Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
_________________________________________________

martedì 19 febbraio 2019

Sottosopra - la tramvia per Bagno a Ripoli o qualche personaggio?

E' di questi giorni la santificazione del Soprintendente Pessina, in virtù del suo eroismo nel "bloccare" la tramvia per Bagno a Ripoli, per non spostare di 3 metri le alberature in viale Matteotti.
Nel processo canonico che porta un personaggio ad essere dichiarato santo, vengono vagliati i suoi atti, e talvolta si inciampa in cose non propriamente onorevoli o espressione di fede incrollabile.
Scavando appena un po' emerge che l'eroico dirigente ha per esempio approvato una fantastica opera che coniuga modernità, business e patrimonio storico intoccabile: la funivia dentro al Giardino di Boboli, come riferisce l'autorevole quotidiano La Nazione (vedi il titolo a destra e l'articolo qui).
Nel pensare male (a volte ci si azzecca) saltano fuori altre imprese del funzionario in questione: la residenza da favola di cui usufruiva a prezzi stracciati nel complesso di Palazzo Pitti e di nuovo Boboli, peraltro in buona compagnia di altri alti personaggi del Ministero per i Beni Culturali. E' sempre La Nazione che nel 2016 ce lo racconta (oltre al titolo nella figura destra, ancora un articolo tutto da cliccare e leggere).

Poi, in tempi recentissimi, ci sarebbe da chiedere al Sopraintendente Pessina come mai non è partito alla carica lancia in resta contro gli abbattimenti di alberi secolari sui viali dei colli, anche quelli lasciatici dall'arch. Poggi. Beh, certo lì non ci passano tramvie.
   

mercoledì 13 febbraio 2019

Dilettanti allo sbaraglio - solo loro?

La celebre trasmissione radio di Corrado dava in pasto alle belve artisti in erba che speravano di far successo, salire alla ribalta nel mondo dello spettacolo, ma che invece servivano a sollazzare istinti belluini di un pubblico simile quello del Colosseo.
I tempi di oggi sono meno feroci. Schiere di semianalfabeti e di creduloni possono spargere scemenze di ogni genere in web, con rischi minimi di essere svergognati, forse proprio perchè "giocano in casa", cioè fra sterminate orde di loro simili. Ovviamente su questi poveretti fanno leva alla grande politicanti che lisciano ogni genere di boiate, sapendo che tali sono, ma per loro comode.
Ma con i professionisti e gli "esperti" come stanno le cose? Sono immuni dal fare affermazioni azzardate e andare allo sbaraglio?
Prendiamone in esame qualcuno, in tempi più o meno recenti. Per esempio il famoso inventore del "micro-metrò", a suo tempo pubblicizzato alla grande dal politicante Razzanelli. Dobbiamo risalire al 2008 , perchè poi del suo progetto (che non è andato oltre qualche slide) si è perduta ogni traccia. Mai realizzato nulla di simile in  nessun parte dell'universo. Ma si presume che l'inventore almeno conoscesse bene la materia, i sistemi di mobilità urbana, nell'elaborare la sua creatura "micro-metrò". Ed eccolo, in una intervista su ToscanaOggi del 06/02/2008 (da leggere tutta) a dare prova di siffatta profonda conoscenza, su aspetti apparentemente marginali:  
   
"Nel confronto tra la nuova tramvia e quella che esisteva prima a Firenze ci sono due parametri diversi: prima di tutto lo scartamento. Quello attuale è di 1,435 metri, lo stesso del treno, contro il metro o poco più di prima. Poi la lunghezza delle vetture, 32 metri contro i 10 dei vecchi tram di Firenze."
    

martedì 12 febbraio 2019

Sull'orlo di una crisi di nervi

Il mitico film di Almodovar trova sempre nuovi modi per riemergere, deve essere una oscura trama dei Rettiliani, di Soros e il Nuovo Ordine Mondiale e anche del "complotto demo-giudaico-massonico bolscevico plutocratico" del buffone tragicomico di piazza Venezia.
Ma va ammesso: la partenza della tramvia per Novoli e Peretola (e prima di quella per Careggi) suscita una intima, malvagia, perfida soddisfazione.
Vede scornati quelli della Frega ExNord e di varie altre baracche e casette fascistoidi, che coerentemente amano sempre il peggio del peggio e lo status quo, in questo caso il traffico da terzo mondo (e guai a chi glielo tocca).
Vede anche uno dei (pochi)  punti a favore di Nardella, con l'ultimo anno di lavori che hanno fatto di più dei 4 precedenti, e dei 5 ancora prima che ci ha fatto perdere Renzi per le sue spropositate ambizioni tendenti alla megalomania. Un sindaco, quello attuale, poco autorevole, "fermissimo nel tentennare", che ricorda un po' Don Abbondio e insegue ogni genere di lobby, micro e macro-corporazioni, interessi e prepotenti vari, anche quando in contraddizione fra di loro. Ma sulle tramvie qualche punto lo ha guadagnato.
La partenza delle linee T1 (prolungata) e T2 fa da spartiacque in materia di mobilità anche a sinistra o oltre il PD: varie formazioni in ebollizione, pur criticandone (a buon motivo) vari aspetti, si ritrovano sulla necessità di dotare Firenze di una rete completa di tramvie; e di rafforzare la ZTL, di premere per ferrovie di area vasta, di gestire la sosta e gli accessi in auto da fuori città, di fare sul serio con la ciclabilità, con Nardella in tutto questo oscillante, che non fa bella figura.
   

giovedì 7 febbraio 2019

I bus elettrici e Shenzhen

Negli ultimi mesi sono apparsi vari articoli (*) sulla metropoli cinese di Shenzhen (circa 11 milioni di abitanti), incentrati sulla sua flotta di bus tutti elettrici.
Oltre al nome della città, forse mai sentito, pare poco conosciuto (e tralasciato dai reportage, probabilmente tutti basati sulla stessa notizia di France Press) anche il sistema di trasporto in essa in funzione, e in ulteriore sviluppo: metropolitane e tramvie. Un classico di ogni agglomerato urbano, le reti su ferro rappresentano la spina dorsale della mobilità, per capacità di trasporto, velocità, affidabilità, fuori da ogni interferenza con il traffico.
La rete su gomma rende più capillare il sistema. Cioè bus di varie dimensioni e capienza, che, come in tutto il mondo, portano agli snodi su ferro. Questi bus, con qualsiasi trazione, svolgono sempre la stessa funzione, sono "asserviti" in gran parte a metropolitane e tramvie, che non possono in alcun modo sostituire. E infatti non lo fanno, in nessuna città della galassia.

Da queste interessanti notizie poi saltano fuori i paladini del "bus elettrico", che secondo loro sarebbe la panacea unviersale per uscire dalla paralisi del traffico, senza ricorrere ai binari, pare fuori moda: facile, a costo irrisorio, in tempi rapidi, senza disagi o quasi.
Già la mitica e finora sconosciuta Shenzhen li smentisce, come qualsiasi paginetta sui sistemi di mobilità: nessun bus, elettrico o no, da capacità di trasporto neanche confrontabile con una tramvia moderna. Neppure quando si tratta di un quasi-tram, il cosiddetto jumbo bus (clicca e vedi), su corsia "protetta", blindata, ecc (che fra l'altro prende lo stesso o maggiore spazio di una tramvia e necessita di cantieri molto simili alle tramvie per impatto e costi).

mercoledì 6 febbraio 2019

Raziocinio

Nelle (spesso infuocate) discussioni sul traffico fiorentino, in ambienti virtuali, ma anche al bar o sui (poco letti e malridotti) quotidiani locali, è raro trovare che vengano messe in campo questioni reali. Usuale è il tifo da stadio, basato su incazzature con il mondo intero o con le "istituzioni" e la politica (che fanno molto per incentivarle); o altro tifo di chi vede minacciato il proprio tran tran quotidiano, ritenuto intoccabile e unico modo di vita pensabile. Oltre ai furbi che sfruttano leggende e bufale per ambizioni politiche.
Eppure capita anche di leggere questioni reali poste sul tavolo. Un esempio fra non molti, un post su Facebook che pone le seguenti tre domande:
1) in che percentuale il traffico privato verrà diminuito con una rete tranviaria? 
2) in che percentuale la tranvia servirà la popolazione residente?
3) era opportuno investire tot soldi per una rete di tranvie o era migliore un progetto di vera metro?
Vediamo le possibili risposte

martedì 5 febbraio 2019

Ma pali o non pali ...

Cantava il popolare Venditti, emulo di Mozart e di Schönberg ,"ma bomba o non bomba, arriveremo a Roma". Non si trattava proprio di musica dodecafonica, un semplice motivetto che a quei tempi restò nelle orecchie di tanti.
E che c'entrano i pali delle tramvie? Serve un balzo con la macchina del tempo, e poi ci siamo.
Quella delle tramvie senza pali è talmente entrata nella testa dei paladini del traffico da terzo mondo di Firenze, e della sua conservazione ad ogni costo, che la tirano fuori a getto continuo, spesso a sproposito. Ma non si deve essere troppo severi con la sensibilità popolare, se sfondoni colossali sulle tramvie senza pali sono uscite dalle autorevoli bocche del SottoSopraIntendente Pestina e dalla pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni Bavonessa Vicasoli a proposito del capolinea in piazza dell'Unità, si può avere comprensione per chi ne chiacchiera nei bar, fra un caffè e un gottino, o sulle pagine dei social network.

Cerchiamo di spiegare in modo comprensibile a tutti.
Le tramvie hanno sempre i "pali" con alimentazione da linea aerea e i convogli hanno pantografi per la presa di corrente dall'alto. In alcuni (pochi) casi è inoltre possibile, per certi tratti (non tutta la linea) l'alimentazione a batterie, come a Saragozza (vedi figura in alto), Siviglia, Nizza ecc.