Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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mercoledì 21 novembre 2018

I francesi, i giapponesi ... non passi lo straniero!!

Nello storico Discorso della Corona del 10 gennaio 1859, Vittorio Emanuele II, sul trono torinese del Regno di Sardegna, pronunciò parole che resteranno negli annali del Risorgimento: "non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d'Italia si leva verso di noi".

Un simile afflato deve muovere anche le alte grida cittadine contro i maledetti francesi che gestiscono la tramvia fiorentina, o contro i produttori del Sirio in quel di Pistoia, ma con azionariato dagli occhi a mandorla.
Che dio stramaledica la RATP e la Hitachi, arringherebbe le folle italiche il buffone dal balcone di piazza Venezia. E le migliaia di allocchi a spellarsi le mani di fronte a tanto carisma.

Del resto un'altra figura storica, di segno opposto, aveva scritto un libro dal titolo "Imperialismo, fase suprema del capitalismo".
In effetti spazzare via il turbo-capitalismo globalizzato e gli squali della finanza internazionale non sarebbe un cattiva idea.

Ma qualcuno crede davvero che, rintanati nell'italietta scalcinata e indietro di 30 anni, nei trasporti come in altri campi, si possa dare il via alla rivoluzione mondiale (proletaria o con chissà quali altri soggetti) e liberarci dal giogo del Kapitale e della Trilaterale?
E che lo si potrebbe fare  ricacciando i parigini della RATP a mangiar ranocchi, o gli ingegneri  giapponesi della Hitachi a casa loro con il  sushi?

Eppure, se ci fosse la possibilità di replicare l'assalto al Palazzo d'Inverno, dopo che l'incrociatore Aurora in mano ai marinai bolscevichi aveva sparato la cannonata di avvio della rivoluzione, credo che molti sarebbero fra le file dei rivoltosi.
Peccato che non sia andata secondo le speranze, allora - e che oggi si brancoli nel buio quasi assoluto per arrivare a ben più piccole rivoluzioni.

Però una certa rassicurazione viene da poche battute scambiate con gli odierni urlatori contro la RATP, la Hitachi, o altri orridi invasori stranieri. Non si tratta di eroi del Risorgimento italiano, e neanche di bolscevichi in terra italica; no, le loro tirate a suon di "non passa lo straniero!!" (zan-zannn!!) fanno invece parte di ultra-reazionarie quanto illusorie visioni di sovranismo da baraccone, da identitari de noantri. E la loro massima aspirazione è restare in un piccolo mondo provinciale, retrogrado, dove le chiacchiere da bar sono scienza e la macchina sotto casa, ancora da pagare, sinonimo di libertà e progresso.

Datemi retta poveretti, magari la nostra scassata italietta, e Firenze, avesse sistemi di mobilità come nel resto d'Europa. Non staremmo ore in coda ogni giorno ad asfissiarci in macchina, avremmo strade libere da ingorghi, con la gente che si muove su metrò, tramvie, bus, treni urbani e suburbani, bici, e lo fa gongolando nel vedere le immagini del traffico del Cairo, non molto lontano da quello di Firenze.