Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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mercoledì 12 dicembre 2018

La leggerezza (dell'essere? insostenibile?)

Milan Kundera non avrebbe mai pensato che il suo celebre romanzo e le gesta erotiche in esso celebrate poeticamente, trovasse echi nella Firenze del 2018. Forse la cosa gli giungerà all'orecchio, non è ben chiaro se lo rallegrerà o forse lo incupirà.
Epigoni al limite del ridicolo, in tempi sciagurati, su temi strampalati e orge di cazzate virtuali, ce ne sono in abbondanza per una narrazione di grande attualità.
La parola "leggerezza" ha fatto breccia nell'immaginario, e anche nella loquela spesso sgrammaticata, di urlatori fiorentini a proposito di sistemi di mobilità per la città, a volte facendo riferimento a futuristiche invenzioni cinesi, o francesi, o semplicemente nella testa di auto-nominati esperti diffusori di bufale, favole e altre scemenze.
Il SottoSopraIntendente Pestina, quello che nella rovente polemica sull'alimentazione da catenaria della tramvia in piazza Stazione, ci ha lasciato un vera pietra miliare: "ci sono oggi sistemi più leggeri" ecc ecc, riportato con roboanti toni sul  foglio di provincia La Fazione, da un giornalista in odore di premio Pulitzer. Nessuno ha avuto la possibilità di domandare all'autorevole archeologo e auto-nominato ingegnere quali sarebbero questi "sistemi più leggeri" di cui parla (vedi qui un'ipotesi) e in che modo potrebbero essere utilizzabili per non ricordare all'arch. Michelucci, che, sì, intorno alla sua stazione, prima, durante e dopo la costruzione c'erano fasci di binari, pali e grovigli di cavi dei tram.
Sul tema si era gettata con fervore anche la pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni bavonessa Vicasoli (ci si perdoni se riprendiamo la pronuncia e la grafia di un ammiratore di nobili origini ...), con il suo celebre grido di dolore sulla "bellezza violata" in cui, da docente di diritto costituzionale, assurgeva ad autorità mondiale di estetica dei trasporti.
Molto di moda sono anche le "metropolitane leggere", dove chi le propugna spesso non sa poi spiegare in cosa sarebbero meno pesanti di altre: basta la parola! Si va dalle dimensioni del tunnel e dei convogli, al fatto che siano in superficie o sotterranee, su gomma o su rotaia, a guida automatica o no, magari ricavate da percorsi ferroviari, o addirittura identificate con tramvie che transitano in parte in sotterranea. Il fascino della parola "legger-o/a" si perde in chi la usa quando scopre (se lo scopre) che si tratta semplicemente di infrastrutture con capacità di trasporto minori rispetto a quelle classiche, ma con tutte le caratteristiche di esse: fermate molto più distanziate e minore capillarità di una tramvia, costi vicini a quelli delle sorelle maggiori ecc. Una delusione insomma!

Una delle più bizzarre versioni di metropolitana detta leggera è il celebre micro-metrò propagandato dal politicante fiorentino Razzanelli: una sola direzione di marcia, quindi un unico tunnel invece di due, con percorsi a serpentina per avere stazioni che raccolgano i passeggeri in più punti della città. Per andare da piazza della Libertà alla stazione si dovrebbe passare per p.za Donatello, p.za Beccaria, p.za Alberti, viale Europa, stadio, di nuovo p.za Beccaria, S. Croce, p.za Repubblica e finalmente S.M. Novella.
Niente del genere è mai stato realizzato in nessuna parte della galassia, nonostante la vastissima varietà e quantità di metropolitane esistenti, dal Giappone agli USA, passando per la vecchia Europa. Sarà un caso di genio incompreso?
Ed infatti, benchè spacciato per "progetto" (con tanto di ipotetici, molto fantasiosi costi), non esiste neanche uno studio di fattibilità, eccetto una manciata di slide per abbindolare il grande pubblico e qualche immagine che suscita la fantasia popolare.
Resta soltanto la parola magica "leggera", rafforzata dalla locuzione "micro".

L'aggettivo tuttofare viene poi applicato ad un infinità di soluzioni trasportistiche:  bussini elettrici o a vapore, automobiline a batterie, monopattini, fino alle scale mobili e i tapis roulant,  ovviamente e rigorosamente"leggeri" o "leggere", eccheccazzo! Un leggerezza che trova la sua apoteosi nel teletrasporto, la smaterializzazione e la propulsione a curvatura di Star Trek. O semplicemente nello stare a casa, non uscirne mai, preferibilmente in pantofole seduti sul divano.

Pensavate voi che si fossero esaurite tutte le possibilità di mezzi di trasporto leggeri? Grave sottovalutazione dell'ingegno umano!!
tram "leggero" (XIX sec)

Ci sono anche le tramvie leggere!!

La loro definizione parte dal contrasto con quella fiorentina, detta anche trenovia, "mostro che distruggerà Firenze" (non lo ha già fatto?) ecc, e di conseguenza con tutti i tram di tutta Europa e di tutto il mondo, con cui condivide profilo, dimensioni, alimentazione, capacità di trasporto, binari ecc.
Interrogando chi usa la locuzione di tramvia leggera è molto difficile ottenere risposta, trattandosi probabilmente di appartenenti ad una setta iniziatica che vincola al segreto i suoi membri. Bisogna perciò andare per ipotesi.
Saranno i trammini del secolo scorso, sferraglianti e cigolanti, illustrati in tante foto storiche anche di Firenze?
O forse tram moderni ma le cui linee vengono progettate in promiscuo con il traffico, in modo da non intralciarlo, e al tempo stesso spendendo molto per non avere nessun effetto sulla mobilità?
Ovviamente c'è la solida ipotesi che ci si riferisca alle mitiche tramvie senza pali, come quella di Bordeaux, particolarmente leggera perché funziona tutti i giorni in estate, mentre con la pioggia, il freddo o la neve si blocca un giorno sì e due no. Oppure la mitica tramvia su gomma, quella che di Mestre e Padova, di tale leggerezza e successo da farne abbandonare la produzione? Che poi avevano circa lo stesso ingombro, pali, cavi, cantieri per farle come quelle "pesanti".
Resta un'ipotesi: le tramvie a scartamento ridotto. Per ottenere risposte dovremo però catturare un adepto della Setta delle Tramvie Leggere e torturarlo orrendamente per fargli infrangere il giuramento di silenzio. O ingaggiare qualche agente segreto mercenario e portare a termine lo spionaggio mediatico-industriale. Soluzioni piuttosto cruente e costose. Ultima ancora di salvezza, sperare che i mitici Comitati NoTram si sbilancino su una proposta da essi già ventilata di tramvia "meno invasiva" a scartamento ridotto, come pare ne esista qualcuna in alcune città europee.
Ne faremo oggetto di un prossimo articolo. Un vero thriller!