Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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lunedì 31 dicembre 2018

Corriere (fiorentino): rivelazioni sulla tramvia per Bagno a Ripoli

Caro Corriere Fiorentino, l'anno volge al termine con tue parole scolpite nella pietra sul rovente tema della tramvia fiorentina. Dopo che la strada era stata aperta dal Direttore con un editoriale, anche un suo giornalista si è lanciato in proposte concrete. Un buon segno, nel desolante quadro di sbraitamenti a vanvera a destra e a manca. Passano in secondo piano affermazioni di corrosivi critici, a sentir i quali le autorevoli penne parlano di cose che non conoscono, ma facendo finta di saperne molto e di avere geniali soluzioni in tasca. Che sfacciataggine!! Altri commentatori però suggeriscono che la prestigiosa testata disponga di ottimi esperti, che i giornalisti e lo stesso direttore consultano prima di uscire con articoli ed editoriali su temi complessi e di grande attualità, come appunto la mobilità cittadina, le tramvie, l'urbanistica ecc.
Oggi su queste modeste pagine web, dopo le lodi sperticate al Piccolo Scrivano Fiorentino (clicca per leggere) per il suo articolo sulle "alternative alla tramvia", non possiamo esimerci dal prendere in esame quanto scriveva pochi giorni prima il Direttore in persona, in autentiche arringhe ai suoi numerosissimi e affezionati lettori, con un memorabile pezzo (reperibile  in originale con un click verso il sito del quotidiano).
Ma veniamo al succo, cominciando dalle  considerazioni estetiche.

La tramvia per Bagno a Ripoli, secondo il Direttore, comporta "lo stravolgimento urbanistico e scenografico della città ottocentesca realizzata dall’architetto Giuseppe Poggi".  
Ma i viali e l'intera città non erano già deturpati da binari, pali, cavi, ai tempi del grande urbanista fiorentino? E lui, il grande architetto, ha sventrato Firenze e fatto abbattere le mura medievali, per inorridire poi nel far circolare tram (sferraglianti, prima a cavalli, poi a vapore e infine elettrici) fin dentro l'opera della sua vita, carne della sua carne?

sabato 29 dicembre 2018

Il piccolo scrivano fiorentino

Il melenso libro per ragazzi di De Amicis, con la Piccola Vedetta Lombarda e altre storie strappalacrime, non ci dimentica e ci fa gonfiare il cuore di orgoglio cittadino con il Piccolo Scrivano Fiorentino. 
Ma se le orride imprese del malvagio Franti ("e l'infame sorrise ...") fossero storie manipolate ad hoc, in stile giornalismo da colonna infame?
E se ci fosse nella realtà anche un Garrone, l' "anima nobile", che con la sua forza difende i più deboli?
Ma la domanda davvero assillante è: cosa ci riporta a tempi lontani e a inquietanti spiriti patriottici?
Non ci crederete, ma è il Corrier(ino) Fiorentino e il suo odierno fondo su "L'ALTERNATIVA ALLA TRAMVIA". Originalissimo titolo che già da solo farebbe concorrere ad un qualche premio a giornalismi dei più vari.
Il pezzo ha il pregio di concentrare in poco spazio tutte le alternative fasulle, esistenti solo per chi ci vuole credere. Vediamole. Il giornalista ammette (bontà sua) che anche la busvia si prenderebbe due corsie sui viali (in realtà occupano più spazio dei binari del tram, ma tale know-how sarebbe pretendere troppo). E passa quindi al filobus (stesso ingombro) da far transitare però in centro, invece che sui viali. Con cavi aerei (doppi). Alt, però il giornalista ci svela si potrebbero far andare a batteria, no? E qui si capisce subito che non si è preso la briga di studiacchiare la materia, magari solo di dare un colpo di telefono a qualche esperto. La trazione a batteria è praticabile solo per brevi tratti. Come per le tramvie. E da dove dovrebbero passare questi ipotetici filobus? Oltre che in centro (con doppi cavi quasi dappertutto), su quale ponte, quali lungarni, o tratti dei viali?

lunedì 24 dicembre 2018

La tramvia la usa solo chi prima prendeva il bus ... o no?

Dopo la partenza del tratto Stazione-Careggi, convogli subito strapieni di passeggeri a tutte le ore del giorno e della notte; quelli che sentenziavano "non la prenderà nessuno", si sono prontamente rifugiati in altre costruzioni verbali. Chi usa la tramvia, secondo loro, sono gli stessi che prima si muovevano in bus. Anzi, sono stati "costretti", in un mefistofelico piano per poter esibire successi.
Una banale riprova empirica, alla portata di tutti, era chiedere in giro dopo esser saliti sul tram. Ma chi non ci sale mai, trova difficoltà, e allora bisogna affidarsi ai crudi numeri e alle indagini. Tralasciando la banalità che quelli che sono passati dal bus alla tramvia prima ci mettevano ore imbottigliati nel traffico e ora su ferro qualche decina di minuti ...
Ma veniamo ai crudi numeri.
Sono state fatte varie rilevazioni, con classici metodi statistici (interviste a bordo su campione significativo), prima che la T1 venisse prolungata. Fra i tanti dati raccolti, molto significativi che "il 24% dei passeggeri prima dell’avvio della tranvia utilizzava un mezzo di trasporto privato".
E' tanto, e anche poco. Spostamenti ben più massicci di quote di mobilità da auto a tramvia si hanno con una rete completa, di cui al momento non c'è neanche 1/3, forse 1/4 o ancora meno del necessario.

domenica 23 dicembre 2018

M5 a Milano - o un poteano fare i' metrò anche da noi !!

Importanti e buone notizie da Milano: la M5 verrà prolungata fino a Monza.
In sintesi:
12 km = 1,237 miliardi - in parte in superficie e di tipo "leggero", meno costoso - 10 anni previsti

Si tratta di stime, non c'è ancora un vero progetto, quasi inevitabile che i costi finali saranno superiori, come successo per tutte le altre linee a Milano e nel mondo. Eh già, le metropolitane, fisiologicamente, hanno imprevisti più o meno massicci. Anche a Vienna, Berlino, Parigi ecc
In ogni caso un costo previsto molte volte superiore a quello di una tramvia, cosa arcinota e logica: 100 milioni € a Km circa per la M5 (le stime medie arrivano a 200 milioni), invece di 20-40 per le tramvie.
Sia chiaro: è la scelta giusta per Milano, che viene collegata a Monza, su distanze notevoli e numero di passeggeri da spostare, molto superiori a qualsiasi ipotesi per Firenze.
I cittadini si godranno anche lunghi anni di cantieri nelle strade e nelle piazze, e i disagi verranno ricompensati.

venerdì 21 dicembre 2018

Milan l'è ... e Firenze? E l'Europa?

E' facile rendersi antipatici portando modelli europei, nella mobilità come in tanti altri campi (diritti civili, stato sociale, ricerca scientifica, qualità della vita ecc).
In particolare suscita le ire dei provinciali ("io non ci vivrei", oppure "qui è diverso" o anche "Firenze l'è uniha/la città più bella di' mondo" ecc).
E se invece per una volta si prendesse ... Milano come esempio? La metropoli del nord balzata al vertice della qualità della vita in Italia, sì, proprio quella.
La "capitale morale d'Italia" è stata a lungo governata dalle peggiori destre, quella post-tangentopoli e quella razzista o finto cristiana.
Poi ha avuto l'illuminato Pisapia, ora il grigio Sala.
Sicuramente non ha mai perso i riferimenti e un
substrato culturale di efficienza, ma anche cosmopolita, con lo sguardo verso l'Europa e il mondo.
Milano ha istituzioni culturali di prestigio internazionale: La Scala, Brera, le sue Università e roccaforti della ricerca, l'Ultima Cena ...

giovedì 20 dicembre 2018

720 ogni 1000 (automobili/abitanti)

Che Firenze sia ai vertici mondiali per rapporto fra abitanti e automobili si sa da anni, da fonti varie ma sempre convergenti su valori enormemente più alti di quelli di altre città europee.
Il dato è incontestabile ed è la causa innegabile della paralisi che attanaglia Firenze da decenni. Può essere consultato con qualche clic sulla fonte originaria, il CNR, riportato anche dall'ARPAT sul suo sito, e in forma divulgativa su notiziari, giornali ecc.  per es. qui.

Ma come in società che credono ai totem, si scatena prontamente l'isterismo di masse che vedono all'orizzonte la rinuncia ad uno dei feticci della loro vita: l'automobile.
I tentativi di sfuggire all'ira divina sono dei più vari.
  • la semplice negazione, magari condita con chiacchiere da bar della serie "sono invenzioni da ecologisti e radical chic".
  • la bizzarra affermazione che allora bisogna "adeguare le infrastrutture", quindi superstrade a 6 corsie sventrando interi quartieri di Firenze e parcheggi nell'intero sottosuolo della città
  • capri espiatori ormai classici quanto paranoici come la tramvia (con il paradiso di traffico di anni precedenti, nei loro sogni), i semafori (danno la precedenza a 280 persone su un tram di 32 metri e non a 280 auto in fila per 1,2 km) , o addirittura le biciclette che "intralciano"

mercoledì 19 dicembre 2018

L'assalto al Palazzo d'Inverno e la mobilità

Dei circa 70.000 utenti al giorno della (unica linea di) tramvia una fetta era "contraria" prima e durante i cantieri (di durata poco sostenibile) o nelle (troppo) lunghe attese delle realizzazioni. Ora la utilizzano e non urlano più, anzi ne sono piuttosto soddisfatti. Per essa oltre il 20% di passeggeri ha lasciato il mezzo proprio. E anzi, dopo aver sentito che "non la prenderà nessuno", semmai c'è un problema all'opposto di quelli degli sbraitatori da bar o professionali: è già al massimo delle sue capacità, in certi momenti oltre la saturazione. E quindi ne servono altre linee, diramazioni, maggiore capienza.
Che politicanti di destra o ultra-destra colgano ogni occasione per lanciare lamentazioni e ululati ha una sua logica, anche se prettamente da italietta provinciale e arretrata di 30 anni. Ad onor del vero tramvie (o reti ciclabili, o centri chiusi al traffico) ne realizzano o modernizzano città  europee governate da sinistra, centro o destra, quasi senza differenze, e con le stesse modalità: "invasive", che sottraggono spazio al traffico, in sede propria, con binari, pali e cavi ecc. Ma si sa, "qui è diverso", cioè siamo tagliati fuori dal mondo civilizzato, nella mobilità come in tante altre cose.
Strabiliante è invece che ci siano ferventi rivoluzionari, ultra-sinistre e addirittura "ambientalisti" che si schierano con piglio battagliero a favore dello status quo denso di automobiline (circa 70 ogni 100 abitanti a Firenze, ai vertici mondiali, oltre che italiani ed europei - vedi QUI), gipponi di signore impellicciate o Panda scassate. La varietà di questi oppositori è infinita: radical-ecologisti che si incatenano ad alberi morenti per gas di scarico, esponenti di Italietta Nostalgica (ops, Italia Nostra-na, scusate) che preferiscono i marmi del Duomo anneriti dallo smog al passaggio di tram in centro, ancor più strabilianti quadri del sindacato di base USB,  o fieri sostenitori della decrescita felice, uniti nella lotta per conservare il posto macchina sotto casa, continuare a scorrazzare nei modi più insensati e devastanti chiusi nella loro scatoletta di latta, con sosta selvaggia su marciapiedi, strisce ecc (ecchecazzo, non c'è mai posto, perché non ci fanno parcheggi sotterranei gratis da 300.000 posti per levare le macchine dalla strada?).
A tutti questi l'idea banale che l'immobilità e molti altri guai anche sociali vengano dall'enorme numero di auto in circolazione e in sosta pare un complotto della Trilaterale, della Bilderberg o di Rockfeller per opprimere il popolo!

martedì 18 dicembre 2018

L'idiota (e i bufalari)

Ma non quello di Fëdor Dostoevskij eh ...
Facciamo qualche passo indietro. In un breve scambio di idee all'interno della squadra di Firenze Immobile è emerso un dubbio: a che serve interloquire con evidenti idioti che sparano cazzate su Facebook e simili?
In effetti a nulla, in se, ma dopo una animata discussione di 63 ore circa si è arrivati ad una conclusione che trova conforto in numerosi studi scientifici, detti e saggi satirici sugli stupidi e la stupidità umana (*).
Le cazzate che possono tirar fuori i bufalari superano ogni immaginazione. Nessun approccio razionale è in grado di prevedere il prossimo sfondone che porteranno in campo.
D'altra parte il numero degli stupidi, seguendo Carlo Maria Cipolla, è enorme e sempre superiore ad ogni aspettativa o tentativo di stima probabilistica.
Interloquire con uno o più bufalari, al bar (che però frequentano molto loro ma pochissimo noi), nel luccicante mondo virtuale dei social network o in (rari) dibattiti pubblici, permette di far emergere cazzate mai sentite prima, e quindi di confutarla, smentirle, sputtanarle.
O anche di recepire nuove argomentazioni di bufale vecchie come il cucco, anche in questo caso provvedendo a portarle all' (ovvio) ridicolo.

giovedì 13 dicembre 2018

Pink Floyd a Firenze

No, non a Pompei, quelli erano la celebre formazione Gilmour-Waters-Wright-Mason.
Ora si torna agli albori, con il mitico Syd Barrett, che in una delle sue crisi allucinatorie avrebbe inventato il nome di uno dei più grandi gruppi rock progressive di tutti i tempi, su suggerimento delle "vocine" o forse degli extraterrestri.

Dunque, cosa porta, a distanze di decenni, i Pink Floyd a Firenze? E ancor più, perché scriverne su Firenze Immobile, che di musica non si occupa, o soltanto qualche suo autore in altri spazi web e momenti della vita reale?

Eppure, per quanto strano possa sembrare, un nesso c'è. Come per es. un annetto fa scrivemmo di un ben più rovente abbinamento, "il sesso orale e l'Ataf"(cliccaci sopra).

Per ora il misterioso nesso fra Pink Floyd e mobilità lo teniamo segreto, forse lo capiranno alcuni aficionados, ma sarà svelato a tutti in una prossima puntata, qui sulle pagine di Firenze Immmobile.

Non ce ne vogliate, pazientate un po'.

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PS Dopo tutta 'sta pappardella ti vuoi ristorare ascoltando i Pink Floyd, vero? 
Ti capisco, basta un click qui .

mercoledì 12 dicembre 2018

La leggerezza (dell'essere? insostenibile?)

Milan Kundera non avrebbe mai pensato che il suo celebre romanzo e le gesta erotiche in esso celebrate poeticamente, trovasse echi nella Firenze del 2018. Forse la cosa gli giungerà all'orecchio, non è ben chiaro se lo rallegrerà o forse lo incupirà.
Epigoni al limite del ridicolo, in tempi sciagurati, su temi strampalati e orge di cazzate virtuali, ce ne sono in abbondanza per una narrazione di grande attualità.
La parola "leggerezza" ha fatto breccia nell'immaginario, e anche nella loquela spesso sgrammaticata, di urlatori fiorentini a proposito di sistemi di mobilità per la città, a volte facendo riferimento a futuristiche invenzioni cinesi, o francesi, o semplicemente nella testa di auto-nominati esperti diffusori di bufale, favole e altre scemenze.
Il SottoSopraIntendente Pestina, quello che nella rovente polemica sull'alimentazione da catenaria della tramvia in piazza Stazione, ci ha lasciato un vera pietra miliare: "ci sono oggi sistemi più leggeri" ecc ecc, riportato con roboanti toni sul  foglio di provincia La Fazione, da un giornalista in odore di premio Pulitzer. Nessuno ha avuto la possibilità di domandare all'autorevole archeologo e auto-nominato ingegnere quali sarebbero questi "sistemi più leggeri" di cui parla (vedi qui un'ipotesi) e in che modo potrebbero essere utilizzabili per non ricordare all'arch. Michelucci, che, sì, intorno alla sua stazione, prima, durante e dopo la costruzione c'erano fasci di binari, pali e grovigli di cavi dei tram.
Sul tema si era gettata con fervore anche la pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni bavonessa Vicasoli (ci si perdoni se riprendiamo la pronuncia e la grafia di un ammiratore di nobili origini ...), con il suo celebre grido di dolore sulla "bellezza violata" in cui, da docente di diritto costituzionale, assurgeva ad autorità mondiale di estetica dei trasporti.

martedì 11 dicembre 2018

ZTL libera, finalmente

Il Corrierino Fiorentino, edizione locale di un prestigioso quotidiano nazionale, ci fa tirare un sospiro di sollievo!


Dopo decenni di sofferenze, finalmente la corporazione dei bottegai l'ha spuntata. Per entrare in ZTL non serviranno più mille trucchetti, o correre rischi (dalla multa fino al processo penale per falso o sostituzione di persona).
E al contrario di quanto dicevano i profeti di sventura la cosa funziona a meraviglia.
Sparite come d'incanto le colossali code sui viali, che duravano ore nonostante le 6 corsie a disposizione. Ora passano agevolmente da Santa Croce fino a Porta al Prato.
I residenti che si lamentavano della sosta selvaggia nei posti a loro riservati, stranamente ora trovano sempre parcheggio, come del resto i tanti clienti di mutandoteche e pizzerie tossiche.

lunedì 10 dicembre 2018

Firenze batte Amsterdam



Oltre che da Amsterdam un vero pellegrinaggio, da parte di politici, dirigenti, tecnici, soprattutto da città considerate finora al top per sistemi di trasporto e congestione del traffico al minimo. Arriva il prof. H. Knoflacher del Politecnico di Vienna, spodestato dai riconoscimenti come uno dei massimi esperti mondiali del settore. Il Sindaco di Copenhagen con un suo assessore, ormai retrocesso dalle prime posizioni dell'universo per vivibilità, riduzione del traffico e ciclabilità, cerca affannosamente di recuperare posizioni in una spedizione segreta a Firenze. Anche Berlino, governata da una malefica coalizione fra socialdemocratici, ex-comunisti e verdi, opta per una missione sotto copertura, in stile KGB. Le loro 24 linee di metropolitana con carico bici, 26 tramvie che tolgono spazio al traffico, le strade semivuote e i miliardi di piste ciclabili stanno sfigurando di fronte al modello Firenze. Delegazioni da Siviglia e Monaco di Baviera seguono corsi presso la DirezZione Im-Mobilità, gestiti dall'ing. Farfuglia, diretti dal geom. Caronte e tenuti in persona dal celebre arch. Cortignocchi. Devono capire come non fare piste ciclabili, o farle male, per tenere basso il  numero di utenti della bici, in modo che non intralcino.

domenica 9 dicembre 2018

Pedone travolge TIR, giro di vite contro le mamme con passeggini



(senza parole)

Nella categoria del mondo alla rovescia qualche altra chicca (da cliccare):

sabato 8 dicembre 2018

Gli alberi, i monumenti ...

Mai vista tanta attenzione, sensibilità, impegno civile dei fiorentini che per decenni hanno snobbato  l'inquinamento e gli alberi come scemenze da radical-ecologisti, o le preoccupazioni per i marmi bianchi e le sculture sotto la loggia dei Lanzi come cazzate di gente fuori dal mondo.
Ormai migliaia di fiorentini, scossi dai colossali ingorghi del traffico (da 30 anni, oggi causati dalla tramvia ...) stanno vendendo o rottamando 2 delle 3 auto per famiglia, per non contribuire allo smog che respirano loro stessi e i loro figli, e anche le/gli amanti clandestini che vanno a  trovare quando il marito è a giocare a calcetto o la moglie in palestra (*).
Moltitudini di cittadini assediano Palazzo Vecchio per farsi piantare alberi davanti a casa, al posto di brutti parcheggi, che comunque non servono più, dopo la rottamazione di gran parte del parco auto in possesso ai fiorentini (71 ogni 100 abitanti, vertici mondiali assoluti, fra il doppio e il triplo di città europee), che li ha portati a livelli europei dimezzando o più il numero di auto in circolazione e in sosta.
Anche il tema "cambiamento climatico", finora snobbato su larga scala, è diventato argomento di discussione a tavola in famiglia, fra amici al bar e dal barbiere.

A monte di questa incredibile e massiccia sensibilizzazione di notai e avvocati, macellai, idraulici, casalinghe, signore ingioiellate, ragazzotti di periferia, c'è un orrore che distrugge Firenze: la tramvia.
Gli esperti di psicologia sociale sono strabiliati: l'abbattimento di alberature storiche e loro sostituzione lungo i binari o alle fermate, è riuscito a ribaltare il comune sentire che da decenni se infischiava dello smog, e avrebbe magari visto di buon occhio l'aumento dei parcheggi al posto di qualche inutile leccio o platano.
Persino le interminabili code in ogni parte della città, un tempo ritenute normali o inevitabili, e ora nel carniere delle tramvie, hanno scatenato movimenti popolari contro lo smog, per aria più respirabile.
Addirittura l'ultradestra fascistoide si è allontanata dai modelli Trump e Bolsonaro, che raderebbero al suolo ogni centimetro di foresta pluviale al grido "è un complotto ecologista per instaurare il comunismo galattico!"
Improvvisamente la Frega ExNord e i cespuglietti a braccio teso hanno scoperto la loro anima ecologista.
Un risultato strabiliante, impensabile solo qualche anno fa.
E poi qualcuno dice che la tramvia è inutile o addirittura anti-ecologica!
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(*)  per chi intrattiene relazioni extraconiugali c'è una apposita app per Android, basta cliccare qui, e anche una che serve a cogliere in flagrante il/la coniuge fedifrago/a, altro click).

venerdì 7 dicembre 2018

Godzilla a Firenze

Vi ricordate di Godzilla, mostro giapponese dalle sembianze di dinosauro, che si risvegliava dai ghiacci a causa di esperimenti nucleari? Nella fortunata serie di film, da cattivo era poi diventato un'eroe che difendeva l'umanità da belve feroci come King Kong e il pianeta terra da minacce galattiche.
In questa sua strabiliante carriera, molti decenni dopo, ha di nuovo assunto un ruolo di salvatore da un orrore ancora peggiore: la tramvia a Firenze! La figura lo ritrae mentre è all'opera, per salvare la culla del Rinascimento dagli alieni, e permettere ad innocue scatolette di latta con una sola persona a bordo di continuare a scorrazzare e sostare in tutti i posti possibili e immaginabili della città.
Ma la notizia delle sue imprese ha fatto il giro del mondo, e altre città d'Europa hanno inviato ambasciatori per farlo intervenire anche nelle loro città. Pare sia stato da poco avvistato in Francia per la sua prossima avventura in cui sbranerà tramvie nuove di zecca.
Pare però che le chiamate siano veramente troppe anche per un mostro e super-eroe come Godzilla: Vienna, Siviglia, Strasburgo, Dresda, Basilea, Potsdam, Zurigo, Brema e altre città ancora, dove orride tramvie circolano ormai da anni, o da decenni, in centri storici, davanti a cattedrali gotiche, sotto o accanto a porte medievali, teatri e costruzioni barocche.
Gira voce che Godzilla cerchi una compagna per riprodursi e far fronte con la prole al grido di dolore che si leva dall'Europa intera, o che stia cercando di richiamare dagli Inferi altri mostri suoi amici e compagni di avventure, ormai disoccupati da secoli.
Ne vedremo delle belle!
Basilea, Brema, Berna, Siviglia, Friburgo, Dresda, Vienna, Reims


giovedì 6 dicembre 2018

Trasporti, posto fisso, dipendenti pubblici ...

A prendere la tramvia sono quelli col posto fisso, privilegiati che entrano ed escono sempre dallo stesso ufficio o stabilimento, magari potessi farlo anche tu!
A te invece che hai la partita Iva serve la macchina, come per es. a un notaio, o a un bottegaio.
Anzi peggio, quelli in tramvia o in bus sono spesso dipendenti pubblici, maledetti!
Per es. infermieri e medici del pronto soccorso, quando arrivi in ambulanza per un incidente stradale. O ti operano per un'appendicite.
I pompieri se ti brucia la casa, e quelli ti salvano.
Su, diglielo che sono stronzi parassiti, mentre ti fanno l'anestesia o sono sulla scala del mezzo anti-incendio. Accusali di intralciarti mentre sei in coda al semaforo, con il rosso a te, per far passare solo 280 persone su quel mostro di ferro che devasta Firenze.

mercoledì 5 dicembre 2018

Le code, la Cooppe e i perchè

Impossibile non ricordarsi della pubblicità Coop con il tenente Colombo! Una pietra miliare, che suscitò anche ilarità e prese per i fondelli, al di là dell'azzeccato slogan.

E che c'entra con le infinite code quotidiane in auto che fanno tanto soffrire i fiorentini? Lo fanno da decenni,  un tempo considerate inevitabili prezzi da pagare al progresso, al benessere e alla libertà di movimento, e oggi diventate veri atti di accusa contro la tramvia, perfino ad anni luce di distanza dall'unica linea da Scandicci a Careggi, passando per la stazione SMN.
Eppure, udite udite, le code c'entrano eccome con la famosa e famigerata pubblicità Coop, che voleva far identificare i consumatori con il gigante della grande distribuzione ("la Coop sei tu") rassicurandoli che ne avrebbero avuto il meglio proprio per questo ("chi può darti di più"). C'entrava nell'era della mobilità felice di molti anni fa, e c'entra in quella odierna (meno felice, anzi disastrosa).

lunedì 3 dicembre 2018

Il metrò, un mantra fiorentino

Il "mantra" è "nell'induismo una formula che viene ripetuta molte volte come pratica meditativa" (vedi qui).
Le sfuriate in web e nei social hanno carattere ciclico, si riparte sempre da zero, non solo quelle sulla tramvia, la devastazione di Firenze, ponti che crolleranno o su possibili alternative.
Finite temporaneamente quelle su (fantasiose) tramvie senza pali, si passa ai terrificanti sferragliamenti, poi alle mamme con bambini che verranno stritolate in piazza Dalmazia o agli ingorghi di benefattori del mondo motorizzati.
Particolarmente pervicaci sono le serenate sul metrò invece della tramvia.
La soluzione "sotterranea" è stata già più volte scartata in tutti gli studi di fattibilità: per es. quello inventato Renzi per guadagnar tempo e portare a termine le sue spropositate ambizioni. O più di recente dal parere della tanto amata e citata Unesco, che aveva invece, in passato, approvato la tramvia in superficie a fianco del Battistero.

venerdì 30 novembre 2018

La qualità della vita

Grande clamore sulla classifica di Firenze nelle qualità della vita in città italiane. Prima grandi urla sulla perdita di 17 posizioni, soddisfazione delle destre e ultradestre fiorentine. Poi viene appurato che c'è un errore, cioè in realtà Firenze è migliorata e non peggiorata.
I soliti sbraitatori seriali non hanno preso bene la rettifica da parte dell' Università di Roma - La Sapienza, imbarazzante ma esatta.
Passerà alla storia come uno dei pochissimi casi in cui il brillante Nardella, noto gaffeur,  ha fatto fare  una colossale figuraccia ai bufalari, che dovrebbero invece concentrarsi sulle magagne vere, anche per il loro stesso bene. E ce ne sono tante.

Ma la faccenda era davvero "qualche posto più su o più giù" per Firenze? O forse ci dovremmo interessare alla posizione in classifiche mondiali, invece che del piccolo mondo? O su come sta Firenze davvero?
Nelle (autorevoli) classifiche internazionali l'Italia sta piuttosto in basso, e Firenze non brilla.
In sostanza godiamo di un enorme patrimonio culturale, ereditato da secoli passati, con poco merito dei tempi d'oggi, che ci tira su nelle classifiche. Tutta l'Italia, e Firenze ovviamente al top. Senza di esso staremmo ancora più giù, molto.

giovedì 29 novembre 2018

La Cina è vicina - e anche lontana

Il famoso film di Bellocchio "La Cina è vicina" deve aver ispirato alcuni odierni combattenti del (o per il) traffico fiorentino.
In effetti è di gran moda lanciare soluzioni futuristiche provenienti dall'estremo oriente. Molto amati e gettonati sono i vari sistemi che passano sopra alle auto incolonnate. L'innamoramento si basa sul fatto che tali avanzatissimi  mezzi di trasporto pubblico non toccano il traffico, non lo riducono, non gli tolgono spazio, semplicemente lo sorvolano. E quindi i tossicodipendenti da motore non avranno bisogno di cambiare modo di muoversi, abitudini, lo faranno invece non meglio specificati "altri". Peccato che siano favole, e che quei sistemi (per fortuna) non esistano.
Un altro fattore che avvantaggia fortemente le fantascientifiche tecnologie cinesi è che vengono talmente da lontano (oh, Bellocchio, se tu sapessi ...) che possono essere spacciate per realtà anche quando si tratta di fantasie su YouTube, o prototipi, progetti, che vedranno forse la luce fra anni, o falliscono, si fermano o servono a truffare investitori allocchi.  E che non trovano riscontro in nessuna rivista specializzata occidentale, e probabilmente neanche nei media cinesi, poco (o per nulla) comprensibili al pubblico nostrano.

lunedì 26 novembre 2018

Non ha risolto i problemi del traffico ...

Dopo l'avvio della linea T1 prolungata fino a Careggi, e l'attesa apertura della T2 Peretola-SMN, si sente spesso:

"La tramvia non ha risolto i problemi del traffico!!".
Alla domanda di spiegare meglio ci si sente rispondere che si sta lo stesso in coda, anzi forse più di prima.
Mettiamo ben in chiaro:

i "problemi del traffico" si risolvono riducendone la causa, cioè lo spropositato numero di auto in circolazione e in sosta, e spostando grosse fette di mobilità a tramvie, biciclette, bus ecc

Ma sentiamo cosa dice nell'intervista un nostro lettore sanfredianino honoris causa.
  
I tossici di' motore sotto i' culo, che ciànno rotto pe' secoli a sòn di cazzate,  solo per mantene' i' solito traffiho da diventa' grulli ma che a loro gni garba dimorto, ora pretenderebbero che a prende' le tramvie fossero gl'attri, dimodoche loro possano scorrazzare quante gni garba e fermassi indo' gli pare,  che c'erano abituati da un monte di tempo, e in piu' vorrebbero anche le strade libere tutte pe' loro.

mercoledì 21 novembre 2018

I francesi, i giapponesi ... non passi lo straniero!!

Nello storico Discorso della Corona del 10 gennaio 1859, Vittorio Emanuele II, sul trono torinese del Regno di Sardegna, pronunciò parole che resteranno negli annali del Risorgimento: "non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d'Italia si leva verso di noi".

Un simile afflato deve muovere anche le alte grida cittadine contro i maledetti francesi che gestiscono la tramvia fiorentina, o contro i produttori del Sirio in quel di Pistoia, ma con azionariato dagli occhi a mandorla.
Che dio stramaledica la RATP e la Hitachi, arringherebbe le folle italiche il buffone dal balcone di piazza Venezia. E le migliaia di allocchi a spellarsi le mani di fronte a tanto carisma.

martedì 20 novembre 2018

Storia e contemporaneità, quale città?

Firenze ha un enorme patrimonio storico, architettonico, culturale, artistico, di rilevanza mondiale, risalente soprattutto al  Rinascimento (di cui è stata la culla), con radici medievali in gran parte "coperte" dalla trasformazione durante periodo di maggiore splendore mondiale, e dalla Firenze Capitale e risorgimentale.
Un patrimonio che ci hanno lasciato in eredità élite cosmopolite e al centro del progresso universale, dalla geopolitica alla scienza.
Un patrimonio talmente internazionale da entrare con forza addirittura in altre lingue, paesi, culture. Si pensi a Dresda, soprannominata la "Elbflorenz", la Firenze sull'Elba.
Stiamo valorizzando questo enorme patrimonio che ci ritroviamo, senza aver fatto quasi nulla da generazioni? O forse si sta disperdendo, è in via di logoramento? E perché? Cosa potremmo fare di diverso dalla gestione un po' provinciale e parassitaria di oggi?
 Va detto: le condizioni a contorno del grande patrimonio, che ne determinano le sorti, non sono incoraggianti ne rassicuranti.
Sul piano culturale vivere di rendita di un passato straordinario si esprime oggi in uno sconfortante provincialismo, l'illusione di essere (ancora) al centro del mondo, o che basti affermarlo per renderlo vero. Frasi fatte quanto vuote come "Firenze è unica", "la città più bella del mondo", e altre simili, oltre a non avere nessun effetto di valorizzazione, fanno salire imbarazzanti domande sui parametri per mettere a confronto bellezza, unicità ecc.

domenica 18 novembre 2018

Ciclabilità, questa sconosciuta

Puntare sulle tramvie, con una rete completa su tutta la città, è una scelta che hanno già fatto da decenni gran parte delle città europee, ma non sufficiente di per se, oltre ad alcune carenze delle realizzazioni fiorentine. Uno dei punti deboli si riscontra proprio nello sviluppare altre forme di mobilità in grado di ridurre l'uso dell'auto, da portare ad un ruolo residuale, spostandone quote ad altri mezzi: per es. verso la mobilità ciclabile.
Firenze è una città molto adatta a muoversi in biciclette, cosa che fanno già fra le 20.000 e le 30.000 persone al giorno, fra cui molti pendolari treno+bici (arrivo in treno, poi a pedali dalla stazione alla destinazione). Lo fanno però largamente in modalità "fai-da-te", arrangiandosi cioè su una viabilità ostile e pericolosa, piste ciclabile a spezzoni, in sostanza nessuna rete, al di la di proclami e km dichiarati, in parte fasulli o sulla carta.
Sappiamo che Firenze è paralizzata da un traffico da terzo mondo (vedi qui), invasivo e inquinante, e la ciclabilità sarebbe una cura parziale ma a costo ridotto, tempi brevi e grande efficacia.
E allora come si rende ciclabile Firenze, sulla scia ormai di gran parte d'Europa, ben oltre le meraviglie in Olanda e Danimarca?

A cosa serve la mobilità ciclabile
Agli spostamenti quotidiani casa-lavoro, casa-scuola o verso servizi. Come con tramvie, bus, treni, e (in modo spropositato) l'auto propria. Non come si sente farfugliare, per "fare giratine".

Possibili effetti
Spostare dall'auto (mobilità da ridurre drasticamente) alla bici quote che già oggi, in modalità fai-da-te, si aggirano già sul 10% del totale, ampliabili al 15-20% con investimenti limitati ed elevatissimo rapporto costi/benefici. Sono percentuali normali o modeste nelle città europee, con quelle più evolute che raggiungono quote anche superiori al 40-50% del totale degli spostamenti.

Ogni bici è un auto in meno
Non è poco, anzi, molto

venerdì 16 novembre 2018

Un' si potrà più rifare le facciate!!

Un'immagine dice più di mille parole ...
Figuriamoci 2-3-4 foto dal vivo, scattate pensando a chi farfugliava che dove passa la tramvia "un' si potrà più rifare le facciate!!"


  
A volte trattenersi dall'infierire è molto difficile

giovedì 15 novembre 2018

Avvelena anche te, digli di smettere!

Un tizio fuma come un turco ("Avvelena anche te, digli di smettere!", recitava un antica campagna di Pubblicità Progresso).
Gli viene diagnosticato un tumore. Va ridotto e poi operato.
Il medico gli dice anche che fumando sta mettendo in pericolo figli, familiari, colleghi ecc
Ma il tizio segue la trasmissione di Vanna Marchi, la contatta e quella in cambio di 20.000 euro gli promette la guarigione grazie alle mirabolanti arti del Mago do Nascimiento.
Il tizio ci casca, pensa di evitare invasive cure e interventi chirurgici.
Il tizio si aggrava ... Alt, evitiamo il finale macabro

E cosa c'entra con la mobilità, ovvero con traffico da terzo mondo, tramvie, ZTL, reti ciclabili ecc?

C'entra molto.

mercoledì 14 novembre 2018

le piste ciclabili della DirezZione Im-Mobilità

Quasi tutto il dibattito sulla mobilità si è concentrato in questi mesi sulle tramvie. Qualche osservazione giusta e utile, e un'orgia di bufale, favole, ma soprattutto di mugugni per chi, poverino, si sente penalizzato nell'uso dell'auto.
Spostando un attimo la visuale in tema di mobilità ci si trova però di fronte ad opere completamente in mano alla DireZione Im-Mobilità, (comunale), diversamente da quelle della tramvia (esternalizzata). Ad es. la ciclabilità, per cui i "tennici" fiorentini sono famosi nel mondo (vedi qui per esempio), ormai presi a modello in tutta Europa, con  viaggi di studio a Firenze di quotatissimi esperti danesi, olandesi, svizzeri, tedeschi ed anche estoni o sloveni.
Ultimissima realizzazione è un prolungamento di un centinaio di metri della pista ciclabile di viale Lavagnini, che risale al 90 (28 anni fa) e è ad onor del vero abbastanza ben fatta.

venerdì 9 novembre 2018

Sosta selvaggia, chi l'avrebbe mai detto?

Il giornaletto web FirenzeToday qualche volta l'azzecca, anche se raramente. Per esempio in questi giorni nell'evidenziare che alla "riqualificazione" di via Gioberti è seguito l'immediato ritorno alla normalità, consistente nella usuale, devastante, sosta selvaggia su strisce e marciapiedi.
Eppure il giornaletto di provincia riesce lo stesso a infilarci uno sfondone. La causa di ciò sarebbe il "taglio di posti auto", e non la consolidata abitudine al parcheggio abusivo, "tanto l'è un minuto", nella consapevolezza della quasi assoluta impunità - e gratuità - del civilissimo comportamento.
Con tale strampalata logica i coraggiosi giornalisti d'inchiesta di FirenzeTudei (ops), in attesa del premio Pulitzer, si avvicinano alla proverbiale genialità dei "tennici" della DirezZione Im-Mobilità, che hanno impiegato tempi esorbitanti per progettare e realizzare quella che loro chiamano "riqualificazione".  Ma banalmente si sono dimenticati di installare piolini ("dissuasori della sosta") lungo il margine esterno dei marciapiedi e di altri spazi di vivibilità ricavati nella strada.
Piolini che peraltro erano già presenti in vari tratti (ma in numero insufficiente), prima della "riqualificazione".
Politici e tecnici avranno forse pensato che il nuovo look avrebbe magicamente rieducato gli automobilisti e fatto sparire la pluridecennale sosta selvaggia dovunque ci sia qualche centimetro occupabile?

giovedì 8 novembre 2018

Ai barre si parla di tramvia

In un bar di periferia sembra di essere tornati agli anni 60.
Tra un caffè corretto, un gottino e un tramezzino si scatenano dottissime e profonde discussioni, che solitamente finiscono con pacche sulle spalle.

Ma oggi c'è un cliente che ci capita raramente, e l'atmosfera si surriscalda ...

Il tema ovviamente:
la tramvia

B: L'ha unn'è adatta a Firenze, c'è le strade strette ...
S: Viale Morgagni o via dello Statuto le sarebbero strette??
B: la piglia tutt' i' posto, un' si circola più, maremma impestaha! 
S: Infatti ai traffico gli va leato lo spazio, eh son 30 anni che ci impestano unnicosa
E: Le tvamvie sono fatte pvopvio pev passave in ogni geneve di stvada e spazio uvbano, anche in situazioni più anguste di quelle di Fivenze. Se vuole si faccia qualche viaggetto e vedvà. Ma penso che scvivevò un avticoletto in matevia.
Lo spazio stvadale va vedistvibuito, è il tvaffico invasivo, devastante e causa della pavalisi, oltve che di inquinamento, incidenti ecc. Se c'è un cancvo (pev esempio le tvoppe auto) qyuello va pvima ridotto e poi aspovtato, non si può lasciavlo com'è e pvetendeve che il malato viva bene altvi 20 anni. Si aggvavevà, fino a movive.

lunedì 5 novembre 2018

Le busvie, le preferenziali, ma blindate oh!!

Uno dei tanti mantra che si leggono in giro è che "invece della tramvia bastavano le preferenziali" (o busvie, per i raffinati).
Chiunque abbia preso un bus delle linee forti (es. 6-14-17-20-23 ecc), già per larghe parti su corsie riservate, sa per esperienza diretta che si resta incastrati nei colossali ingorghi del traffico, le corse hanno orari teorici, ci si mettono secoli per tragitti irrisori, spesso passano 2-3 anche 4 vetture della stessa linea accodate l'una all'altra.
In altre parole, l'effetto è modesto, i tempi di percorrenza lunghissimi e dettati dal traffico (invasivo), affidabilità e puntualità inesistenti. Nei casi peggiori, cioè spesso, siamo alla quasi inutilità, con il carico di traffico attuale, che però non si vuole ridurre (anzi "tutelare")  basando tutta la mobilità su gomma ("meno ingombrante" ...) e corsie preferenziali invece di tramvie, le quali, orrore, si prendono circa 3,5 metri di carreggiata per ogni direzione (cioè come una preferenziale). Che l'effetto sarebbe altrettanto invasivo pare sfuggire al nostro predicatore di "soluzioni alternative".

domenica 4 novembre 2018

Gli spinaci e i "costi medi europei delle tramvie"

Il cartone animato "braccio di Ferro" (Popeye in America) ha segnato varie generazioni. Quando il pericolo era al massimo, lui tirava fuori una scatoletta di spinaci, la trangugiava, e zac, grazie al contenuto di ferro la sua forza si decuplicava, sbatteva a terra i cattivi, salvava la povera Olivia e il bene trionfava.
Ebbene , quella dell'alto contenuto di ferro negli spinaci è un falso.  Probabilmente saltato fuori fra il 1870 e il 1890 (forse un errore di trascrizione), arrivato fino ad oggi e poi clamorosamente smentito pochi anni fa.  Una bufala durata oltre un secolo.
Un classico, una cazzata che nessuno ha verificato, nonostante dovesse suscitare molti dubbi, e diventata verità, un fatto neanche messo in discussione.

sabato 3 novembre 2018

Le meraviglie del jumbo bus


Tornano ad echeggiare vantaggi e meraviglie del "Jumbo bus". Mettiamo ben in chiaro: 
  • richiede sede propria (e cordoli), come la tramvia 
  • necessario lo spostamento dei sottoservizi, come la tramvia (scavi, durata e impatto dei lavori ecc)
  • non transita su strada ma su due strisce apposite per lo scorrimento delle ruote, che richiedono cantieri, come la tramvia, 
  • non è affatto più flessibile, per cambiare percorso servono altri cantieri, come la tramvia 
  • in compenso ha capacità di trasporto minori 
  • costi di esercizio superiori che annullano il modesto risparmio nella cantierizzazione rispetto alla tramvia
In breve non sostituisce una tramvia, al massimo potrebbe essere una linea minore che porta ad uno snodo o capolinea o ad una stazione ferroviaria. Tutto chiaro?

giovedì 1 novembre 2018

Quale mobilità per Firenze, fuori dalla paralisi

Firenze è attanagliata da decenni da un traffico da terzo mondo, che è alla base di molte problematiche, di cui l'inquinamento è solo una. La paralisi quotidiana, fino all'immobilità, sottrae ai cittadini ore al giorno e quote di reddito. L'alta incidentalità, forte su bambini e anziani, l'incidenza di malattie da smog, gli alti costi sanitari per l'intera comunità, e l'impatto sulla vivibilità dell'ambiente urbano sono altri esempi tangibili.
I numeri parlano chiaro, e non ci fanno onore: Firenze è ai vertici mondiali per il numero di automezzi per abitante, e ancora più grave, per il suo utilizzo negli spostamenti quotidiani, intorno al 70%.
Da decenni vediamo strategie deboli, esitanti, fortemente depotenziate da un coacervo di interessi particolari, lobby e corporazioni, o semplicemente dalla resistenza ad ogni cambiamento, visto come minaccia.
Alcuni esempi: la realizzazione della ZTL nel 90 fu all'avanguardia in Europa, con grande risonanza internazionale. Molte città del continente hanno seguito quella strada, sono andate avanti e ben oltre nella riduzione del traffico sulle aree urbane. Firenze si è fermata, e ha visto anzi una progressiva corrosione del modello, oggi colabrodo e terreno fertile per schiere di furbi più o meno tollerati.
Due altri esempi di strategie esitanti e in grande ritardo: la rete tramviaria, lanciata ai tempi della Giunta Morales (89) ed oggi, dopo 28 anni, limitata alla sola linea Scandicci-SMN, recentemente prolungata fino a Careggi. La rete ciclabile, partita con i mondiali del 90, e rimasta quasi la stessa per lunghi anni,  o peggiorata, o con ampliamenti frammentati e sconnessi, fino a renderla spesso inutile e dannosa per chi la usa.
Nel primo caso si tratta di massicci investimenti e grossi impatti sull'intera viabilità , nel secondo di costi modestissimi con grande ritorno in mobilità. La sorte simile indica la scarsa volontà politica, strategie deboli o inesistenti, mancanza di coraggio nell'affrontare trasformazioni che hanno avuto luogo e proseguono a grandi passi in tutta Europa. Ed è da lì che possono provenire modelli e soluzioni già sperimentate e ampiamente replicabili, con modesti adattamenti. Alla faccia del “prima gli itaGliani”.

mercoledì 24 ottobre 2018

Tram "senza fili" e altre meraviglie: le soluzioni più ardite

Rinato con alterne vicende il vecchio manipolo di FirenzeImmobile, che scriveva a più mani, divertendosi, e dicendo senza timori ne cortigianeria verso nessuno quello che tocca molti fiorentini da vicino, vicinissimo, a volte fin dentro casa o la camera da letto (o il salotto, con relative pantofole e divano per vedere la TV): la paralisi del traffico.

Certo deve superare l'inerzia e a volte la noia: capita a volte di leggere cose interessanti, a volte meno, a volte per nulla. Ma per saperlo bisogna perdere un po' di tempo, scorrere righe e o foto a volte noiose, altre avvincenti. Uno si domanda se lo sforzo aveva un senso, ma raramente lo si capisce prima. Così è la vita, direbbe le zia del mio barbiere. O forse era il barbiere di mia zia? Ai posteri l'ardua sentenza.
Ma veniamo al dunque. No, attimo lo so che quella in foto è sì a Siviglia, ma prende corrente dalla linea aerea (ha pali e "fili", non è wirrrrlessss).
Vi avevo chiesto pazienza, leggete ancora qualche riga e ci arriviamo.

Quelle che si sono lette in tempi recenti e passati su "la tramvia devasta Firenze" sono cosette innumerevoli e una più geniale dell'altra, per i creduloni (o basate su falsità volute, nel caso dei disinformatori di professione).
Una recente recrudescenza si è avuta per la campagna del giornaletto La Fazione (ops, scusate, La Nazione) sui pali al capolinea della stazione S. Maria Novella.

lunedì 1 ottobre 2018

I giornaletti e la tramvia di Siviglia

In fondo li capisco, i redattori delle testate web. Se i grandi giornali, le loro cronache locali, non di rado firme autorevoli, scrivono a vanvera di cose che non conoscono, perchè non dovrebbero farlo loro, che hanno pochi mezzi e devono guadagnarsi con fatica la pagnotta?
Però potrebbero cercare di elevarsi sopra al livello spesso infimo dei loro fratelli maggiori, acquistabili (sempre meno) nelle edicole. In fondo non è necessario laurearsi in ingegneria dei trasporti o in urbanistica, basta consultare fonti accessibili e comprensibili a chiunque.

Su Nove Firenze del 1-10-2018 appare un interessante articolo sulla tramvia di Siviglia, raffrontata a cosa è stato fatto a Firenze.

L'autore sottolinea coerentemente che nella capitale dell'Andalusia c'è stato un'ampio ridisegno della mobilità e della vita quotidiana, evidente anche per l'attenzione alla bicicletta e ai mezzi elettrici a due ruote. Infattti, anch se l'autore non lo dice (forse non lo sa) circa in contemporanea ai lavori della tramvia fu realizzata una rete ciclabile che copre tutta la città, andando (udite udite!) ad erodere spazio a traffico e sosta.

domenica 30 settembre 2018

La monorotaia

La frequentazione di Facebook e altri spazi web è inestimabile. Si trovano idee che cervelli raziocinanti, senza neanche bisogno di studi specialistici, mai avrebbero partorito, o solo appena accennato.
Purtroppo la nostra famigerata penna con la erre moscia oggi non era raggiungibile per una intervista dal vivo. Pare sia in viaggio, di lavoro o di godimento non è ben chiaro.
Non potremmo perciò pubblicare fedelmente domande e risposte, ma non vogliamo privare i lettori di cotanto gaudio, ancorchè senza erre moscia. Riportiamo semplicemente da trascrizioni e appunti quello che il noto aristocratico fiorentino ci ha rivelato. Ecco a voi, qui sotto.

Dopo le più gettonate alternative alla tramvia, come il metrò (clicca qui) e il filobus, agli antipodi l'una dall'altra, e senza senso alcuno nonostante l'apparenza, il treno (altro click) o i mitici bussini elettrici, si fa avanti una nuova sconvolgente idea: la sopraelevata, ovvero quello che in realtà si chiama "monorotaia".
No, non è uno scherzo, è stata davvero proposta, per di più da gente che sbraitava che la tramvia "devasta Firenze", è invasiva, non è compatibile con una città di "impianto medievale", rinascimentale, e anche etrusco o romano. Quelli insomma che urlano all'orrore per i pali e i cavi da cui prendono corrente gli orridi convogli che portano 280 persone ogni 4 minuti,  proprio loro: truppe cammellate all'insaputa della famosa "pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni bavonessa Vicasoli, nota espevta mondiale di estetica dei tvaspovti", per citare il nostro amico dalla erre moscia.
In effetti di "sopraelevate" ce ne sono alcune a giro per il mondo, vedi quella in foto in Estremo Oriente.
Pare anche che, a detta di chi la propone per Firenze, ce ne siano di "più belle", ma qui si perdono le tracce.
E' un po' una caratteristica dei "NoTram" quella di sparare assurdità: prima una, smentita, poi si passa ad un'altra, assurda, la terza, ma viene sputtanata, e si torna alla prima, come nulla fosse. Però è interessante far uscir fuori tutte le soluzioni più strampalate del mondo, se ne scopre sempre una nuova. Quella della monorotaia, la sopraelevata, batte tutte quelle sentite finora.

lunedì 24 settembre 2018

Tramvia e fisica quantistica

La famigerata tramvia ha avuto effetti disastrosi o miracolosi, a seconda delle voci che girano.
Senza scomodare il mio amico con la erre moscia, potrei raccontarvi di come siano comparsi milioni di ferventi ecologisti, passando da infima minoranza sbeffeggiata a potenti portatori di interessi, come le alberature, lo smog stando in coda in auto ecc.
C'è stata anche l'accresciuta sensibilità al destino degli altri, nel caso per es. di qualcuno in ambulanza, a sirene spiegate, ma bloccato in coda, verso Careggi o il CTO. Ce ne occuperemo nelle prossime puntate, per la gioia dei nostri lettori.
Oggi invece una faccenda davvero di difficile comprensione: la tramvia e la fisica teorica, e più precisamente l' "entaglement quantistico", uno dei fenomeni più discussi da parte di ometti del calibro di Einstein, Bohr, Schrödinger e altri ancora.  Roba davvero ostica ("controintuitiva") anche per i fisici, figuriamoci per l'uomo della strada, chiuso in coda nella sua Panda, furgone o gippone.

lunedì 10 settembre 2018

Firenze batte Amsterdam sulla ciclabilità!

A Firenze notoriamente usano la bicicletta alcune migliaia di persone al giorno (fra le 20.000 e le 30.000 secondo varie rilevazioni), fra cui schiere di pendolari che arrivano in treno e poi inforcano il velocipede per raggiungere i posti di lavoro. Da stendergli tappeti rossi, come minimo.
E invece lo fanno  in gran parte in modalità "fai-da-te".
Il "genio fiorentino", o l'italica "arte di arrangiarsi", si potrebbe gridare ai quattro venti, che non trova però riscontro nell' impegnativa opera dei "tennici" della DirezZione Im-Mobilità.

Ogni tanto però la culla del rinascimento è anche teatro di qualche pensata geniale, che forse affonda le sue radici nei geni universali Leonardo, Leon Battista Alberti o Brunelleschi.
Che Firenze voglia diventare un modello universale di  interventi peggiorativi sul tema cruciale della continuità delle reti ciclabili?
Solo un esempio, unico in Italia e nel mondo: attraversamenti ciclabili (i cosiddetti "quadrotti", vedi foto) che deliberatamente vengono coperti e trasformati in "strisce pedonali", sul percorso di piste ciclabili. Una creazione a più mani che non ha eguali in nessun angolo dell'universo, sconosciuta al codice della strada, con l'unico effetto di rendere pericolosi gli attraversamenti per ciclisti e pedoni. Non si sa più se in bici si ha la precedenza (sugli attraversamenti ciclabili sempre, al pari delle strisce per i pedoni),  non riconoscibili dagli automobilisti ("devi scendereeeeeeeeeeeee!!").

giovedì 9 agosto 2018

Ma se faceano i' metrò unn'era più comodo e sverto pe' movessi?

Eccoci di nuovo a porre domande che 'le sargano dalla gente', oltre che da molti politici ed esperti, sui vantaggi del metrò rispetto alla tramvia. Il nostro interlocutore dall'erre moscia stavolta non avrà risposte così facili!
(nella precedente intervista si era trattato dei disagi che non ci sarebbero con il metrò ... - da cliccare)

D.: Le metropolitane sono sistemi più efficienti, veloci e comodi delle tramvie, per gli utenti. Lei concorda almeno su questo vero?

R.: E' una vulgata molto diffusa, ma vavamente veva. Un metvò non è più efficiente in tessuti uvbani densi, come quavtieri vesidenziali o con sevvizi, uffici, posti dove lavova la gente. E ovviamente non nei centvi stovici o immediate vicinanze. Il vantaggio delle metvopolitane si viscontva solo su notevoli distanze e nel tvaspovtave gvandi masse di pevsone, perciò solo in grandi città come Londva, Pavigi, Bevlino ecc. Dove poi spesso, nelle pevifevie, non sono più in sottevvanea, ma escono in supevficie.

martedì 7 agosto 2018

Oh un' bastava i' treno 'nvece della tramvia?

"Un c'era bisogno di tutto 'sto hasino della trammvia, anzi un c'era da fa' nulla, c'è digià i' treno, maremma 'mpestaha", borbotta uno ai barre mentre quell'antro che l'ascorta legge di straforo La Nazione da dietro uno ai tavolino.
Poi gl'entra uno colla maglietta rossa, ma di marca eh, una Lacostte che la hosta un botto, gni manca solo i Rolex ai porso. Gnè di sihuro un di que', come si chiamano, radicall-chicche, infatti gn'è arrivaho in bicigretta, 'nsiem a una topa holle cosce all'aria, anche quella dimorto snobbe.
E co' quell'aria superiore, mentra gl'ordina du Martini (girahi, mica agitathi eh?? come quelli di Geims Bondde), ni' sentì que' discorsi, gl'azzarda una domanda: "ma lei scusi pev andave a Caveggi pvende il tveno?"
"Sie bonaaa, un' so neanche quande passano, gn'è meglio i' motorino, o se piohe piglio la macchina" - e punta i' dito a una 600 tutta ammaccaha colle ròte sui marciapiede, lì davanti ai barre. "Oppure telefono ai mi' figliolo che mi viene a prende' coi Suvve, tanto cià i permesso 'nvalidi della mi' mamma, anche se l'è morta da quarche anno". 
E di botto la topa colle meches la s'intromette: "je comprende, vous arrivè sans problemmm alorrr, n'est pas? - cioè, mi scusi, lei ci arriva bene allora no?"
"Sieeee, gl'è un bordello, a tutti que' semafori ci tocca aspettare un monte, he passi la tramvia, con tutti qu'e pali, e qui rumore, poi c'è anche quelli che ci guardano dai finestrino mentre noi siamo in coda maremma 'mpestaha"

domenica 10 giugno 2018

Niente cantieri pelle strade se faceano i' metrò! Oh un poteano fallo 'nvece della tramvia, maremma zoccola!!?

Riprendono le interviste con il misterioso personaggio che ci ha già illuminati sulle meraviglie della tramvia senza pali a Bordeaux.
C'è però una folta schiera di cittadini, politici e qualche esperto che, riconoscendo la necessità di far uscire Firenze dal traffico che la strangola da decenni, contestano la scelta della tramvia, schierati nettamente per il metrò, ovviamente in sotterranea.
Le interviste con il nostro interlocutore saranno, in questo caso, scaglionate nel tempo, un punto per volta.

D.: Il metrò, dicono molti, risparmierebbe molti disagi ai fiorentini, si scava sotto, senza cantieri sulle strade. Lei cosa dice in proposito?

R.: Chi favfuglia tali stvxxxate non ha mai visto la vealizzazione di una metvopolitana. Si illudono che non ci savebbevo cantievi nelle stvade o nelle piazze. Pev es. la vealizzaione della stazioni sottevvanee necessita lo scavo di enovmi cvateri in supevficie, per la costvuzione delle banchine di due binavi in tunnel, dei pozzi pev vampe, accessi, scale mobili, ascensovi ecc. E la rimozione delle tevve di scavo  non avvevvebbe per smatevializzaione, come in StavTvek. Si tvattevebbe con ogni pvobabilità di gvandi pvofondità, pev es. il capolinea della B1, "Jonio", a Roma, è quasi 30 metri sotto.

D.: Capisco, ma non sarebbe solo in qualche punto, senza toccare le strade e quindi lasciare il traffico scorrevole come prima?

lunedì 7 maggio 2018

Bordeaux, tram senza fili (?)

Le recenti, accese, polemiche su pali e cavi al capolinea della tramvia a S. Maria Novella, hanno portato spesso a parlare di quella di Bordeaux .
FirenzeImmobile ha colto l'occasione per intervistare un personaggio di alto lignaggio e dalla loquela inconfondibile.
  
(D): Leggiamo che sulla stampa cittadina e sui social network si porta ad esempio una tramvia "senza pali e fili", con alimentazione da terra, a Bordeaux. Anche a Firenze allora?
(R): la tvamvia di Bovdeaux è una colossale stvonz... ops, chiedo venia, cioè chi ne pavla e scvive non sa di cosa si tvatta. E sopvattutto non sa o fa finta di non sapeve che dal suo avvio ad oggi è stata segnata da disastvose serie di guasti, blocchi della civcolazione, devivanti propvio dal suo "innovativo" sistema di alimentazione da tevva (APS, bvevetto Alstom). 
(D): Non può essere, leggo di trionfali articoli sui "10 anni di alimentazione da terra Alstom" ...
(R): Si tvatta sempre della stessa paginetta di mavketing della stessa Alstom, vipovtata anche da vavi giovnali (pubblicità vedazionale?). Ne ha bisogno la Alstom, deve vecupevave lunghi anni di massicci malfunzionamenti. Del vesto pvopvio in quella paginetta si vanta di "42 km di binavi con APS" (il sistema di pvesa da tevva). Cioè quasi nulla in oltve 10 anni, neanche due veti tvamviavie di città di medie dimensioni. Nello stesso peviodo di tempo sono state costvuite inteve schieve di tvamvie "tvadizionali", con alimentazione dall'alto (come quella di Firenze).
(D): Mi scusi, mi sta dicendo che si tratta di una bufala portare a modello Bordeaux per Firenze? Nessuno si è accorto di qualche guasto nei primi tempi a Bordeuax
guasto tramvia a Bordeaux,
la gente si arrangia ...
(R): Si tvatta di colossali bufale sì, bastava un vicevichina con Google, pev esempio "Bordeaux tvam panne" (l'ultima pavola vuol dire guasti in fvancese) per vedev appavive valanghe di avticoli della stampa locale sulle pavalisi, non solo dei pvimi tempi, no, fino ad oggi. Veda pev esempio nel gennaio 2018 ("Bordeaux: i guasti della tramvia si ripetono ed esasperano gli utenti") e febbvaio ("Bordeaux: guasti in serie sulla rete tramviaria"), sempve di quest'anno.
(D): Ma allora come mai nessuno se ne è accorto?
(R): Chi non cevca non tvova, e cvede a qualsiasi scemenza vientvi nelle sue vistvette visioni
(D): Capisco. Eppure ci sono state levate di scudi di autorevoli personalità. Parlano a vanvera?...
(R): Se si vifevisce al Sopvaintendente Pessina, fovse si potvebbe chiedevgli se i sistemi "più leggevi" di cui pavla siano quello disastvoso di Bovdeaux o altvi. Fovse divaghevebbe pev non vispondeve. Suggevivei che faccia l'avcheologo e non pavli di cose che non sa ... 

sabato 5 maggio 2018

Tramvia, tutto bene?

Le bufale sulla tramvia che girano sono praticamente le stesse dei tempi di Razzanelli, con l'unica differenza che non c'è più una figura di riferimento, ambiziosa e dotata di mezzi (economici, mediatici ecc). La loro propagazione è in stile "chiacchiere da bar", talvolta riprese dai provinciali giornaletti locali. 
Eppure di criticità reali ce ne sono. Non quelle delle bufale, anzi spesso tutto il contrario.

Qual'è il problema di Firenze?
Da decenni il traffico mostruoso, da terzo mondo, invasivo, perennemente paralizzato in modo quasi fisiologico, e che ostacola quotidianamente anche i bus, oltre a se stesso. Traffico e sosta che in sostanza monopolizzano tutti gli spazi e le possibilità di muoversi.
L'inquinamento (molto alto) è solo una parte del problema, ancora più impattante sul quotidiano è la reale immobilità. Ore al giorno in ingorghi colossali, pezzi di vita e costi per il cittadino. Basta che cada un ramo e si paralizza tutto nel raggio di chilometri. Segno evidente che il sistema è costantemente sull'orlo del baratro, e basta una cazzata per farcelo sprofondare, per ore o giorni.
Unica via d'uscita è spostare grosse quote di mobilità dall'auto a mezzi più efficienti (vedi grafico) e ridurre/scoraggiare la fiumana di mezzi privati in circolazione e in sosta. Per fare ciò serve una sistema di trasporto pubblico, come in tutte le città europee di medie dimensioni da 20 anni o più. Saranno tutti scemi? 

sabato 14 aprile 2018

Qui come ... a Helsinki

"Qui è diverso", o anche "No, da noi 'un si pole" (fiorentinismo popolare per "non si può", "nun se po' ffà", locuzione romana equivalente).  Magari condito da "Firenze è unica al mondo", affermazione  valida anche per Timbuktu, ma che affonda le sue radici nella bizzarra presunzione instillata fin da bambini di essere il centro dell'universo, l'unica con un centro storico o  la città più bella del mondo.
Stupore e balbettamenti alle banali domande "su che parametri" "chi l'ha deciso" o "dove sta scritto", o "forse Vienna, Siviglia, Strasburgo sono delle bidonville?".
Tutte cazzate, detto in breve. La mobilità e le sue scelte sono molto simili in qualsiasi città europea con un tessuto urbano densamente storico. Cioè moltissime, la grande maggioranza. Se c'è qualcosa in cui Firenze è "unica", semmai è la bolgia di traffico infernale, da terzo mondo, che l'attanaglia da decenni, senza che tale morsa sia mai stata affrontata seriamente.
Le giaculatorie sul  "qui non si può", oltre che dal devastante provincialismo, derivano in realtà dal volere mantenere lo status quo (disastroso) e probabilmente dalla radicata convinzione che questo, davanti al naso, è il solo mondo possibile (su "migliore" ci vuole del coraggio) e che ogni cambiamento non può che intaccare qualche abitudine incancrenita. In sostanza gente che sta ore al giorno in ingorghi, in scatolette di latta, ma che difende con le unghie e coi denti la sua vita di merda.
Quadro traferibile quasi ad ogni città d'Italia, in una competizione al peggio.
La mia vita di decenni, a cavallo con vari pezzi di mondo, e la dimestichezza con varie lingue, periodicamente mi riporta a confronti con altre realtà. Per es. un articolo della Sueddeutsche Zeitung, che nella sua rubrica fissa sui trasporti locali, parla di Helsinki.
Il titolo preannuncia che la capitale finlandese "vuol dare a tutti la possibilità di vivere comodamente senz'auto". E per fare ciò, oltre ad ampliare la rete tramviaria e altri mezzi pubblici, udite udite, vuole rimediare ad un peccato degli anni 70: "boulevardizzare" andando a demolire le 7 superstrade a più corsie che arrivano fino in centro, restituendo lo spazio alla gente, alla vita, e ad una mobilità con le persone al centro.
Oddiooooo, tremendo, ma sarà certamente una città modernissima, senza patrimonio storico e architettonico ecc ecc. Ecco, vi sbagliate, scemenza dettata da pregiudizio. Andateci, o banalmente cercatevi le immagini su Google View, o altri strumenti futuristici.
E, detto fra noi, il sindaco di Helsinki non è un fanatico ecologista, ma del partito di centro destra KOK.
Eccovi serviti.
Quello che si può fare ad Helsinki, è possibile anche da noi. 
Oppure quello che si fa ad Amsterdam, a Copenhagen, a Strasburgo, a Zurigo ...
Bisogna volerlo, e la politica, le istituzioni devono avere il coraggio di muoversi in quella direzione, ora, non in un futuro ipotetico.
Lo stanno facendo ?