oltre al costo) è un multiplo di una tramvia, ma con l'illusione che tutto si svolga sotto terra 
  • durante i lavori (lunghi anni) ci saranno in strade e piazze enormi cantieri per le stazioni sotterranee, con effetti di collo di bottiglia sul traffico, simili a quelli per i binari in superficie
  • i metrò si realizzano, come dice il nome, in grandi metropoli, non in città medie come Firenze - basta elencare le città che ne hanno e le loro dimensioni
  • i vantaggi di velocità e capacità di trasporto del metrò si riscontrano solo per grandi masse di persone su distanze notevoli  
  • l'impatto ambientale del metrò è decisamente maggiore: rimozione, trasporto e scarico di migliaia di tonnellate di terreno, roccia, falde acquifere, stabilità etc.
  • imprevisti nettamente maggiori: impermeabilizzazioni, ritrovamenti archeologici, modifiche di tracciati per motivi geologici o idro-geologici, ecc - tutto già sperimentato nelle metropolitane realizzate da un secolo
  • costi e tempi in tutte le realizzazioni effettive molto maggiori (ovvio, scavare invece di posare binari sulle strade ...): 100-200 milioni/km contro 20-40 per le tramvie
Ma anche considerando la realizzazione di un metrò a Firenze, si provi semplicemente ad immaginare dove potrebbero essere le stazioni sotterranee (con relative uscite in superficie, scale, ascensori, impianti di areazione ecc). Il solo studio esistente ne prevedeva solo una, in piazza della Repubblica. Ed è stato bocciato.

Rassegnatevi, niente metrò per Firenze, il trasporto su ferro va fatto in superficie: una rete tramviaria completa, su tutta la città, capillare e ramificata. Quello che abbiamo è appena un pezzetto, e ci sono voluti oltre 25 anni (fra cui 5 criminalmente persi con Renzi, per le sue folli ambizioni da piccolo Napoleone). La velocità (in recupero) dell'ultimo anno dimostra che tempi europei sono possibili: alcuni anni per l'ossatura di rete fondamentale, poi ampliamenti e diramazioni.
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Per superare la innegabile tediosità degli scarni punti esposti sopra, vualà, due interviste al famigerato tramviere aristocratico dall'erre moscia:

Meglio sottotevva? Niente cantievi nelle stvade e disagi alla civcolazione?

Oh unn'era più comodo e veloce ...

E un'alternativa spesso citata: