Firenze Im-mobile

Una città assediata da valanghe di auto e motorini, continuamente in movimento, eppure (o forse proprio per questo) terribilmente IMMOBILE
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martedì 20 novembre 2007

Il Who's who degli anti-tramvia

Più volte qui e altrove abbiamo appellato scarcasticamente i no-tramvia "Talebani". Dobbiamo fare ammenda, le cose sono meno semplici.
Proviamo dunque ad esaminare le varie componenti del fronte anti-tramvia.

Prima sbarazziamoci velocemente delle mosche cocchiere:

I vari politici di destra locali e nazionali, alla ricerca di nuova visibilità. Fra gli indigeni un Donzelli (AN) per es., che mai avrebbero sognato di trovarsi alla testa (...) di un corteo di 800-1000 persone. O gli esilaranti Sgarbi e Bonaiuti, l'uno nel consueto delirio narcisistico, l'altro a caccia della nomina a Sindaco; o i Razzanelli, addirittura a farsi campagne personali a spese delle casse pubbliche, in forma di referendum consultivo.
Dobbiamo qui rendere onore a gran parte dei gruppi anti-tramvia: si tratta di mosche cocchiere, di volgari tentativi di capitalizzare bacini elettorali, fra il ridicolo e il vergognoso. E dobbiamo anche dar torto al solito disastroso Domenici. Il fulcro dello scontro sulla tramvia non è per nulla la strumentalizzaione da parte di questi penosi personaggi. Purtroppo la questione è più grave.

E ora veniamo alle forze vere:

I bottegai e le loro corporazioni. Sono stati gli iniziatori e i grandi diffusori della protesta anti-tramvia: andremo in fallimento se non sarà più possibile la sosta in seconda fila per comprare il salame o i chiodi.
Adesso sembrano in parte ritirati in seconda fila o nelle retrovie. Questo corrisponde al loro tradizionale ruolo nella nostra città: sbraitare, fare le vittime , rivendicare sfacciatamente l'asservimento di tutto ai loro interessi (magari ultra-miopi), ma poi si preferisce andare a trattative di sottobanco, con la sicurezza di ottener sempre molto. Magari regalìe, intrallazzi, rifrulli, contropartite. Film già visto tante volte. E poi sempre pronti al prossimo sbraitamento per mantenere tutto com'è, per vanificare ogni cambiamento. Evidentemente a loro va fin troppo bene ...

C'è poi l'ampio spettro di cittadini dei vari gruppi e comitati anti-tramvia. E qui le cose diventano ancora più complicate, c'è veramente di tutto. Si va dal "partito del gippone" alla disperazione per dover parcheggiare 200 metri più lontano. Dalla preoccupazione per il rumore o i mezzi di soccorso, a quella per gli alberi o gli attraversamenti.
Sicuramente un ruolo determinante in questo vasto arruolamento lo ha avuto la scarsa trasparenza da parte del Comune, su cui la diffusione di bufale di ogni genere si è innestata a meraviglia.

Il nocciolo della protesta di molta gente, soprattutto residenti, è preoccupante: viene considerato intoccabile e incomprimibile lo status quo di un traffico (e relativa sosta) che occupa ogni spazio, soffoca e strangola la città e, ovviamente, impedisce il funzionamento del trasporto pubblico attuale, i bus Ataf perennemente incastrati in colossali ingorghi e condannati alla non-competitività.

Spesso le frasi tratte da conversazioni, assemblee, blog anti-tramviaetc. sono più significative delle arzigogolate argomentazioni ufficiali o delle fantasiose alternative proposte: "tanto la gente continuerà ad andare in macchina".

E qui viene proprio voglia di dire: e allora se non ci si riesce con le buone a levargli questa fissa, bisognerà passare alle maniere forti.

Ma in realtà siamo convinti che con alternative valide molta gente si toglierà con sollievo la macchina di sotto il sedere. Alternative valide significa la tramvia, ma anche busvie inviolabili, piste ciclabili, treni urbani e suburbani, zone pedonali ...

La strada è ancora lunga, e molto spazio è ancora da sottrarre alle scatolette puzzolenti di lamiera.