Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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mercoledì 14 novembre 2018

le piste ciclabili della DirezZione Im-Mobilità

Quasi tutto il dibattito sulla mobilità si è concentrato in questi mesi sulle tramvie. Qualche osservazione giusta e utile, e un'orgia di bufale, favole, ma soprattutto di mugugni per chi, poverino, si sente penalizzato nell'uso dell'auto.
Spostando un attimo la visuale in tema di mobilità ci si trova però di fronte ad opere completamente in mano alla DireZione Im-Mobilità, (comunale), diversamente da quelle della tramvia (esternalizzata). Ad es. la ciclabilità, per cui i "tennici" fiorentini sono famosi nel mondo (vedi qui per esempio), ormai presi a modello in tutta Europa, con  viaggi di studio a Firenze di quotatissimi esperti danesi, olandesi, svizzeri, tedeschi ed anche estoni o sloveni.
Ultimissima realizzazione è un prolungamento di un centinaio di metri della pista ciclabile di viale Lavagnini, che risale al 90 (28 anni fa) e è ad onor del vero abbastanza ben fatta.

Si nota subito che finisce pochi metri prima di via Ridolfi, suo naturale sbocco (vedi figura con riquadro bianco e freccia). Una svista? Allo stupore espresso sulla pagina Facebook dell'assessore la "spiegazione" dello stesso Giorgetti:
"Gli uffici hanno comunicato che essendo la fine della pista ciclabile, per motivi di sicurezza è stato deciso di farla terminare prima dell'incrocio per creare una zona filtro"

Evidentemente i fantastici progettisti ignorano i basilari principi della ciclabilità, fra cui lo sbocco di una pista ciclabile su viabilità ordinaria, nei rari casi (la regola a Firenze) in cui non si immettano in un'altra pista ciclabile, in assoluta continuità.
come doveva essere ...
Non era troppo difficile, quasi intuitivo anzi, con l'esorbitante dispendio di un po' di vernice. Vedi figura: in rosso la pista ciclabile portata fino all'incrocio e il fondo dell'attraversamento ciclabile, affiancato a quello pedonale, in grigio la carreggiata, in marrone il marciapiede.
Lo stupore dei comuni mortali è però derivante da scarsa conoscenza delle modalità di progettazione e realizzazione della rete ciclabile a Firenze: una valanga di interruzioni, con fantasiosi "motivi di sicurezza" , o strampalate norme inventate o stravolte e portate all'assurdo dai fantastici "tennici" della DirezZione Im-Mobilità.
Unico dispiacere e umana solidarietà va all'assessore Giorgetti che, con le gatte da pelare che si è trovato, si affida a personaggi come i burocrati delle ciclo-meraviglie in questione, o centinaia di altre sparse per Firenze. Se venissero mandati ai servizi cimiteriali potrebbero progettare sepolcri obliqui rispetto al marmo tombale, o forse fluttuanti a mezz'aria.

Un solo dubbio: ai tempi del famigerato Assessore alle Pompe Funebri dell'era Renzi, con delega ai Trasporti, Traffico ecc,  certamente molto peggiore del povero Giorgetti e di tanti suoi predecessori, qualcuno si sarà accorto in che mani si andava a mettere? Saranno forse gli stessi che in piazza dell'Unità hanno dovuto rifare (per ben due volte in pochi giorni) la piattaforma che non  dava sufficiente spazio per la svolta dei bus Ataf? O forse sono altri ma della stessa genìa ?

Per capire la logica contorta della ciclabilità fiorentina un precedente articolo è di aiuto: Firenze batte Amsterdam 
Vedi anche l'articolo su via Gioberti ...

Qui sotto l'originale della strabiliante conversazione su Facebook:

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