Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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lunedì 9 dicembre 2019

La armi segrete e la tramvia

Quando ormai l'esito della seconda guerra mondiale era chiarissimo, gli alleati sbarcati in Normandia e l'Armata Rossa vicina a Berlino, la macchina della propaganda nazista si scatenò con le "armi segrete" ("Wunderwaffen") in modo molto efficace, cosa che sapevano fare bene. Non solo tedeschi e italiani credettero alle millanterie, anche gli alleati si preoccuparono seriamente di tali buffonate, fra cui il "disco volante" (in foto).
E che c'entra con la tramvia per Bagno a Ripoli?
Le analogie sono molte.
I No-Tramvia sbaragliati sul campo di battaglia elettorale, con una umiliante rotta della longa manus di Salvini, dei Fratellastri d'Italietta, e  anche dei Pentastelluti; l'innegabile successo delle linee già in funzione, (la T1 tendente semmai alla saturazione) con l'evidente necessità di arrivare ad una rete completa; il ridicolo delle strampalate "alternative", mai viste in funzione in nessun parte della galassia; tutti questi deprimenti risultati richiedevano un coup de théâtre per recuperare un po' di credibilità, assai malmessa, galvanizzando le truppe e il popolo NoTram demoralizzato.
Ed ecco il mitico Razzanelli tornare in campo, con un'arma segreta degna di Goebbels: il ricorso al TAR, che certamente "fermerà tutto per 2 anni e mezzo".
E i suoi scoraggiati seguaci gridare subito alla vittoria.
Mettiamo in chiaro:
Razzanelli non ha "bloccato" proprio nulla!
Lui e la corte dei miracoli NoTram si stanno vendendo una improbabilissima pelle di un orso vivo e vegeto, stanno affrontando un Grizzly armati di forchette e spilli, spacciati per letali proiettili da caccia grossa.
Sulla (scarsissima) sostanza della strabiliante arma segreta torneremo.
Per sintetizzarla potremmo dire che secondo Razzanelli&c se si verifica A, che dipende dall'improbabile B, che forse potrebbe dar luogo a D, eventualmente dopo che succeda E che però non deve essere smentito dal quasi ovvio F, si potrebbe arrivare, chissà, ad un rinvio di un po' di tempo, roboantemente quantificato in 2 anni e mezzo, nella (sperata) peggior prestazione possibile di tempi biblici all'italiana.

Interessante però scavare un po' dietro alla sbruffonata, sui meccanismi e le concezioni che muovono l'accozzaglia dei NoTram
- cavilli burocratici per mettere bastoni fra le ruote (a tempo) al posto di cosa ha scelto l'elettorato
- trionfalismi su vaghe ipotesi spacciate per dati di fatto
- guadagnare tempo per proporre alternative: hanno avuto anni (le buffonate come il tram cinese che vola ecc)

Ed ecco a voi, signore e signori, gli attori dei bastoni fra le ruote contro le scelte dell'elettorato:
- SottoSopraIntendenti alla Firenze da Cartolina
- Itali-etta Nost-algica
- Razzanelli
- la scassata destra fiorentina
- i PentaGrullate
- Corrierino Fiorentino-ino
- signore-bene reduci da rivoluzioni sognate insieme a bizzarri personaggi ed ex-sostenitori di CasaPaundd convertiti all'ambientalismo e autonominati paladini degli alberi
- qualche scheggia impazzita
- Celebri architetti di lignaggio Reale
Ce ne occuperemo in modo più approfondito.



venerdì 25 ottobre 2019

Stand by e poi ...

Firenze Immobile e la sua squadra sono rimaste in stand-by per vari mesi, anche ma non solo sulla base della sfida elettorale ormai conclusa, che ha visto sbaragliati gli sfegatati avversari delle tramvia.

Vanno sottolineati due aspetti:
Nardella si era giocato tutto sulle nuove linee ed ha con questo ottenuto in sede comunale un risultato migliore che alle europee.
Se si somma al 57%  del sindaco quanto raccolto da opposizioni di sinistra favorevoli alla tramvia con varie (spesso sensate) critiche si arriva a percentuali intorno al 65%.

Ma certamente  i vari comitati contro, e ovviamente le forze politiche delle destra a favore di una Firenze Immobile troveranno il modo di ribaltare o negare questa evidente realtà.
La tradizione negazionista riemerge sempre.
Ovviamente l'unico effetto sarà di tipo consolatorio per loro stessi. Magra consolazione, ma a loro va bene così ...

sabato 25 maggio 2019

giovedì 9 maggio 2019

Carri bestiame ...

Le due linee attuali della tramvia fiorentina , in particolare la T1 (di recente prolungata fino a Careggi), soffrono di sovraffollamento.
Fa un po' ridere aver sentito che "non la prenderà nessuno", sia all'avvio del primo tronco della T1 vari anni fa, sia per quelli nuovi, recentissimi.
Scornati vergognosamente dai numeri e dal successo (130.000 persone al giorno), i paladini del traffico e gli anti-tramvia (talvolta autodefiniti "contro questa tramvia") si sono gettati su alcune nuove prede, per coprire le tante scemenze dette per mesi e per anni: i pali neri (una 20ina di metri sul retro di S. Maria Novella), "non si circola più" e "non si parcheggia più" (purtroppo ancora troppo) e altre amenità.
Occasione d'oro è stato il sovraffollamento nelle ore di punta da Scandicci, con casi in cui è necessario attendere il convoglio successivo (4 minuti dopo). E qui il problema è reale, anche se di segno opposto ai profeti di sventura.
Una breve sintesi per punti :

lunedì 6 maggio 2019

Un ritorno - la vendetta

Vi siete presi un colpo eh? Magari vi aspettavate l'ennesimo sputtanamento di trambufale, forse che "non passeranno più le ambulanze", le mamme con passeggino risucchiate sotto il tram ecc ecc.
Si e no.
Ci dedicheremo, come già in alcuni momenti di gloria passati, ma più spesso, a spassarcerla alla grande, alle risate, al sarcasmo, alle prese per i fondelli, e chi più ne ha più ne metta. Si accettano proposte e suggerimenti.

Alcune idee, possibili titoli di futuri articoli:
basta la parola! Il confetto Falqui ...

Gli ultimi giapponesi 
Dopo 30 anni non credevano di aver perso la guerra ...

Basta la parola (il confetto Falqui)
con l'effetto che sappiamo

Uoterluuu, non solo della TIM
Figuraccia planetaria, modello per i diffusori di bufale

Moratoria o mortorio?
Pause di riflessione, giornaletti di provincia e architetti dei ComiCi

martedì 30 aprile 2019

Costo biglietti, abbonamenti, e ...

La notizia dei trasporti gratuiti in Lussemburgo, mesi fa, ha avuto una certa risonanza (*). La cosa in realtà è allo studio, soprattutto per valutare se avrebbe l'effetto voluto, cioè sgombrare le strade da molte auto spostando la mobilità sui mezzi pubblici, e in questo contesto c'è anche la nuovissima tramvia (un treno "invasivo" come quello di Firenze).
La notizia è stata anche occasione per mugugnare sul costo dei trasporti pubblici a Firenze, recentemente aumentato del 37% , pare. Cioè il biglietto di corsa singola da 1,10€ a 1,50. L'abbonamento mensile è invece rimasto a 35€ (aumento pari allo 0%) e quello annuale a 310 €. Senza considerare le varie tariffe ISEE e quella (gratuita) per gli studenti dell'Università di Firenze (clicca QUI).
Le urla dei soliti, della serie "è così che si incentiva il trasporto pubblico e si scoraggia l'auto!!", fanno capire la visione che sta dietro a questi paladini fasulli: chissenefrega degli utenti abituali (per cui il costo è rimasto immutato), conta che chi si muove in auto e prende il bus o il tram una volta ogni morte di papa si trovi a sborsare 0,40 centesimi in più.
Di questa strampalata genìa  fanno parte per esempio gli eroi dei Comitati No-Tramvia, addirittura "coordinati", vedi qui  (*), o i "Cittadini Area Fiorentina" (vedi qui le loro bufale messe per scritto).

In tutti gli studi in materia, in tutta Europa, emerge un fatto elementare: il prezzo (di abbonamenti e simili, unici rilevanti) incide relativamente poco sull'utilizzo dei mezzi pubblici invece dell'auto o dello scooter. Assai più importanti per scegliere l'uno o l'altro mezzo sono frequenza, tempi di percorrenza, capillarità, affidabilità del trasporto pubblico su ferro e su gomma.

lunedì 29 aprile 2019

Firenze e Bologna (2a puntata)

Non speravamo tanto, ma in vista delle nuove tramvie a Bologna diventa un modello Firenze. Negativo pare, specialmente per gli oppositori oltre gli appennini, che re-inventano tutte le cose lette e sentite sui disastri delle tramvia fiorentina. O forse gliele hanno passate i contras fiorentini, sospetto che nasce dalle parole e frasi usate, quasi identiche.

Vediamone alcuni

Negozi e attività che la tramvia fa chiudere. Vedi foto in alto, primo tratto di via Vittorio Emanuele venendo da piazza Dalmazia, uno dei punti più stretti e "critici".
Notare anche le foreste di "piloni neri": la linea aerea del tram è ancorata agli edifici, niente pali dove possibile, come in questo caso (non sempre).
Inoltre ponteggi, rifacimenti facciate ecc saranno impossibili lungo la tramvia. O no? E quelli in foto in basso, di nuovo nel punto davvero difficile di piazza Dalmazia, cosa sono?
(vedi qui)

Ultima perla letta e sentita anche su Bologna: dove passeranno i mezzi di soccorso.

domenica 28 aprile 2019

E se vincesse ...

Alt, calma, niente fantasticherie. Vediamo che cosa succederebbe con la mobilità e il traffico, in caso di vittoria di questo o l'altro candidato.
La partecipazione dei cittadini, la pressione dal basso, a cosa dovrebbe e potrebbe mirare?
Ipotizziamo  cosa farebbe un futuro sindaco fra i tre maggiori contendenti: Nardella, Bocci e Bundu - con scarse probabilità per l'ultima, ma le indicazioni su potrebbero essere  valide per il ruolo di opposizione.
Vediamo le possibilità.

Vince Nardella

Le tramvie vanno avanti, ma va tenuto d'occhio che non si ricada in tempi biblici (o eterni) come in passato, quello in cui il disastroso Renzi ci fece perdere 5 anni per le sue sfrenate ambizioni. Ci si domanda (con una certa preoccupazione) come mai Nardella non abbia tagliato i fili con il despota di allora, ormai decaduto, il cui "non fare" è stata ribaltato con il completamento della T1 verso Careggi e la messa in esercizio della T2 verso Novoli e aeroporto.
"Frenatori" e bastoni fra le ruote istituzionali e mediatici non mancheranno: toccherà ai cittadini, dal basso, tenerli sotto tiro e martellarli: es. il geniale SottoSopraIntendente, direttori di giornaletti di provincia, altre controfigure varie.
La mobilità ciclabile dell'era Nardella (e prima di lui di Renzi) è stata a dir poco molto carente nel primo mandato. Non ci voleva molto, in soldi, un po' più in volontà politica, per far progredire la sorella minore delle tramvie. Nonostante le promesse, passate le elezioni potrebbe andare ancor a più indietro: attenzione!
Sulla ZTL Nardella-e-C sono saranno quasi soggiogati dalle corporazioni di localacci, mala-movida ecc.  Idem su permessi a cani e porci e utilizzi abusivi, carico/scarico merci spesso fasulli e altre lobby proterve come i tassisti. Come far pesare di più i cittadini rispetto ai poteri prepotenti?
Molto debole anche la gestione della sosta nei quartieri, con promesse contraddittorie rispetto alle scelte sulla mobilità fatte in campagna elettorale: svuotamento di fatto delle ZCS. Pessimo!

venerdì 26 aprile 2019

Un'occhiata in altre città italiane

Bologna e Firenze
Ci siamo trovati spesso a (dover) portare esempi "stranieri" nel combattere le tante bufale degli anti-tramvia fiorentini. Cioè esempi di tutta Europa, ove la quasi totalità delle città medie è dotata di reti tramviarie come ossatura della mobilità cittadina, con il dichiarato scopo di spostare grosse quote dall'auto ad un TPL su ferro in grado di competere per frequenza, rapidità, affidabilità.
(*) - vedi nota in calce
Nel portare esempi (di tutto il resto) d'Europa echeggiano ancora le sciocchezze del tipo "qui è diverso", "qui non si può", e i sermoni (da analfabeti) secondo cui solo Firenze nel mondo è una città con grande patrimonio storico e monumentale.
La necessità di ricorrere ad esempi tacciati di esterofilia era dettata da una semplice realtà: l'Italia è indietro di 20 o più anni (nella mobilità e in altri campi) e non ha esempi degni di nota di reti tramviarie moderne.
Non lo sono quelle di Roma (scassate e obsolete), e neanche quelle di Milano e Torino, meno scalcinate ma ancora di 50 anni fa, per fortuna mai smantellate: in promiscuo (anche se la separazione dal traffico è in qualche caso andata avanti). Una concezione che le relega ad ancelle minori, simili ai bus, ove, per le dimensioni delle città, l'ossatura della mobilità è fatta dalle metropolitane. Ne abbiamo scritto più volte, è un modello (parzialmente) valido solo per grandi agglomerati urbani, con esigenze di trasportare grandi masse su grandi distanze, non certo per Firenze o altre città medie.

mercoledì 24 aprile 2019

Firenze e ... Bologna (puntata 1)

Udite udite!! Dopo Firenze anche Bologna progetta una tramvia. Ancora non c'è, neanche cantieri o progetti avanzati, ma esistono già Comitati "contro". Uno lo trovate sul mitico Facebook, cliccando QUI.
Sulla citata pagina al primo colpo d'occhio una foto del cantiere di via Tavanti, vista da piazza Leopoldo, forse due anni fa.
Per quelle della tramvia in funzione, e le relative immagini si sono rivolti a noi. Come potremmo esimerci?
Diamo dunque il via allo show, che sarà inframezzato da tutte le preoccupazioni, critiche, angosce ecc che ben conosciamo per averle sentite, lette, vissute in questi anni. Ed averle vagliate una per una, con quello che c'era di vero e non.
Cominciamo da via dello Statuto, la cui fama sta facendo il giro del mondo. Ecco come è ora:

Oltre alle foto delle due tramvie in esercizio, T1 e T2, ci dedicheremo anche ai temi che sembrano angustiare gli animi bolognesi adesso.
L'occasione è ghiotta anche perchè potremo riepilogare in parole e immagini materiale sparso in  centinaia di articoli, discussioni, campagne mediatiche ecc

Inizieremo a trattare alcuni dei temi subito emersi oltre gli appennini:
  • ambulanze, dove passeranno?
  • ponteggi, rifacimenti facciate, saranno impossibili? 
  • alberi, ci sarà una strage?
  • tempi dei cantieri, previsti e reali?
  • negozi e attività chiudono?
  • ...
E non finisce qui, i quesiti e i dubbi sono molti, li affronteremo nelle prossime puntate


mercoledì 17 aprile 2019

le miserie (poco) "social" fiorentine

Il Social Forum di Firenze nel lontano 2002 fece storia, i pronostici di scene di terrore nelle strade sfociarono nel ridicolo, toccato con mano da centinaia di migliaia di persone.
Oggi abbiamo i "social network" (fiorentini), che spesso sfociano ugualmente nel ridicolo, ma in modo più casereccio, senza mettere rischio l'ordine pubblico. Anzi, alcuni gruppi Facebook sono autentici casi su cui sociologi, psichiatri ed esperti di psicologia di massa potrebbero scrivere tomi per anni.
Ce ne occupiamo su queste pagine perché fra i loro temi sono in primo piano quelli legati a traffico e trasporti, secondi solo alle ossessioni sulla sicurezza e relativi rovesci di razzismo.
Si va da gruppi con molte migliaia di iscritti  ad altri invece ristrettissimi, popolati da piccole cerchie carbonare, con tutte le possibili varianti e dimensioni intermedie, dai nomi più fantasiosi, immaginifici o terribilmente banali.

giovedì 4 aprile 2019

a volte ritornano (i pali ...)

Eh sì, le tramvie "senza pali", quelle che a Bordeaux funzionano benissimo (clicca) e che invece a Firenze gli agenti dei Rettiliani hanno impedito di adottare per farci comprare fondi magazzino Sirio fatti a Pistoia, che solo altri agenti di oscure potenze dicono essere equivalenti a tutti quelli modernissimi in tutta Europa, di varie marche e modelli!
Le orride creature affermano poi che "le tramvie senza pali non esistono", e che al massimo qualcuna ha un breve tratto senza linea aerea, come a Reims. Come osanooooo!!
Ma Soros, i Savi di Sion, quelli del piano Kalergi e delle scie chimiche controllano anche la stampa (francese e del mondo intero) e fanno apparire sui media locali notizia falsissime come quelle su Hebdo du Vendredì o sulla TV regionale France3 del febbraio 2012 e del luglio 2017 !!
Dalle date, distanziate fra loro sull'intero periodo dalla messa in esercizio al presente, si ricava che le forze del male spacciano pinzillacchere per malfunzionamenti costanti della famosa alimentation par seul (APS) che Alstom ha rifilato a ben 4 città francesi e basta, in lunghi anni.

Gomblottoooo!!

PS Per i pigri: ecco a voi le schermate degli articoli in questione, se non ci sei già clicca su "continua a leggere" e vai alla seconda pagina. Per chi non ci crede invece, basta tonare su di qualche riga ai relativi link e leggere gli articoli in originale (in francese, ma comprensibile anche con conoscenze maccheroniche).

Bocce o mazze da cricket per la corsa a sindaco?

In Gran Bretagna e nelle (ex-) colonie è molto popolare il cricket, in cui si usa una apposita mazza. Proletari e contadini italici invece hanno il gioco delle bocce.
Stranamente ambedue i termini sono entrati in campagna elettorale grazie al candidato della Lega salviniana e del centro destra a rimorchio, un certo Ubaldo Bocci. Vediamo come è successo, attingendo all'intervista de La Nazione, in cui il nesso con il popolare gioco britannico appare circa a metà dell'articolo:   
La stazione Foster lei la farebbe?
«Veramente per me lì si potrebbe fare un campo di cricket».   
Sembra di capire che il buon Ubaldo bocci la stazione dell'alta velocità e con essa il sottoattraversamento di Firenze. Motivazioni non ne fornisce, ne quelle dei numerosi Comitati del NO (generalmente schierati all'ultrasinistra) ne contestando quelle addotte dal fronte del sì (liberazione di binari per il traffico locale ecc).
Le cose si fanno più difficili entrando nello spinoso tema delle tramvie. E qui Ubaldo ci sorprende un po':
Quindi è contrario alla nuova tramvia così com’è stata pensata?
«Su ciò vorrei ragionare di più. Non ne faccio una questione ideologica. Ma si è mai pensato che fra Santa Maria Novella e Rovezzano ci sono 5 stazioni ferroviarie? Si è mai ragionato a una possibile alternativa?».  
Bocci deve aver orecchiato una delle tante leggende che circolano fra i NoTramvia, ma in modo particolarmente dilettantesco. In discussione è infatti una linea Fortezza-Libertà-Beccaria-Giannotti-Europa-Bagno a Ripoli, dove non pare che ci siano ferrovie e relative stazioni. Scivoloni che capitano a chi non ha minimamente "ragionato" sulla cosa, magari informandosi e consultando qualche esperto (*). Tralasciamo pure che l'uso dell'infrastruttura ferroviaria, in se assai sensata, non può essere un'alternativa alla rete tramviaria. Pare infatti che i treni non facciano fermate ogni 300 metri, e non entrino nei quartieri per far salire e scendere la gente. Non a Scandicci, all'Isolotto, a Novoli o in piazza Leopoldo. E ancora meno sui tracciati previsti per le nuove linee.

venerdì 29 marzo 2019

12.000 auto in meno e la zappa sui piedi

A volte quelli che si credono furbi non si rendono conto che si stanno tirando la zappa sui piedi.
E' il caso di quelli che ironizzano sulle 12.000 auto in meno dopo la recente entrata in esercizio di nuove linee tranviarie, con cazzate del tipo "ma allora le restanti erano tutte in coda con me",  nel posto tale, quel giorno e a quell'ora.
Un po' come dire io vedo che il sole gira intorno alla Terra, quindi secoli di scienza erano favole.
Fin troppo facile far notare che quelle 12.000 auto in meno non se le inventa il Sindaco o i paladini delle tramvie (chiaramente prezzolati, come noi, che neanche amiamo Nardella), sono dati reali da rilevazioni fatte.
Sfugge a questi imbecilli il vero punto su cui si potrebbero fare le pulci alle politiche della mobilità della Giunta e di decenni: 12.000 auto in meno è piuttosto poco!
    

lunedì 25 marzo 2019

Comitati, professori e loro fedelissimi - intervista

Pochi giorni fa sono tornati alla ribalta vari Comitati contro le grandi opere inutili, con varie uscite in pubblico. L'ultima al Parterre, con il prof. Ziparo e altri accademici in ruoli di primo piano.
La vorremmo intervistare, se ha una decina di minuti da dedicarci.
    
R.: Ma certo, un po' di tempo glielo dedico volentieri
D.: Che impressione ha avuto dal recente seminario dei Comitati al Parterre, e dalle esternazioni che l'hanno preceduto di poco?
R.: Ci sono andato per sentire qualcosa di più su un tema serio posto dai comitati: la pianificazione, la mancanza di un piano della mobilità dell'area metropolitana fiorentina. Non  mi aspettavo qualcosa di pronto, ma almeno delle grandi linee, di proposte su cosa dovrebbe contenere quel piano. Invece nulla, a parte ripetere all'infinito che manca, che così non si fa ecc, nessuna indicazione. La fatica si è rivelata sprecata.
D.: Forse si sono concentrati più sui loro cavalli di battaglia, TAV, aeroporto, inceneritore, e su quello del momento, la tramvia
R.: Già mettere in un calderone TAV qui e in Val di Susa, autostrade, giardini di quartiere, aeroporto, inceneritori e tramvie mi pare assurdo. Una notte in cui tutte le vacche sono nere, su argomenti ognuno decisamente complesso da solo (eccetto forse i giochi per bambini in qualche piazza). E saltellare dall'uno all'altro in poche frasi ... bah!
D.: Ma che impressione ha avuto dalle relazioni?
R.: Le farò qualche esempio. Secondo Ziparo a Firenze si è rinunciato all'innovazione delle tramvie senza linea aerea. Le quali non esistono neanche su Urano. In qualche città si è ricorsi a tratti più o meno brevi a batteria o simili, nei centri storici (come quelli previsti per il Duomo a Firenze), per il resto sempre cavi, pali, ecc. Mi domando se il professore parli a vanvera, oppure conti su di un (ristretto) uditorio sempre disposto a credergli sulla parola.        

domenica 24 marzo 2019

Padova bel suol d'amore

Veramente nel titolo della canzone c'era Tripoli, non Padova, e celebrava l'occupazione della Libia nel 1911 come conquista di progresso e di uscita dalla miseria per molti italiani. Sappiamo come andò a finire, nel giro di alcuni decenni.
La tramvia di Padova, un Translohr su gomma e rotaia unica centrale, fu anche essa salutata come innovativa, meno costosa, meno invasiva, un'alternativa alle scelte "pesanti" di Firenze (che sono le stesse di tutto il resto del mondo).
L'esito è stato molto simile alla guerra in Libia: il produttore (del gruppo Alstom), dopo neanche un decennio di strabilianti successi (oltre a Padova e Mestre un altro paio di città francesi o di terre lontane) ha ammesso che si è trattato di un fallimento planetario e ne ha cessato la produzione.   
L'abbandono dell' "innovativo" tram su gomma è un dato di fatto, noto anche al grande pubblico dalla stampa locale di Padova e Mestre e da periodici specializzati (vedi qui per es.).
    

venerdì 22 marzo 2019

elezioni, che fare?

Le tram-bufale continuano, anche se mille volte smentite, del resto è la loro natura quella di essere del tutto impermeabili ad ogni raziocinio, e i loro diffusori a figure ridicole, vergogna, sputtanamenti.
Anzi, con l'avvicinarsi delle elezioni comunali è inevitabile che aumenti il loro numero, entità favolistica, ecc in modo esponenziale.
  
Il clima pre-elettorale ha anche portato il gruppetto che scrive su Firenze Immobile ed alcuni amici e suggeritori ad avviare una sconvolgente discussione sull'angosciante tema "cosa votare".
I punti di partenza erano poco omogenei, al di là dei temi della mobilità, che ovviamente è solo uno dei criteri che orientano il voto. Ma certo di grande peso per la città di Firenze, attanagliata da decenni dalla paralisi del traffico (e relativo inquinamento).
Fin troppo facile scartare i paladini dell'immobilità e del panorama quotidiano da terzo mondo, Lega, Fratellastri, Sforza Italietta e Casette fascistoidi varie: sia quelli che si identificano con il peggiore status quo per convinzione, sia i tanti opportunisti che cercano facili bacini elettorali nell'insoddisfazione o nel mugugno, e nella oramai radicata sfiducia in qualsiasi cosa odori anche solo di lontano di "istituzionale".
In breve:

No tramvie, no voto 

(e anche tutto il resto della mobilità)
   

sabato 9 marzo 2019

Come nasce e cresce una bufala

Su una delle tante pagine Feisbucc compare la ferale notizia:
l'orrido tram , anzi tramvia, non riusciva a salire sul ponte del S. Donato. La gente ha dovuto scendere e prendere un altro mezzo.
La notizia viene resa incontrovertibile con una testimonianza "me l'ah detto mio cuggino che lo ha saputo dal barista della ganza del cognato del mio barbiere".
Vabbè, di gente che crede a qualsiasi scemenza ce n'è tanta in giro, e i social network fanno da calamita e da raccoglitori.
Non c'è bisogno di scomodare i ponderosi studi sull'analfabetismo funzionale in cui l'Italia è ai vertici mondiali. (*) Troppi credono agli asini che volano, esagerato chiedere che si pongano delle domande: i tram prima e quelli dopo, come mai sono saliti senza problemi? E lo fanno da mesi?
Vabbè, una colossale cazzata a cui crederà qualche avventore del bar, magari digitale. 

martedì 19 febbraio 2019

Sottosopra - la tramvia per Bagno a Ripoli o qualche personaggio?

E' di questi giorni la santificazione del Soprintendente Pessina, in virtù del suo eroismo nel "bloccare" la tramvia per Bagno a Ripoli, per non spostare di 3 metri le alberature in viale Matteotti.
Nel processo canonico che porta un personaggio ad essere dichiarato santo, vengono vagliati i suoi atti, e talvolta si inciampa in cose non propriamente onorevoli o espressione di fede incrollabile.
Scavando appena un po' emerge che l'eroico dirigente ha per esempio approvato una fantastica opera che coniuga modernità, business e patrimonio storico intoccabile: la funivia dentro al Giardino di Boboli, come riferisce l'autorevole quotidiano La Nazione (vedi il titolo a destra e l'articolo qui).
Nel pensare male (a volte ci si azzecca) saltano fuori altre imprese del funzionario in questione: la residenza da favola di cui usufruiva a prezzi stracciati nel complesso di Palazzo Pitti e di nuovo Boboli, peraltro in buona compagnia di altri alti personaggi del Ministero per i Beni Culturali. E' sempre La Nazione che nel 2016 ce lo racconta (oltre al titolo nella figura destra, ancora un articolo tutto da cliccare e leggere).

Poi, in tempi recentissimi, ci sarebbe da chiedere al Sopraintendente Pessina come mai non è partito alla carica lancia in resta contro gli abbattimenti di alberi secolari sui viali dei colli, anche quelli lasciatici dall'arch. Poggi. Beh, certo lì non ci passano tramvie.
   

mercoledì 13 febbraio 2019

Dilettanti allo sbaraglio - solo loro?

La celebre trasmissione radio di Corrado dava in pasto alle belve artisti in erba che speravano di far successo, salire alla ribalta nel mondo dello spettacolo, ma che invece servivano a sollazzare istinti belluini di un pubblico simile quello del Colosseo.
I tempi di oggi sono meno feroci. Schiere di semianalfabeti e di creduloni possono spargere scemenze di ogni genere in web, con rischi minimi di essere svergognati, forse proprio perchè "giocano in casa", cioè fra sterminate orde di loro simili. Ovviamente su questi poveretti fanno leva alla grande politicanti che lisciano ogni genere di boiate, sapendo che tali sono, ma per loro comode.
Ma con i professionisti e gli "esperti" come stanno le cose? Sono immuni dal fare affermazioni azzardate e andare allo sbaraglio?
Prendiamone in esame qualcuno, in tempi più o meno recenti. Per esempio il famoso inventore del "micro-metrò", a suo tempo pubblicizzato alla grande dal politicante Razzanelli. Dobbiamo risalire al 2008 , perchè poi del suo progetto (che non è andato oltre qualche slide) si è perduta ogni traccia. Mai realizzato nulla di simile in  nessun parte dell'universo. Ma si presume che l'inventore almeno conoscesse bene la materia, i sistemi di mobilità urbana, nell'elaborare la sua creatura "micro-metrò". Ed eccolo, in una intervista su ToscanaOggi del 06/02/2008 (da leggere tutta) a dare prova di siffatta profonda conoscenza, su aspetti apparentemente marginali:  
   
"Nel confronto tra la nuova tramvia e quella che esisteva prima a Firenze ci sono due parametri diversi: prima di tutto lo scartamento. Quello attuale è di 1,435 metri, lo stesso del treno, contro il metro o poco più di prima. Poi la lunghezza delle vetture, 32 metri contro i 10 dei vecchi tram di Firenze."
    

martedì 12 febbraio 2019

Sull'orlo di una crisi di nervi

Il mitico film di Almodovar trova sempre nuovi modi per riemergere, deve essere una oscura trama dei Rettiliani, di Soros e il Nuovo Ordine Mondiale e anche del "complotto demo-giudaico-massonico bolscevico plutocratico" del buffone tragicomico di piazza Venezia.
Ma va ammesso: la partenza della tramvia per Novoli e Peretola (e prima di quella per Careggi) suscita una intima, malvagia, perfida soddisfazione.
Vede scornati quelli della Frega ExNord e di varie altre baracche e casette fascistoidi, che coerentemente amano sempre il peggio del peggio e lo status quo, in questo caso il traffico da terzo mondo (e guai a chi glielo tocca).
Vede anche uno dei (pochi)  punti a favore di Nardella, con l'ultimo anno di lavori che hanno fatto di più dei 4 precedenti, e dei 5 ancora prima che ci ha fatto perdere Renzi per le sue spropositate ambizioni tendenti alla megalomania. Un sindaco, quello attuale, poco autorevole, "fermissimo nel tentennare", che ricorda un po' Don Abbondio e insegue ogni genere di lobby, micro e macro-corporazioni, interessi e prepotenti vari, anche quando in contraddizione fra di loro. Ma sulle tramvie qualche punto lo ha guadagnato.
La partenza delle linee T1 (prolungata) e T2 fa da spartiacque in materia di mobilità anche a sinistra o oltre il PD: varie formazioni in ebollizione, pur criticandone (a buon motivo) vari aspetti, si ritrovano sulla necessità di dotare Firenze di una rete completa di tramvie; e di rafforzare la ZTL, di premere per ferrovie di area vasta, di gestire la sosta e gli accessi in auto da fuori città, di fare sul serio con la ciclabilità, con Nardella in tutto questo oscillante, che non fa bella figura.
   

giovedì 7 febbraio 2019

I bus elettrici e Shenzhen

Negli ultimi mesi sono apparsi vari articoli (*) sulla metropoli cinese di Shenzhen (circa 11 milioni di abitanti), incentrati sulla sua flotta di bus tutti elettrici.
Oltre al nome della città, forse mai sentito, pare poco conosciuto (e tralasciato dai reportage, probabilmente tutti basati sulla stessa notizia di France Press) anche il sistema di trasporto in essa in funzione, e in ulteriore sviluppo: metropolitane e tramvie. Un classico di ogni agglomerato urbano, le reti su ferro rappresentano la spina dorsale della mobilità, per capacità di trasporto, velocità, affidabilità, fuori da ogni interferenza con il traffico.
La rete su gomma rende più capillare il sistema. Cioè bus di varie dimensioni e capienza, che, come in tutto il mondo, portano agli snodi su ferro. Questi bus, con qualsiasi trazione, svolgono sempre la stessa funzione, sono "asserviti" in gran parte a metropolitane e tramvie, che non possono in alcun modo sostituire. E infatti non lo fanno, in nessuna città della galassia.

Da queste interessanti notizie poi saltano fuori i paladini del "bus elettrico", che secondo loro sarebbe la panacea unviersale per uscire dalla paralisi del traffico, senza ricorrere ai binari, pare fuori moda: facile, a costo irrisorio, in tempi rapidi, senza disagi o quasi.
Già la mitica e finora sconosciuta Shenzhen li smentisce, come qualsiasi paginetta sui sistemi di mobilità: nessun bus, elettrico o no, da capacità di trasporto neanche confrontabile con una tramvia moderna. Neppure quando si tratta di un quasi-tram, il cosiddetto jumbo bus (clicca e vedi), su corsia "protetta", blindata, ecc (che fra l'altro prende lo stesso o maggiore spazio di una tramvia e necessita di cantieri molto simili alle tramvie per impatto e costi).

mercoledì 6 febbraio 2019

Raziocinio

Nelle (spesso infuocate) discussioni sul traffico fiorentino, in ambienti virtuali, ma anche al bar o sui (poco letti e malridotti) quotidiani locali, è raro trovare che vengano messe in campo questioni reali. Usuale è il tifo da stadio, basato su incazzature con il mondo intero o con le "istituzioni" e la politica (che fanno molto per incentivarle); o altro tifo di chi vede minacciato il proprio tran tran quotidiano, ritenuto intoccabile e unico modo di vita pensabile. Oltre ai furbi che sfruttano leggende e bufale per ambizioni politiche.
Eppure capita anche di leggere questioni reali poste sul tavolo. Un esempio fra non molti, un post su Facebook che pone le seguenti tre domande:
1) in che percentuale il traffico privato verrà diminuito con una rete tranviaria? 
2) in che percentuale la tranvia servirà la popolazione residente?
3) era opportuno investire tot soldi per una rete di tranvie o era migliore un progetto di vera metro?
Vediamo le possibili risposte

martedì 5 febbraio 2019

Ma pali o non pali ...

Cantava il popolare Venditti, emulo di Mozart e di Schönberg ,"ma bomba o non bomba, arriveremo a Roma". Non si trattava proprio di musica dodecafonica, un semplice motivetto che a quei tempi restò nelle orecchie di tanti.
E che c'entrano i pali delle tramvie? Serve un balzo con la macchina del tempo, e poi ci siamo.
Quella delle tramvie senza pali è talmente entrata nella testa dei paladini del traffico da terzo mondo di Firenze, e della sua conservazione ad ogni costo, che la tirano fuori a getto continuo, spesso a sproposito. Ma non si deve essere troppo severi con la sensibilità popolare, se sfondoni colossali sulle tramvie senza pali sono uscite dalle autorevoli bocche del SottoSopraIntendente Pestina e dalla pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni Bavonessa Vicasoli a proposito del capolinea in piazza dell'Unità, si può avere comprensione per chi ne chiacchiera nei bar, fra un caffè e un gottino, o sulle pagine dei social network.

Cerchiamo di spiegare in modo comprensibile a tutti.
Le tramvie hanno sempre i "pali" con alimentazione da linea aerea e i convogli hanno pantografi per la presa di corrente dall'alto. In alcuni (pochi) casi è inoltre possibile, per certi tratti (non tutta la linea) l'alimentazione a batterie, come a Saragozza (vedi figura in alto), Siviglia, Nizza ecc.

lunedì 28 gennaio 2019

Il mondo alla rovescia

Finalmente nel febbraio anno domini 2019 parte la tramvia T2, da S. Maria Novella all'aeroporto, che traversa la popolosissima Novoli e una bella parte di Firenze nord.
Lo fa con 1 anno di ritardo rispetto al cronoprogramma dei cantieri. E dopo che il Granduca del Lampredotto Renzi aveva tenuto tutto fermo per 5 anni (e fatto altri disastri). Anzi, dall'avvio dei progetti di rete tramviaria sono passati più di 25 anni.
Oltre al sollievo e ad un liberatorio "finalmente!!", quelli che la volevano (anzi, ne vogliono altre linee) hanno buon motivo per essere incazzati: per i tempi lunghissimi dei cantieri, e prima della progettazione, delle (spesso finte) discussioni con tutti i possibili oppositori e paladini del traffico da terzo mondo di Firenze.
Assai più strano invece che ad urlare forte sul ritardo (vero) siano proprio quelli che non la volevano, ne la T2 per l'aeroporto, ne la T1 da Scandicci o ancora meno il prolungamento per Careggi, che serve il denso quartiere di Rifredi. Anzi, ad urlare più forte per il ritardo sono quelli che non vogliono proprio nessuna tramvia, e farneticano di alternative fasulle come il filobus e le corsie preferenziali ("protette") o di assurdità come la metropolitana per una città media come Firenze.
Un banale parallelismo è che una centrale atomica subisce ritardi nella costruzione, ma protestano fortemente al grido di "scandalooo!" diabolici radical-ecologisti e non quelli che l'hanno voluta e sostenuta a spada tratta.

giovedì 24 gennaio 2019

In Cina

ci sono autobus che passano sopra al traffico, senza intralciarlo, funzionano già, informatevi, siete rimasti all'età della pietra, la tecnologia va avanti!
Non ci credete? Ecco la foto, qui accanto, guardate, altro che bufala, siete pagati da chi produce tramvie, metropolitane, biciclette, e anche da Soros e dai Rettiliani che vogliono distruggere l'economia italiana, anzi mondiale, e poi impadronirsi del pianeta e poi siete fissati con la riduzione del traffico, che secondo voi sarebbe troppo invasivo, e invece non è vero, le soluzioni ci sono, ma i Savi di Sion le tengono nascoste, non ve le fanno vedere in televisione, per soggiogarvi, e noi poveri cristi come si dovrebbe andare al lavoro, qui non siamo ad Amsterdam, dove c'è il sole tutto l'hanno (*) e poi lì si fanno le canne anche la polizia, e poi c'è tanta gente che della macchina non pole mica fanne a meno, e come la porta la cartella quando va a fare l'usciere ai Catasto, e ai calcetto la sera come ci dovrebbe andare, che poi se rimane in coda e gli tocca a tornare a casa prima trova la moglie a letto coi ganzo!

(oh, mi raccomando, clicca su "continua a leggere", anche se gli pseudo-ambientalisti un' vogliano)

martedì 22 gennaio 2019

Io non ci vivrei ...

(l' "incanto dei viali del Poggi")
disse una che smoccolava tutti i giorni per parcheggiare vicino all'ufficio, pagava sulle odiate strisce blu o prendeva multe, si faceva belle code per spostarsi (alla guida) da viale Giannotti a piazza della Libertà (*) e ritorno. In mezzo ad uno dei suoi mugugni mentre timbrava il cartellino, mi svelò il suo percorso quotidiano, non potei trattenermi da un "e tu ti rompi i coglioni tutti giorni in macchina da lì a qui?"
Mi guardò come fossi un marziano, alzando le sopracciglia con sussiego, e sibilando "e come dovrei venire"?
Non le suggerii la bici,  che in effetti sarebbe stata per lei comoda, veloce ecc, ma solo che aveva a pochi metri da casa le fermate di bus frequenti come 8, 23, 31-32-33 con cui scendeva davanti all'ufficio o poco più in la.

La signora aveva l'aria arcigna e inacidita, la fatidica frase (io non ci vivrei) saltò fuori quando le raccontai che per esempio a Zxxxx (città a un tiro di schioppo) per i residenti del vasto centro pedonalizzato il parcheggio realizzato appositamente era a circa 11 km , comodamente raggiungibile ... in tram.

Forse si troverebbe meglio in Arabia Saudita?

NdR
(*) nomi delle strade cambiati per praivasy, ma quelle vere sono forse ancora più significative

lunedì 21 gennaio 2019

O 'un poteano ...

Ma anche "perchè 'un fanno ..."
E qui la fantasia popolare si scatena. La domanda di fondo, angosciante, è: cosa accomuna "alternative alla tramvia" lontane anni luce l'una dall'altra?
Si va dal metrò al filobus, con incursioni sul teletrasporto, tutto il possibile che c'è in mezzo, e spesso anche fuori dal mondo.
Eppure hanno tutte una certa presa nella credulità popolare, tant'è che spesso qualcuno, coinvolto in una discussione surreale, passa dall'una all'altra come nulla fosse. Come dire, dall'aspirina all'amputazione nella cura di un tumore.
Il fattore comune in realtà c'è (almeno nelle illusioni e nelle fantasie):
non cambiare di una virgola le proprie abitudini
Cioè sarà qualcun altro a prendere l'ipotetica metropolitana a 25 metri di profondità, o il filobus in  mezzo al traffico come ora i mezzi Ataf, mentre chi grida alle "alternative" potrà tranquillamente continuare a salire in macchina la mattina, farsi qualche chilometro (in coda), cercare parcheggio, spendere 4000 € o più l'anno per il solo possesso del giocattolo,  ecc ecc.
C'è un fattore antropologico dietro a questa illusione, forse sempre esistito ma venuto alla ribalta, in primissimo piano, negli ultimi decenni di arretramento, peggioramento, rinuncia ad ogni sia pur  minima aspirazione e prospettiva di cambiamento, di migliorare la propria realtà, o addirittura quella dell'intera società. Non solo è sparito dall'orizzonte, ma è diventato addirittura un nemico il "mondo migliore".
E dalla rinuncia a sovvertimenti epocali si passa a quella del proprio piccolo, meschino quotidiano.
Una vita miserabile, da difendere con le unghie e coi denti, per quanto di merda essa sia.


Immobilità - non solo nel traffico

L'immobilità è generalmente associata al traffico. Che in effetti è quasi una cartina al tornasole del grave stato di cancrena anche mentale di una città.
Parigi, Berlino, Vienna ...
Eppure anche il provincialismo fa parte della cronica malattia, ancora più grave nel caso di frasi fatte quanto vuote a base di "la mia bella Firenze", "la città più bella del mondo" ecc

Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande,
che per mare e per terra batti l’ali,
e per lo ’nferno tuo nome si spande!
    Tra li ladron trovai cinque cotali
tuoi cittadini onde mi ven vergogna,
e tu in grande orranza non ne sali.
(Inferno, Canto XXVI)

All'immobilità del provincialismo fiorentino, e a suoi vari aspetti, sono dedicati vari articoli su Firenze Immobile, da cliccare e leggere.

I luoghi della musica, a Firenze e altrove
(...) il Teatro del Maggio Fiorentino, i Berliner Philarmoniker, la Wiener Staatsoper, il Muziekgebouw di Amsterdam. E la storia che li circonda.


lunedì 14 gennaio 2019

La bellezza violata

Apprezzammo molto i fiammeggianti articoli sulla "bellezza violata" apparsi sul Corriere Fiorentino, con un vero grido di dolore che da tante parti d'Italia si leva verso di noi (*) ... Ops, no, scusate quello era Vittorio Emanuele II nel 1859 ...
Però i due articoli restano negli annali del giornalismo combattivo, e sicuramente concorreranno a qualche premio internazionale del settore.
Per una fortunosa coincidenza siamo riusciti a ingaggiare il nostro amico di nobili origini, pari grado dell' autrice del pezzo sul Corriere Fiorentino, e lo abbiamo convinto a partecipare ad una intervista.

D.: Cosa ci dice sulla "bellezza violata", o "aggredita", dalla tramvia in piazza stazione?
R.: La cava pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni Bavonessa Vicasoli con quel magistrale articolo si è guadagnata  honoris causa un nuovo titolo accademico, quello di espevta mondiale di estetica dei tvaspovti
D.: Su, non vada troppo lontano, la professoressa parlava della tramvia in piazza Stazione ....
R.: Chiedo venia, quando incontvevò la pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni Bavonessa Vicasoli  le chiedevò se eva in autobus, a piedi, su una Panda o su una limousine, quando è stata folgovata dall'ovvida visione
   

domenica 13 gennaio 2019

In coda si inquina di più ?

Con frequenza variabile, ma cresciuta molto di recente, c'è l'affermazione che se si fanno stare in coda i mezzi con motore a scoppio, l'inquinamento aumenta.

Proviamo a scomporre il problema:
  1. auto, furgoni (e anche scooter) causano altissimo inquinamento - valore convenzionale +100 per l'intero circolante 
  2. per abbattere l'inquinamento va ridotto radicalmente l'uso dell'auto (che strano ...)
  3. l'uso dell'auto va sostituito con reti su ferro: tramvie (da fare), ferrovie (dove ci sono), metrò (in grandi città)  - il valore di inquinamento +100 si riduce in proporzione al minore uso dell'auto (-20, -30  ecc). Redistribuendo lo spazio stradale da traffico motorizzato a tramvie, ciclabilità ecc si ottiene lo spostamento di alte quote di mobilità da gomma a ferro 
  4. con le tramvie le auto residue stanno (a volte) più in coda  (+5 di inquinamento), ottimo scoraggiamento, e ciò spinge a cambiare mezzo di trasporto 
  5. rete tramviaria (e ciclabile) completa stimabile in -60/70 inquinamento (5 volte riduzione da 1 sola tramvia)

giovedì 10 gennaio 2019

Il cacciatore, il pescatore e il traffico

Un tempo giravano molto le barzellette sul cacciatore e il pescatore che al bar si vantavano dei loro strabilianti successi, in un crescendo a chi le sparava più grosse: lepri di quasi 2 metri, trote da 25 kg, e via ad ogni rilancio esagerazioni sempre più esorbitanti.
Una versione più colta ci viene da Plauto, con il suo Miles Gloriosus, ma qui si va sul difficile, e non vogliamo strapazzare troppo il sapere dei lettori abituati alle chiacchiere da bar.
Sono molti però i personaggi che si contendono fieramente il ruolo di cacciatore o di pescatore con le loro sbruffonate. C'è solo l'imbarazzo della scelta.
Si va dall' ingegnere esoterico che imperversa su Facebook, in decine di gruppi e pagine, con i "modelli matematici" del traffico da lui stesso sviluppati, poi ci sono nobildonne che si sono guadagnate sul campo, honoris causa, il titolo accademico di docente di estetica dei trasporti. Da non dimenticare politicanti del partito che si è fregato 49 milioni e che ora vorrebbe disfare e rifare le tramvie esistenti per ... togliere cordoli alti 5-6 cm - o addirittura alimentarle da terra, secondo modelli di successo mondiale che si bloccano ... quando piove (vedi qui).
In democrazia non si deve poi far torto ai tanti ometti e donnette senza titoli e qualifiche, che però sanno con certezza che "basterebbe ...", o arringano gli altri avventori del bar o del mercato rionale con fiammeggianti parole "o 'un poteano ..."


mercoledì 9 gennaio 2019

Tramvie a batterie, quando, dove, perchè

Un nuova firma su Firenze Immobile, quella di "Trasportista Anonimo", che ci ha inviato un contributo sul tema trazione a batterie e sulle vicende che l'hanno segnata fin dai tempi del progetto di passaggio della tramvia a fianco del Battistero.
Un tema su cui si sentono sfondoni e favole di ogni genere, su cui certamente torneremo. Ma intanto diamo la parola al misterioso esperto, che esiste, ha un nome  e cognome e ci onora di qualche sua paginetta, e che sicuramente non parla a vanvera
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Quando furono progettate le T2 e T3 non esistevano tram industrializzati atti a percorrere alcune centinaia di metri utilizzando l'energia immagazzinata in batterie a bordo. Prima dello stralcio del passaggio della T2 da Piazza Duomo, il Comune di Firenze chiese ad AnsaldoBreda, costruttrice del tram Sirio, se fosse possibile installare a bordo delle batterie per evitare di installare la linea aerea nel tratto di linea tra Piazza dell'Unità d'Italia e Piazza San Marco. Questo studio evidenziò che era tecnicamente fattibile ma sarebbe stato necessario eliminare diversi posti a sedere ed in piedi, modificare la struttura del veicolo per resistere al maggior peso delle batterie (all'epoca non erano ancora sufficientemente industrializzate quelle oggi utilizzate nelle autovetture ibride) e procedere a nuova omologazione del veicolo. In pratica si sarebbe trattato di un'applicazione sostanzialmente sperimentale e non industriale, con tutti i rischi del caso. A causa dell'aumento del costo a vita intera del veicolo, causato dai maggiori costi di progettazione, produzione e soprattutto manutenzione (le batterie ipotizzate dovevano essere sostituite frequentemente), la fattibilità economica dell'intera infrastruttura era a rischio.

venerdì 4 gennaio 2019

Frega i pali della tramvia, e ora?

Calma, niente paura, le tramvie non si fermeranno per mancanza di alimentazione elettrica dall'alto, perchè qualcuno si è fregato i pali. No, non temete, neanche la pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni bavonessa Vicasoli, nota espevta mondiale di estetica dei tvaspovti, oserebbe tanto.
Si tratta di un gioco di parole con la Lega (ex-Nord) a seguito dei famigerati 49 milioni di euro sottratti agli italiani (prima loro, ovviamente) secondo alcuni maligni.
Eppure c'è un certo apprezzamento per la recente presa di posizione del partito di Salvini a Firenze apparsa su La Nazione: vuole la tramvia, a patto che sia senza pali, senza neanche bisogno di fregarseli.
Fra le tante castronerie che si sentono in giro è un bel passo avanti. Niente metrò quindi (neanche "micro"), una scemenza costosissima e inadeguata, come forse sanno gli uomini di Salvini. No, anzi, la tramvia da realizzare sarà (inevitabilmente) "invasiva", cioè si prenderà 2 corsie destinate al traffico, non potendo smaterializzarsi. E non sarà neanche "leggera", una boiata inesistente che viene lasciata ai fantasisti del Corrier-ino Fiorentino, ai bufalari del web e forse (ma la notizia non è confermata) ai 5 Stelle.  Poi ovviamente niente filobus in centro come alternativa (non credo piacerebbe alla cava pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni bavonessa Vicasoli),  un'idea strampalata. E neanche busvia, jumbo bus e simili, che prendono lo stesso spazio di una tramvia, e un po' di più, con minore capacità di trasporto, cantieri e costi molto simili.