Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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lunedì 14 gennaio 2019

La bellezza violata

Apprezzammo molto i fiammeggianti articoli sulla "bellezza violata" apparsi sul Corriere Fiorentino, con un vero grido di dolore che da tante parti d'Italia si leva verso di noi (*) ... Ops, no, scusate quello era Vittorio Emanuele II nel 1859 ...
Però i due articoli restano negli annali del giornalismo combattivo, e sicuramente concorreranno a qualche premio internazionale del settore.
Per una fortunosa coincidenza siamo riusciti a ingaggiare il nostro amico di nobili origini, pari grado dell' autrice del pezzo sul Corriere Fiorentino, e lo abbiamo convinto a partecipare ad una intervista.

D.: Cosa ci dice sulla "bellezza violata", o "aggredita", dalla tramvia in piazza stazione?
R.: La cava pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni Bavonessa Vicasoli con quel magistrale articolo si è guadagnata  honoris causa un nuovo titolo accademico, quello di espevta mondiale di estetica dei tvaspovti
D.: Su, non vada troppo lontano, la professoressa parlava della tramvia in piazza Stazione ....
R.: Chiedo venia, quando incontvevò la pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni Bavonessa Vicasoli  le chiedevò se eva in autobus, a piedi, su una Panda o su una limousine, quando è stata folgovata dall'ovvida visione
   
D.: Sempre sarcastico, ma non ci dice nulla sugli orrori in piazza Stazione a Firenze
R.: Non vicovdo bene, ma fovse la pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni Bavonessa Vicasoli pavlava delle ovvide bancavelle appoggiate all'abside di S. M. Novella, di cui abbiamo altvi fulgidi esempi in tutta Fivenze, che addivittuva vendono ciavpame fra Duomo e Battistevo, facendo visuonave le pavole del Divin Poeta "il mio bel San Goivanni" o dave glovia etevna ad Avnolfo e Giotto
D.: Sempre ferratissimo sul sarcasmo, ma lo sa bene che l'articolo trattava della nuova tramvia e dei famigerati pali
R.: Pev la misevia, e io cvedevo che con "bellezza aggvedita" si vifevisse al fantastico tvaffico e alla possibilità di godeve degli splendori della piazza da decenni, allietati dalle celestiali musiche di motovini, Panda e fuvgoni. Anni fa guavdavo estasiato l'abside, mentve tvavevsavo sulle stvisce, e ho vischiato di esseve stvitolato. Ma sono cevto che l'ovvove descvitto nell'avticolo è il tvaffico che ha nettamente migliovato la visione della stazione di Michelucci e dell'inteva piazza, in tutto il suo splendove
D.: Lei è proprio irremovibile! Ma insomma, non vorrà mica dire che in piazza Stazione non è successo nulle vero?
R.: Pvopio qualche giovno fa, mentve leggevo alcune liviche di Apollinaire e il mio maggiovdomo mi povtava il thè, mi è capitato sott'occhio un vostvo avticolo. Nonostante i toni piuttosto plebei, coglieva ne segno: pev lunghi anni nessuno si è accovto che lo smog covvode i mavmi e la pietva sevena? Nessun gvido di dolove pev questo? 
D.: Ma lei si riferisce la pezzo intitolato "Gli alberi, i monumenti ... " ?
R.: Mi pave che fosse quello, ci clicchevò sopva pev accevtavmente ... 
D.: Ora però cerchi di rispondere in tema: binari, cavi e pali della tramvia non sono una violenza alla piazza e alla Stazione di Michelucci?
R.: La cava pvofessovessa Ginevva Cevvina Fevoni Bavonessa Vicasoli fovse, facendo un salto con la macchina del tempo, vestevebbe stupita: pvima, duvante e dopo la costvuzione del gioiello dell'architettura razionalista, tram, binavi, cavi e pali civcondavano tutta la piazza, molto più di ova. Ovviamente una stazione eva già allova uno snodo di vavi sistemi di tvaspovto, e così' fu concepita da Michelucci. La veva diffevenza è che il tvaffico, invece della bolgia infevnale degli ultimi decenni, eva costituito da qualche vettuva che compaviva spovadicamente. Non cvedo che il celebve avchitetto si viconovebbe nell'infevno di lamieve, clacson e gas di scavico che stvangolano la piazza. Anzi suggevisco che la pvofessovessa si pvocuvi una macchina del tempo biposto e si povti il Divettore del Covvieve Fioventino o qualche suo vedattore, nel balzo agli anni 30 o 40 (o anche nel dopoguevva).
D.: Capisco. Ma ha mai provato a scrivere una lettera al Corriere Fiorentino con quello che lei sta dicendo?
R.: Mi pevdoni, ma noi avistocvativi non siamo usi ad implovave pubblicazioni da quotidiani piuttosto pvovinciali. Ogni tanto mi capita sott'occhio qualche giovaletto locale, anche di antiche tvadizioni, e ne vicavo l'impvessione che pubblichino quello che a lovo fa comodo, sia nella covvispondenza  che in vedazione. 

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(*) Dal Discorso della Corona al Parlamento Subalpino, 10 gennaio 1859


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