Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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sabato 14 aprile 2018

Qui come ... a Helsinki

"Qui è diverso", o anche "No, da noi 'un si pole" (fiorentinismo popolare per "non si può", "nun se po' ffà", locuzione romana equivalente).  Magari condito da "Firenze è unica al mondo", affermazione  valida anche per Timbuktu, ma che affonda le sue radici nella bizzarra presunzione instillata fin da bambini di essere il centro dell'universo, l'unica con un centro storico o  la città più bella del mondo.
Stupore e balbettamenti alle banali domande "su che parametri" "chi l'ha deciso" o "dove sta scritto", o "forse Vienna, Siviglia, Strasburgo sono delle bidonville?".
Tutte cazzate, detto in breve. La mobilità e le sue scelte sono molto simili in qualsiasi città europea con un tessuto urbano densamente storico. Cioè moltissime, la grande maggioranza. Se c'è qualcosa in cui Firenze è "unica", semmai è la bolgia di traffico infernale, da terzo mondo, che l'attanaglia da decenni, senza che tale morsa sia mai stata affrontata seriamente.
Le giaculatorie sul  "qui non si può", oltre che dal devastante provincialismo, derivano in realtà dal volere mantenere lo status quo (disastroso) e probabilmente dalla radicata convinzione che questo, davanti al naso, è il solo mondo possibile (su "migliore" ci vuole del coraggio) e che ogni cambiamento non può che intaccare qualche abitudine incancrenita. In sostanza gente che sta ore al giorno in ingorghi, in scatolette di latta, ma che difende con le unghie e coi denti la sua vita di merda.
Quadro traferibile quasi ad ogni città d'Italia, in una competizione al peggio.
La mia vita di decenni, a cavallo con vari pezzi di mondo, e la dimestichezza con varie lingue, periodicamente mi riporta a confronti con altre realtà. Per es. un articolo della Sueddeutsche Zeitung, che nella sua rubrica fissa sui trasporti locali, parla di Helsinki.
Il titolo preannuncia che la capitale finlandese "vuol dare a tutti la possibilità di vivere comodamente senz'auto". E per fare ciò, oltre ad ampliare la rete tramviaria e altri mezzi pubblici, udite udite, vuole rimediare ad un peccato degli anni 70: "boulevardizzare" andando a demolire le 7 superstrade a più corsie che arrivano fino in centro, restituendo lo spazio alla gente, alla vita, e ad una mobilità con le persone al centro.
Oddiooooo, tremendo, ma sarà certamente una città modernissima, senza patrimonio storico e architettonico ecc ecc. Ecco, vi sbagliate, scemenza dettata da pregiudizio. Andateci, o banalmente cercatevi le immagini su Google View, o altri strumenti futuristici.
E, detto fra noi, il sindaco di Helsinki non è un fanatico ecologista, ma del partito di centro destra KOK.
Eccovi serviti.
Quello che si può fare ad Helsinki, è possibile anche da noi. 
Oppure quello che si fa ad Amsterdam, a Copenhagen, a Strasburgo, a Zurigo ...
Bisogna volerlo, e la politica, le istituzioni devono avere il coraggio di muoversi in quella direzione, ora, non in un futuro ipotetico.
Lo stanno facendo ?