I numeri
parlano chiaro, e non ci fanno onore: Firenze è ai vertici mondiali per il
numero di automezzi per abitante, e ancora più grave, per il suo utilizzo negli
spostamenti quotidiani, intorno al 70%.
Da decenni
vediamo strategie deboli, esitanti,
fortemente depotenziate da un coacervo di
interessi particolari, lobby e corporazioni, o semplicemente dalla
resistenza ad ogni cambiamento, visto come minaccia.
Alcuni esempi: la realizzazione della ZTL nel 90 fu all'avanguardia in Europa, con grande risonanza internazionale. Molte città del continente hanno seguito quella strada, sono andate avanti e ben oltre nella riduzione del traffico sulle aree urbane. Firenze si è fermata, e ha visto anzi una progressiva corrosione del modello, oggi colabrodo e terreno fertile per schiere di furbi più o meno tollerati.
Due altri esempi di strategie esitanti e in grande ritardo: la rete tramviaria, lanciata ai tempi della Giunta Morales (89) ed oggi, dopo 28 anni, limitata alla sola linea Scandicci-SMN, recentemente prolungata fino a Careggi. La rete ciclabile, partita con i mondiali del 90, e rimasta quasi la stessa per lunghi anni, o peggiorata, o con ampliamenti frammentati e sconnessi, fino a renderla spesso inutile e dannosa per chi la usa.
Nel primo caso si tratta di massicci investimenti e grossi impatti sull'intera viabilità , nel secondo di costi modestissimi con grande ritorno in mobilità. La sorte simile indica la scarsa volontà politica, strategie deboli o inesistenti, mancanza di coraggio nell'affrontare trasformazioni che hanno avuto luogo e proseguono a grandi passi in tutta Europa. Ed è da lì che possono provenire modelli e soluzioni già sperimentate e ampiamente replicabili, con modesti adattamenti. Alla faccia del “prima gli itaGliani”.
Alcuni esempi: la realizzazione della ZTL nel 90 fu all'avanguardia in Europa, con grande risonanza internazionale. Molte città del continente hanno seguito quella strada, sono andate avanti e ben oltre nella riduzione del traffico sulle aree urbane. Firenze si è fermata, e ha visto anzi una progressiva corrosione del modello, oggi colabrodo e terreno fertile per schiere di furbi più o meno tollerati.
Due altri esempi di strategie esitanti e in grande ritardo: la rete tramviaria, lanciata ai tempi della Giunta Morales (89) ed oggi, dopo 28 anni, limitata alla sola linea Scandicci-SMN, recentemente prolungata fino a Careggi. La rete ciclabile, partita con i mondiali del 90, e rimasta quasi la stessa per lunghi anni, o peggiorata, o con ampliamenti frammentati e sconnessi, fino a renderla spesso inutile e dannosa per chi la usa.
Nel primo caso si tratta di massicci investimenti e grossi impatti sull'intera viabilità , nel secondo di costi modestissimi con grande ritorno in mobilità. La sorte simile indica la scarsa volontà politica, strategie deboli o inesistenti, mancanza di coraggio nell'affrontare trasformazioni che hanno avuto luogo e proseguono a grandi passi in tutta Europa. Ed è da lì che possono provenire modelli e soluzioni già sperimentate e ampiamente replicabili, con modesti adattamenti. Alla faccia del “prima gli itaGliani”.
Come uscirne?
Accesso
dall'esterno e ferrovie suburbane
Una quota
alta ed invasiva di traffico proviene dall'esterno della città, da un vasta
area che va oltre la provincia, vicina ai 2 milioni di abitanti. Ne sono
testimoni i colossali incolonnamenti in entrata e in uscita di tutte le
direttrici (Indiano, FI-PI-LI, Firenze-Mare, Bolognese e Fiesole, Aretina,
Bagno a Ripoli e Grassina ecc).
Alcuni di questi
flussi possono essere spostati su ferrovia, assai più di adesso, con la
modernizzazione delle linee attuali (segnalazione, sistemi di circolazione)
tali da permettere maggiori frequenze dei treni e capacità di trasporto
superiore all’attuale, sul modello delle S-Bahn e delle RER. Si tratta di
investimenti da negoziare e su cui fare pressing con FS e il suo
trasporto regionale, soprattutto sulle infrastrutture ("binari",
stazioni ecc), non rinviabili a ipotetiche e future opere (come il
sottoattraversamento) che possono avere un impatto fra molti anni.
Al tempo
stesso è necessario limitare fortemente gli accessi in auto verso
Firenze, quelli serviti e potenziabili da ferrovie e gli altri, creando una
cintura filtro non aggirabile. Uno degli strumenti saranno i parcheggi
scambiatori ai margini della città, o presso stazioni ferroviarie su un
raggio più ampio. Compiti che ricadono sui governi della città e dell'Area
Metropolitana.
La cintura dovrà essere non più penetrabile, salvo eccezioni e tipologie limitate. I parcheggi scambiatori dovranno dare accesso immediato a snodi della rete tramviaria o in seconda istanza a quella su gomma collegata a stazioni ferroviarie e tramvie o che entrino in città su viabilità riservata continuativa e capacità di trasporto proporzionate all'utenza.
La cintura dovrà essere non più penetrabile, salvo eccezioni e tipologie limitate. I parcheggi scambiatori dovranno dare accesso immediato a snodi della rete tramviaria o in seconda istanza a quella su gomma collegata a stazioni ferroviarie e tramvie o che entrino in città su viabilità riservata continuativa e capacità di trasporto proporzionate all'utenza.
I parcheggi esistenti sono ben rappresentativi in positivo e in negativo: Villa
Costanza funziona (ma è già vicino alla saturazione, viale Europa quasi vuoto.
Come lo sono anche quelli (poco sensati) dentro la città (Fortezza, Leopolda,
Alberti, Parterre ecc)
Ovvio che
il trasporto su ferro (treni e tramvie) e secondariamente quello su gomma richiedono un rapido e massiccio sviluppo per
assorbire la mole di accessi dall'esterno.
Completamento rete tramviaria e ridefinizione di quella su gomma
Una rete
tranviaria su tutta la città è la prima chiave per uscire dalla paralisi e
dall'immobilità, abbinata a parcheggi scambiatori sulla cintura esterna,
treni sub-urbani, e ad una serie di misure collegate (rete ciclabile,
ZTL, periferie, scelte sulla sosta coerenti ed applicate, ecc)
reti tramviarie di Zurigo e Firenze a confronto |
I tempi di cantierizzazione dovranno esser a
livelli europei (simili a quelli del 2017 per la T 1 verso Careggi, e ben diversi da quelli biblici
precedenti), in contemporanea alla progettazione delle linee mancanti, da realizzare a ruota o
in parte in parallelo alla direttrice per Bagno a Ripoli.
Il
frammento (modesto) di rete tramviaria finora realizzata dimostra nei fatti la
sua efficacia (280 persone ogni 4 minuti su 32 metri , che in auto
sarebbero circa 1 Km
e 100 metri ),
già vicina alla saturazione e ancora limitata dalla sua incompletezza. La vera
criticità è averci messo oltre 25 anni, con tempi sproporzionati di
cantierizzazione, fra cui il quinquennio del tutto perso con Renzi Sindaco.
Che ben altri tempi fossero possibili è dimostrato dal recupero effettuato
nell'ultimo anno, sotto evidente pressione delle scadenze elettorali. Con tempi
analoghi avremmo già una rete completa su tutta la città, secondo standard
europei.
Con l'avvio della linea per Peretola si farà un ulteriore passo avanti, ma neanche un terzo del minimo necessario per le dimensioni di Firenze: verso sud (progetto di massima già presente), est (Campo Marte /Rovezzano) in alto mare, direzione Porta Romana neanche ipotizzata, diramazioni ulteriori (es. Sesto) appena accennate. E il nodo irrisolto del centro storico, solo in piccola parte alleggerito quando sarà pronto con l'anello verso S. Marco.
Con l'avvio della linea per Peretola si farà un ulteriore passo avanti, ma neanche un terzo del minimo necessario per le dimensioni di Firenze: verso sud (progetto di massima già presente), est (Campo Marte /Rovezzano) in alto mare, direzione Porta Romana neanche ipotizzata, diramazioni ulteriori (es. Sesto) appena accennate. E il nodo irrisolto del centro storico, solo in piccola parte alleggerito quando sarà pronto con l'anello verso S. Marco.
E le auto?
spazio occupato da tram e autovetture |
Esiste una
quota di mobilità vincolata al mezzo proprio, in tutti gli studi una
frazione modesta dell'enorme carico di traffico attuale. Attività di
manutenzione o installazione (il classico idraulico), carico/scarico merci,
pochi disabili "veri" che non possono utilizzare tramvie (al massimo
di accessibilità anche per portatori di handicap) o bus.
Proprio questa utenza ricava grandi vantaggi da viabilità meno congestionate, ottenibile spostando ampie quote su sistemi di trasporto più efficienti, affidabili e veloci: su ferro o viabilità riservata.
Proprio questa utenza ricava grandi vantaggi da viabilità meno congestionate, ottenibile spostando ampie quote su sistemi di trasporto più efficienti, affidabili e veloci: su ferro o viabilità riservata.
La linea
di Scandicci ha già messo in atto uno spostamento modale di circa il 20%,
rilevato da un recente studio delle Regione Toscana. Ogni ampliamento della
rete moltiplica in misura crescente
questo spostamento da auto a tram o bus.
Va detto
che politiche e strategie miranti alla riduzione del traffico auto non possono
basarsi solo sull'offerta di alternative (tramvie, treni, bus, ciclabilità). Le
modalità di spostamento da ridurre vanno anche scoraggiate, disincentivate a
vari livelli, quindi penalizzate tramite un complesso di misure e strumenti a
largo raggio: redistribuzione degli spazi stradale, sosta, ecc. in modo simile,
anche se più differenziato, alla cintura protettiva esterna della città.
Altrimenti sarà molto difficile che abitudini consolidate cambino in tempi
brevi, rischiando di vanificare investimenti e sforzi fatti.
Auto e mezzi individuali motorizzati possono (e devono) essere portati ad un ruolo residuale, procedendo per (grandi) passi, sul modello di gran parte delle città europee, che questa strada hanno imboccato già da decenni. Chi vorrà potrà continuare ad utilizzare mezzi di trasporto il cui spazio e ruolo non possono che essere sempre più ridotti. Ma avrà anche la scelta di passare ad altri mezzi, senza l'obbligo di fatto dell'auto per spostamenti quotidiani.
Auto e mezzi individuali motorizzati possono (e devono) essere portati ad un ruolo residuale, procedendo per (grandi) passi, sul modello di gran parte delle città europee, che questa strada hanno imboccato già da decenni. Chi vorrà potrà continuare ad utilizzare mezzi di trasporto il cui spazio e ruolo non possono che essere sempre più ridotti. Ma avrà anche la scelta di passare ad altri mezzi, senza l'obbligo di fatto dell'auto per spostamenti quotidiani.
Bus, linee
su gomma
Nello
schema di mobilità di una città media europea, alla rete tramviaria e a quella
ciclabile si affiancano servizi su gomma: bus tradizionali, talvolta
elettrici, bussini e servizi a chiamata ecc. E' evidente che la rete
tramviaria, per quanto più capillare di una metropolitana o di quella
ferroviaria, non può raggiungere ogni angolo. Il trasporto urbano su gomma
costituisce questo anello: linee che portano alla rete su ferro (capolinea,
snodi, fermate), con cambio, sempre vantaggioso per tempi e frequenza rispetto
a lunghe linee di bus immerse nel traffico e cronicamente inaffidabili. Linee
bus servono inoltre destinazioni con domanda di trasporto quantitativamente
ridotta.
Si tratta
dunque di un sistema di trasporto secondario, "asservito" a
quello su ferro, che ne aumenta la capillarità.
capillarità a confronto |
La
relativa brevità dei percorsi su gomma adduttori alla tramvia è già di per se
un fattore di affidabilità. In molti casi è però necessario ricorrere a corsie
preferenziali/busvie per tempi di percorrenza e puntualità accettabili. Cosa
che non avviene con le attuali linee maggiori (es. 6-8-14-17-20-23 ecc),
cronicamente imbottigliate nel traffico paralizzato, agli incroci, nei tratti
non riservati, e spesso sulle stesse preferenziali invase da sosta selvaggia e
transiti di ogni genere.
Nessuna rete su gomma da
sola (diesel, a carbone, a cavalli, filobus, elettrica o a fotoni) è in grado
di soddisfare le esigenze di trasporto di una città come Firenze.
Disabili,
esigenze diverse
Le
maggiori difficoltà di molti disabili sono date da generalizzate ostruzioni di
scivoli, strisce, zone pedonali, fermate bus e addirittura dei marciapiedi.
Il vastissimo utilizzo quotidiano di pass invalidi da parte di familiari, parenti e amici porta all'occupazione dei posti auto riservati, danneggiando chi lo fa legittimamente e ne ha reale necessità. E contribuisce in modo massiccio all' invasione della ZTL, snaturandola.
Altri danneggiati sono il carico/scarico merci, le attività di manutenzione ecc
Il vastissimo utilizzo quotidiano di pass invalidi da parte di familiari, parenti e amici porta all'occupazione dei posti auto riservati, danneggiando chi lo fa legittimamente e ne ha reale necessità. E contribuisce in modo massiccio all' invasione della ZTL, snaturandola.
Altri danneggiati sono il carico/scarico merci, le attività di manutenzione ecc
E'
generalizzata l'impressione che si tratti di abusi ampiamente tollerati, su cui
è necessario invece intervenire in modo finalizzato e deterrente.
Ciclabilità
Un
ulteriore alleggerimento del carico di traffico viene da un coerente sviluppo
della ciclabilità urbana, che ormai in tutte le città europee è uno dei fattori
portanti della mobilità, con quote sul 20% e punte che superano il
40-50% in città ai vertici mondiale.
Attualmente
si muovono quotidianamente in bicicletta oltre 20.000 persone a Firenze, con
spostamenti casa-lavoro e casa-scuola, proprio negli orari di punta. Una parte
di esse in "intermodalità": arrivo in treno a Firenze (SMN, Campo
Marte ecc) e ultimo tratto su due ruote. La quota di spostamenti è poco
inferiore a quella (bassa) dei bus urbani, stimata intorno al 10-11%.
Una mobilità virtuosa in buona parte "fai-da-te" e secondo l'arte di arrangiarsi, a causa di carenza, inadeguatezza o cattiva realizzazione delle piste ciclabili e della viabilità in ZTL.
Una mobilità virtuosa in buona parte "fai-da-te" e secondo l'arte di arrangiarsi, a causa di carenza, inadeguatezza o cattiva realizzazione delle piste ciclabili e della viabilità in ZTL.
Una
ciclabilità urbana reale, incentivata e praticabile, passa per il superamento
degli attuali marcati deficit, e cioè:
·
rete ciclabile completa su tutte le direttrici di
spostamento principali, collegate fra loro, a disegnare una sorta di ragnatela
sulla città - attualmente esistente solo per vaghi e scoordinati frammenti
·
all'interno della rete piste ciclabili in assoluta
continuità alle intersezioni , oltre che per fludità e competitività degli spostamenti in bicicletta, per contrastare il maggiore ostacolo all'utilizzo
della bici: i rischi per l'incolumità personale
·
piste ciclabili a a regola d'arte per visibilità,
riconoscibilità, chiarezza delle precedenze e con minimo ricorso al promiscuo
ciclo-pedonale - attualmente molte malfatte, quasi inutilizzabili, o puramente
sulla carta per aggiungere chilometri, senza nessun ruolo trasportistico
·
viabilità ordinaria, soprattutto in ZTL , con prevalenza di pedonalità, trasporto
pubblico e ciclabilità, invece che disegnata per quel traffico motorizzato che
si vorrebbe scoraggiare e limitare. Doppi sensi ciclabili, moderazione del traffico (residuo, in ZTL, fortemente ridotto per quantità e intensità) e altri interventi da decenni consolidati in tutta Europa, di comprovata efficacia e costi modestissimi
·
rastrelliere in tutte le strade e le piazze, in
proporzione all'utenza
·
sosta bici, sia in strutture dedicate e che in
superficie, alle stazioni ferroviarie e agli snodi tramviari
Portare
Firenze a livello europeo nella mobilità ciclabile ha costi modesti rispetto ad
ogni altro intervento sul traffico, ma necessita di seguire il principio di
redistribuzione dello spazio stradale, come per tramvie e trasporto su gomma.
ZTL e
centro storico
Un
ulteriore decadimento è avvenuto tagliando fuori il centro storico da sistemi
efficienti di trasporto, con pedonalizzazioni di immagine che spostano un
immutato carico di traffico (in parte abusivo) a poche decine di metri. O con
la proliferazione dei "dehors", della movida selvaggia, l'incalzare
di una Firenze Disneyland che fa fuggire per invivibilità residenti e attività
economiche non turistiche.
Servono
alcune misure che riportino la ZTL
al suo ruolo e migliorino la sua efficacia.
In tutta
Europa zone simili alla nostra ZTL svolgono la loro funzione di riduzione del
traffico alle attività presenti, e alla popolazione residente , anche senza
telecamere o altro: rendendole non attraversabili. Con semplici
interventi viabilistici si riduce o annulla il traffico (anche quando
teoricamente legittimo) che usa la ZTL come scorciatoia, zona
franca ecc. Es. spicciolo: alla fine di via dell'Agnolo, percorso obbligato che
ti riporta fuori della ZTL usando via Ghibellina, lasciando accessibili interi
settori non comunicanti fra di loro, per residenti o disabili, carico/scarico,
manutenzione ecc. La realizzazione è poco costosa ma richiede una revisione
generale dei percorsi e della viabilità del centro, utilizzando segnaletica e
piccole zone pedonali a macchia di leopardo. Una occasione per rendere inoltre
la viabilità del centro storico non subordinata al traffico motorizzato, ma
focalizzata su pedonalità, ciclabilità e trasporto pubblico.
Sul tavolo ci sono anche le proposte di ZTL 24H su 7 giorni, da vagliare seriamente, non schiacciati dagli interessi ultra-corporativi di ristoranti e locali, la cui clientela può tranquillamente servirsi del trasporto pubblico non più paralizzato dal traffico e dalla sosta (abusiva), dei parcheggi sulla cintura dei viali, della sviluppata mobilità ciclabile.
Sul tavolo ci sono anche le proposte di ZTL 24H su 7 giorni, da vagliare seriamente, non schiacciati dagli interessi ultra-corporativi di ristoranti e locali, la cui clientela può tranquillamente servirsi del trasporto pubblico non più paralizzato dal traffico e dalla sosta (abusiva), dei parcheggi sulla cintura dei viali, della sviluppata mobilità ciclabile.
Periferie, quartieri residenziali e commerciali
Non meno
strangolati da traffico e sosta troviamo la città al di fuori della ZTL. Anche
qui ci viene in aiuto quanto si è fatto e si sta facendo in tutta Europa.
Alcuni esempi:
moderazione del traffico con chicane in zone 30 |
Al di fuori delle arterie
di scorrimento (es. viali di circonvallazione, o direttrici da/verso i margini
della città, realizzare ampie "zone 30" con tecniche di "moderazione
del traffico": riduzione velocità tramite sosta a lati alterni e
piazzole di scambio (vedi figura), arredi urbani, attraversamenti rialzati ecc.
Punto
critico sono le scuole, su cui intervenire per la sicurezza in
entrata e in uscita. Qualcosa è già stato fatto, si tratta di generalizzare
le esperienze.
Sulla scia di tutta Europa è da considerare la forte disincentivazione del "portare in auto i figli a scuola", sia con la collaborazione delle scuole stesse, sia allontanando il traffico dalle immediate vicinanze degli edifici scolastici, con una gradazione di interventi viabilistici che vanno da attraversamenti rialzati e isole pedonali, dossi rallentatori, fino alla chiusura al traffico di tratti stradali in orario di entrata e uscita.
Sulla scia di tutta Europa è da considerare la forte disincentivazione del "portare in auto i figli a scuola", sia con la collaborazione delle scuole stesse, sia allontanando il traffico dalle immediate vicinanze degli edifici scolastici, con una gradazione di interventi viabilistici che vanno da attraversamenti rialzati e isole pedonali, dossi rallentatori, fino alla chiusura al traffico di tratti stradali in orario di entrata e uscita.
Strettamente
legata all'enorme carico di traffico è la sosta invasiva e selvaggia,
all'ordine del giorno. Oltre ad interventi sanzionatori molto più incisivi, è
l'intera strategia della sosta da rivedere, in combinazione con il filtro degli
accessi sulla cintura urbana, i servizio ferroviari suburbani, il trasporto
pubblico su ferro e su gomma.
Alcuni punti:
Alcuni punti:
·
parcheggi di struttura (interrati o in
superficie/sopraelevati) solo ai margini della città, non all'interno.
Cancellazione di Piazza Tasso e altri analoghi.
·
i parcheggi esistenti in centro o immediate vicinanze,
che l'urbanistica odierna non realizzerebbe più, vanno ridefiniti al servizio dei
sistemi di trasporto: es in piazza Stazione all'utenza ferroviaria, al car
sharing, al bike sharing ecc. La stessa piazza Stazione potrebbe essere in gran parte chiusa al traffico privato, con soli spazi "kiss and ride", cioè di sosta brevissima per accompagnare chi viaggia in treno
·
il costo del parcheggio in strutture decentrate minore
di quello in strada, studiando schemi tariffari che avvantaggino per es. i
titolari di abbonamenti ferroviari e Ataf
·
i parcheggi a lato strada, oltre ad un costo maggiore
rispetto alle strutture decentrate, devono tornare al ruolo per cui erano stati
definiti: strisce bianche e strisce blu, residenti, ecc
Comunicazione
Uno dei
grandi punti deboli delle ultime amministrazioni è stata proprio la
comunicazione con la cittadinanza, affidata a tweet o annunci basati su aria
fritta, invece che su processi partecipativi reali.
La carenza di comunicazione e partecipazione, tipica di una politica auto-referenziale e che risponde solo o prevalentemente a corporazioni e interessi organizzati ma minoritari, ha favorito la diffusione di ogni genere di leggende, falsi, soluzioni miracolistiche senza fondamento e campagne di giornaletti di provincia.
Ha anche oscurato le criticità reali di progetti e realizzazioni (per es. della tramvie) o delle quasi inesistenti politiche della mobilità. Criticità che esistono, spesso all'opposto degli ululati diffusi sui social media, nelle chiacchiere da bar, nelle cronache locali dei quotidiani o altri mezzi di comunicazione.
Ha portato anche ad un paradosso: che valutare progetti e realizzazioni sembra richiedere alte competenze specialistiche, oppure al contrario sia basato su abitudini consolidate e intoccabili, "non davanti al mio uscio", vite miserabili difese con le unghie e coi denti, fonti di informazione del tipo "il barista della ganza di un amico del mio barbiere mi ha detto ...". E ovviamente allo sfruttamento delle bufale da parte di interessi e forze altrimenti prive di proposte credibili e concrete.
La carenza di comunicazione e partecipazione, tipica di una politica auto-referenziale e che risponde solo o prevalentemente a corporazioni e interessi organizzati ma minoritari, ha favorito la diffusione di ogni genere di leggende, falsi, soluzioni miracolistiche senza fondamento e campagne di giornaletti di provincia.
Ha anche oscurato le criticità reali di progetti e realizzazioni (per es. della tramvie) o delle quasi inesistenti politiche della mobilità. Criticità che esistono, spesso all'opposto degli ululati diffusi sui social media, nelle chiacchiere da bar, nelle cronache locali dei quotidiani o altri mezzi di comunicazione.
Ha portato anche ad un paradosso: che valutare progetti e realizzazioni sembra richiedere alte competenze specialistiche, oppure al contrario sia basato su abitudini consolidate e intoccabili, "non davanti al mio uscio", vite miserabili difese con le unghie e coi denti, fonti di informazione del tipo "il barista della ganza di un amico del mio barbiere mi ha detto ...". E ovviamente allo sfruttamento delle bufale da parte di interessi e forze altrimenti prive di proposte credibili e concrete.
Proprio in fase pre-elettorale potrebbe incontrare un rafforzato interesse dell'elettorato e dei cittadini una serie incontri sulla mobilità aperti a tutti, di forma e contenuto divulgativo, facilmente
comunicabile al grande pubblico, anche con l'invito di personalità ed esperti
del settore.
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Il testo è la rielaborazione e il completamento di contributi già diffusi in varie sedi di discussione
Il testo è la rielaborazione e il completamento di contributi già diffusi in varie sedi di discussione