Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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lunedì 21 gennaio 2019

O 'un poteano ...

Ma anche "perchè 'un fanno ..."
E qui la fantasia popolare si scatena. La domanda di fondo, angosciante, è: cosa accomuna "alternative alla tramvia" lontane anni luce l'una dall'altra?
Si va dal metrò al filobus, con incursioni sul teletrasporto, tutto il possibile che c'è in mezzo, e spesso anche fuori dal mondo.
Eppure hanno tutte una certa presa nella credulità popolare, tant'è che spesso qualcuno, coinvolto in una discussione surreale, passa dall'una all'altra come nulla fosse. Come dire, dall'aspirina all'amputazione nella cura di un tumore.
Il fattore comune in realtà c'è (almeno nelle illusioni e nelle fantasie):
non cambiare di una virgola le proprie abitudini
Cioè sarà qualcun altro a prendere l'ipotetica metropolitana a 25 metri di profondità, o il filobus in  mezzo al traffico come ora i mezzi Ataf, mentre chi grida alle "alternative" potrà tranquillamente continuare a salire in macchina la mattina, farsi qualche chilometro (in coda), cercare parcheggio, spendere 4000 € o più l'anno per il solo possesso del giocattolo,  ecc ecc.
C'è un fattore antropologico dietro a questa illusione, forse sempre esistito ma venuto alla ribalta, in primissimo piano, negli ultimi decenni di arretramento, peggioramento, rinuncia ad ogni sia pur  minima aspirazione e prospettiva di cambiamento, di migliorare la propria realtà, o addirittura quella dell'intera società. Non solo è sparito dall'orizzonte, ma è diventato addirittura un nemico il "mondo migliore".
E dalla rinuncia a sovvertimenti epocali si passa a quella del proprio piccolo, meschino quotidiano.
Una vita miserabile, da difendere con le unghie e coi denti, per quanto di merda essa sia.